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Quesito

Caro Padre Angelo,
Sono una animatrice della catechesi con gli adulti;  c’è una questione su cui vorrei fare chiarezza: So che con il Battesimo diventiamo figli di Dio e membra del corpo di Cristo e comunità di fratelli ecc.
Ma ciò a cui non so darmi una risposta certa è: non è grazie alla morte e risurrezione di Gesù che diventiamo figli di Dio, figli nel Figlio?
Maria prima della morte-risurrezione di Gesù, possiamo dire che fosse figlia di Dio nel suo Figlio? La morte risurrezione di Gesù ci ha portato la Salvezza o anche la figliolanza?
Mi scusi, ma sono delle domande alle quali sento il bisogno di dare delle risposte!
Cordialissimi saluti
AMH


Risposta del sacerdote

Carissima,
1. è certo in virtù della morte e della risurrezione di Cristo che siamo salvati, e cioè rigenerati alla vita soprannaturale e diventati partecipi della vita del Figlio.
Per questo San Paolo ci ricorda che siamo stati “comprati a caro prezzo” (1 Cor 6,20).

2. Questo però non significa che siamo diventati figli di Dio solo a partire dal momento della morte e risurrezione del Signore.
Questa infatti è stata così potente da avere anche un effetto per così dire retroattivo.

3. Sicché sono stati resi figli anche tutti gli uomini dell’Antico Testamento che hanno accolto la grazia.
Il più delle volte l’hanno accolta senza saperlo, ma sempre per mezzo di una coscienza pura o purificata.

4. Gli uomini vissuti prima dell’esistenza di Cristo non erano abbandonati da Dio.
Dio ha sempre amato tutti col suo amore divino e a tutti ha dato i mezzi (la grazia) per potersi salvare.

5. San Tommaso e Sant’Agostino parlano di tre tempi o stati dell’umanità.
Vi fu inizialmente il tempo in cui Dio istruiva gli uomini attraverso la legge naturale.
Vi fu un secondo momento in cui li istruì anche attraverso la legge data attraverso la Rivelazione (con Mosè).
E poi vi è un terzo momento che è quello della Legge nuova data da Cristo.

6. Ecco che cosa scrive San Tommaso: “Come nota S. Agostino, a tempi diversi si addicono sacramenti diversi; infatti anche per indicare tempi diversi si usano forme verbali differenti, cioè presente, passato e futuro.
Ecco perché nello stato della legge naturale gli uomini, come non erano mossi al culto di Dio da nessuna legge esterna, ma solo da una spinta interiore, così dall’interno l’ispirazione suggeriva loro le cose da destinare al culto di Dio.
In seguito si rese necessaria anche una legge esterna, sia per l’oscuramento della legge naturale a causa dei peccati degli uomini, sia per dare una più chiara significazione della grazia con la quale Cristo santifica il genere umano” (Somma teologica, III, 60, 5, ad 3).

7. Tuttavia nulla vieta che una determinata realtà possa esprimere alcuni suoi effetti prima ancora di essere attuata nella sua pienezza.
Scrive San Tommaso: “Anche gli antichi Padri venivano giustificati come noi dalla fede nella passione di Cristo.
Di questa fede i sacramenti dell’antica legge erano come altrettante dichiarazioni o professioni, in quanto rappresentavano la passione di Cristo in se stessa e nei suoi effetti.
Perciò i sacramenti dell’antica legge non avevano in sé alcuna virtù di conferire la grazia santificante; ma esprimevano soltanto la fede che operava la giustificazione” (Somma teologica, III, 62, 6).
È per questo che negli Atti degli Apostoli si legge di Cornelio, centurione pagano: “Le tue preghiere e le tue elemosine sono salite dinanzi a Dio ed egli si è ricordato di te” (At 19,4).
Tuttavia “nel Battesimo si ottiene  una quantità maggiore di grazia e di virtù” (Somma teologica, III, 69, 4, ad 2).

8. Ecco che cosa dice Leone XII nell’enciclica Divinum illud muus:
“È verissimo che anche nei giusti vissuti prima di Cristo vi fu lo Spirito Santo con la grazia, come leggiamo dei profeti, di Zaccaria, del Battista, di Simeone e di Anna, giacché non fu nella pentecoste che lo Spirito Santo "incominciò ad abitare nei santi la prima volta, in quel dì accrebbe i suoi doni, mostrandosi più ricco, più effuso".
Erano sì figli di Dio anch’essi, ma rimanevano ancora nella condizione di servi, perché anche il figlio "non differisce dal servo", finché "è sotto tutela" (Gal 4,1-2); e poi mentre quelli furono giustificati in previsione dei meriti di Cristo, dopo la sua venuta molto più abbondante è stata la diffusione dello Spirito Santo nelle anime, come avviene che la merce vince in prezzo la caparra e la verità supera immensamente la figura.
La qual cosa è espressa da san Giovanni là dove dice: "Non era ancora stato dato lo Spirito Santo, perché Gesù non era stato ancora glorificato" (Gv 7,39); ma non appena Cristo, "ascendendo al cielo", ebbe preso possesso del suo regno, conquistato con tanti patimenti, subito ne dischiuse con divina munificenza i tesori, "spargendo sugli uomini i doni" dello Spirito Santo (Ef 4,8); "non già che prima non fosse stato mandato lo Spirito Santo, ma certo non era stato donato come fu dopo la glorificazione di Cristo" (EE, III, 1312)-

9. Ed è anche in previsione della morte di Gesù che Maria fu esentata per singolare privilegio del peccato originale e ricolma di grazia. È quanto ricorda Pio IX nella Ineffabilis Deus con cui pronuncia il dogma dell’Immacolata: “dichiariamo, affermiamo e definiamo rivelata da Dio la dottrina che sostiene che la beatissima Vergine Maria fu preservata, per particolare grazia e privilegio di Dio onnipotente, in previsione dei meriti di Gesù Cristo Salvatore del genere umano, immune da ogni macchia di peccato originale fin dal primo istante del suo concepimento, e ciò deve pertanto essere oggetto di fede certo ed immutabile per tutti i fedeli”.
Maria fu dunque figlia eccellentissima di Dio fin dal primo istante della sua esistenza. Ma lo fu in previsione dei meriti di Cristo.

Con la speranza di aver portato chiarezza, ti assicuro auguro ogni bene, ti ricordo nella preghiera e ti benedico.
Padre Angelo