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Quesito

Caro Padre Angelo,
sono un ragazzo assiduo alla preghiera, che frequenta la celebrazione eucaristica molto spesso.
Vorrei consacrarmi a Dio, ma ultimamente ho forti tentazioni nella carne.
Non commetto atti impuri, ma quando sono sui social sfogliando vedo foto “nude”, e molte volte mi soffermo e poi le tolgo.
Sono combattuto in me: non c’è il desiderio di commettere atti impuri, però mi soffermo.
Le assicuro la mia preghiera spero mi risponda presto.
E le chiedo di ricordarmi nella celebrazione della santa messa.

 


 

Risposta del sacerdote

Carissimo,
1. sono contentissimo che il Signore ti abbia ispirato la volontà di consacrarti a Lui.
Andando avanti negli anni comprenderai sempre più a fondo il bene che il Signore ti ha voluto.
Ma proprio per l’altezza della vocazione cui il Signore ti chiama e anche perché per il tuo ministero strapperai molte anime al peccato, devi essere cosciente che sotto certi aspetti sei più tentato di altri.

2. San Tommaso quando si chiede se fosse conveniente che Cristo venisse tentato porta quattro motivazioni.
La seconda va bene in modo particolare per te.
Ecco che cosa dice: “Cristo volle essere tentato, primo, per aiutare noi contro le tentazioni. (…).
Secondo, per nostro ammonimento: perché nessuno, per quanto santo, si creda sicuro e immune dalla tentazione.
Per questo motivo volle essere tentato proprio dopo il battesimo; perché, come dice Sant’Ilario, “il demonio sferra i suoi attacchi soprattutto contro i santi, in quanto una vittoria riportata su di loro è più agognata“. Per cui si legge nella Scrittura: “Figlio, se ti presenti a servire il Signore, preparati alla tentazione” (Sir 2,1)” (Somma teologica, III, 41.1).

3. Per questo a te più che ad altri deve risuonare forte la parola del Signore: “Vegliate e pregate per non cadere in tentazione” (Mt 26,41).
Per non cadere nella tentazione è necessario rinforzarsi con la preghiera, perché senza l’aiuto del Signore non si può fare nulla. Soprattutto non si può vincere.
Ma è necessaria anche la vigilanza.
Ed essere vigilanti significa essere pronti a corrispondere alle ispirazioni che sempre il Signore ci dà, anche attraverso il ministero del nostro Angelo.
Il quale viene a dirci segretamente quanto Marta disse a Maria quando era arrivato Gesù per la risurrezione di Lazzaro: “Il maestro è qui e ti chiama” (Gv 11,28).
Nel testo sacro non ci viene detto per quale motivo il Signore l’abbia chiamata, ma è facile da intuire.
Non aveva da dirle qualche cosa di particolare, ma voleva farle vedere la potenza della sua divinità e nello stesso tempo per restituirle Lazzaro.

4. La stessa cosa il Signore fa anche con noi quando ci manda le segrete ispirazioni soprattutto per invitarci a superare le tentazioni: vuole darci un nuovo segno della potenza della sua divinità e nello stesso tempo vuole darci anche qualche cosa di grande e di prezioso.
Anche per questo San Tommaso annota alla vittoria di Cristo sulle tentazioni del diavolo: “Così chi supera le tentazioni merita di essere servito dagli Angeli”.

5. Tieni sempre alta la motivazione che ti spinge alla purezza.
Angelo Giuseppe Roncalli, il futuro Papa Giovanni XXIII, da seminarista annotava nel suo Giornale dell’anima queste parole: “Un globo di purissimo cristallo, irradiato dalla luce del sole, mi dà l’idea della mondezza del cuore dei sacerdoti.
L’anima mia deve essere come uno specchio che deve riflettere l’immagine degli angeli, di Maria Santissima, di Gesù Cristo.
Se lo specchio si appanna, per quanto leggermente, io sono degno di essere fatto a pezzi e gettato nell’immondezzaio” (Il Giornale dell’anima, Esercizi spirituali 1902, n. 8).
Allenati fin d’ora a far sì che la tua anima sia come uno specchio che rifletta l’immagine degli angeli, di Maria Santissima, di Gesù Cristo.
Che tutti quelli che si accostano a te ne abbiano la sensazione.

Ti ringrazio per la preghiera.
Ti ricorderò in modo particolare nelle mie preghiere e nella celebrazione della Santa Messa.
Ti auguro una fruttuosa Settimana Santa e ti benedico.
Padre Angelo