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Quesito

salve padre Angelo,
vorrei sapere spiegazione sul versetto di san Giacomo
“la fede, senza le opere è morta” (Gc 2,26).
Perché una mia amica che lavora come volontaria in carcere mi rinfaccia sempre che lei va in paradiso perché il Signore ha detto “ero prigioniero è mi avete visitato” grazie.


Risposta del sacerdote

Carissimo,
1. non si può estrapolare un versetto dal contesto perché si rischia di fraintenderlo.
Va ricordato che al v. 24 San Giacomo ha detto: “Che giova, fratelli miei, se uno dice di avere la fede ma non ha le opere? Forse che quella fede può salvarlo?” (Gc 2,24).

2. Poco prima aveva detto: “Siate di quelli che mettono in pratica la parola e non soltanto ascoltatori, illudendo voi stessi. Perché se uno ascolta soltanto e non mette in pratica la parola, somiglia a un uomo che osserva il proprio volto in uno specchio: appena s’è osservato, se ne va, e subito dimentica com’era. Chi invece fissa lo sguardo sulla legge perfetta, la legge della libertà, e le resta fedele, non come un ascoltatore smemorato ma come uno che la mette in pratica, questi troverà la sua felicità nel praticarla” (Gc 1,22-25).
Pertanto chi ascolta la parola deve esserne anche un esecutore.

3. Il punto di vista di Giacomo non è inconciliabile con quello difeso da Paolo in Rm 3,20: “Infatti in virtù delle opere della legge nessun uomo sarà giustificato davanti a lui”.
Ci si salva infatti in virtù del sacrificio di Cristo, che “Dio ha prestabilito a servire come strumento di espiazione per mezzo della fede, nel suo sangue” (Rm 3,25).
San Paolo ribadisce il medesimo convincimento anche in Gal 2,16: “l’uomo non è giustificato dalle opere della legge ma soltanto per mezzo della fede in Gesù Cristo”.
San Paolo respinge il valore delle opere umane per meritare la salvezza senza la fede in Cristo.
Una tale fiducia nello sforzo dell’uomo per rendersi giusto dimentica che egli è radicalmente peccatore.
Credendo di salvarsi solo con le opere, egli rende vana la fede in Cristo.

4. Anche San Paolo afferma che dopo aver ricevuto la salvezza per pura grazia, la fede deve essere accompagnata dalla carità: “E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sono nulla” (1 Cor 13,2).
E ancora: “Poiché in Cristo Gesù ciò che conta… è la fede che opera per mezzo della carità. (Gal 5,6).
La legge che Cristo ci ha portato è la legge dell’amore (Rm 13,8) e l’amore si mostra attraverso le opere (Rm 2,6).

5. In conclusione: va detto chiaramente che ci si salva essenzialmente in virtù del sacrificio di Cristo.
Le opere dal sole non bastano.
Ma non basta da sola neanche la fede, perché congiungersi mediante la fede al sacrificio di Cristo, significa morire al proprio egoismo e operare col cuore di Cristo.
Diversamente la fede è morta.

6. Va ricordato anche che le opere messe in atto dalla fede non si riducono soltanto a visitare i carcerati, ma all’osservanza dei comandamenti di Dio, che sono dieci.
Gesù dice: “Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi mi ama” (Gv 14,21).
E San Giovanni: “Chi dice: «Lo conosco» e non osserva i suoi comandamenti, è bugiardo e la verità non è in lui” (1 Gv 2,4).

Ti ringrazio, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo