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Quesito

Salve padre Angelo,
sono Vincenzo e la ringrazio per il suo inesauribile ed importantissimo servizio che mette a disposizioni di tutti noi lettori per la crescita individuale e collettiva della comunità cristiana.
Leggo spesso le sue risposte e tante volte trovo citazioni del Santo Agostino che tanto ci ha lasciato nei suoi libri. Dico la verità è da lei che è scaturita in me la voglia della lettura dei libri di Sant’Agostino.
Ma padre ho bisogno di lei per una mia interpretazione fatta nella povera mia condizione di uomo.
E dico così perché è così che mi sento davanti alla grandezza e l’intelligenza  di Dio Nostro Padre Onnipotente che adoro.
Nel libro della perseveranza Sant’Agostino parla di predestinazione e per quanto ho compreso ho capito che Dio chiama gli uomini secondo la sua volontà.
E questo per me è chiaro ma da un lato mi fa pensare che per tutti gli altri che Dio non vorrà chiamare che succederà?
Io comprendo benissimo che è dono di Dio la fede, la perseveranza e tutto quello che di buono sorge dentro di noi perché tutto viene dal Padre.
Ma se dovessi immaginare, nella mia povera condizione umana, il pellegrinaggio terreno lo immagino come che un giorno il Padre ci chiama ciascuno di noi e ci dice: figliolo vedi ti lascio partire dalla mia dimora eterna per questo viaggio terreno con la speranza che torni da Me al termine di esso. Vedi ti lascio libero e metterò davanti a te tutte le vie, mi raccomando comprendi ciò che è bene e ciò che è male e cerca con tutto il tuo cuore di operare nel bene cosicchè da tornare a Casa Mia. Ti dò la coscienza che è lo specchio delle tue azioni e saprà rimproverarti quando serve e soprattutto ti do’ la Comunione al Figlio Mio Dilettissimo che sarà la Forza che ti sosterrà in ogni singolo istante ed ogni volta che vuoi, Io sono qui ad ascoltarti ed a sollevarti in ogni tua caduta. Ti ho fatto libero e per questo sei ancora più responsabile delle tue azioni ma sappi che desidero che torni a Casa Mia. Apri gli occhi
Figlio mio e stai attento!
Ecco padre cosa penso: il Signore ci ha fatti liberi e ci chiama a ciascuno di noi e siamo noi che rispondiamo alla sua chiamata attraverso il libero arbitrio. E’ certamente vero che Dio non vuole che alcuno si perda ma vuole la salvezza di ognuno che opera in ciascuno secondo la Sua Volontà.
Il mio umile pensiero è questo e spero di non peccare in questo mio ragionamento anche perché non voglio credere che Nostro Signore buono e misericordioso crei un uomo su questa terra predestinandolo a non salvarsi mentre ad un altro lo predestina alla salvezza.
Mi aiuti padre Angelo a comprendere tutto ciò e mi rimproveri sicuramente se stò sbagliando poiché è mio desiderio camminare, con il sostentamento del Signore, nelle sue sante vie.
Grazie e grazie ancora padre Angelo per il suo servizio.
Il Signore le doni una lunga vita e faccia di lei una lampada sicura per noi pellegrini su questa terra.


Risposta del sacerdote

Carissimo,
1. ho seguito il tuo ragionamento che è simile a quello di un padre di famiglia che lascia partire il figlio da casa sua con il compito di tornarvi. E perché possa tornarvi gli dà consigli e tangibili aiuti.
Ma non è proprio così nei confronti del nostro Padre celeste.
Noi non siamo semplicemente come un figlio che riceve una missione dal padre, missione che è accompagnata dalla raccomandazione di agire bene.
In rapporto a Dio noi siamo come il raggio che è sostenuto incessantemente dalla sorgente luminosa.
Come dalla sorgente luminosa il raggio riceve esistenza e alimentazione, e da  essa riceve anche il suo obiettivo, così analogamente anche noi nei confronti di Dio.

2. Siamo però un raggio tutto particolare, perché siamo liberi.
Abbiamo la possibilità di troncare il rapporto con la sorgente luminosa.
Ma devo subito aggiungere che questa possibilità ce l’abbiamo fino ad un certo punto.
Perché sotto il profilo ontologico (dell’essere, dell’esistenza) siamo del tutto dipendenti da Dio.
Siamo dipendenti anche se ci ribelliamo alla sua legge o non lo riconosciamo come nostro Creatore e Signore.
Ciò significa che se anche noi lo vogliamo abbandonare, tuttavia non lo possiamo abbandonare del tutto.
E questo è sufficiente per dire che siamo sempre sotto il suo influsso salvifico, nel medesimo modo di uno che chiude al sole le finestre di una stanza. Ma, per quanto le chiuda, la stanza continua a subire i raggi del sole. E sebbene non venga illuminata, tuttavia, ne viene riscaldata.
Pertanto Dio sta dietro a tutti, fa di tutto perché tutti si salvino. Ma non predestina nessuno alla perdizione. Questo l’ha negato anche Sant’Agostino.

3. Rimane il fatto che quelli che si salvano, si salvano per una grazia ricevuta dal Signore.
Nessuno può raggiungere un obiettivo soprannaturale, eccedente del tutto le forze della natura, se non viene tratto dall’obiettivo soprannaturale stesso.
Per questo si afferma che quelli che si salvano si salvano per grazia di Dio.
In questo senso biblico si parla di predestinazione: e cioè che per  raggiungere un obiettivo al di sopra delle nostre risorse abbiamo bisogno di essere accompagnati incessantemente dall’aiuto della grazia di Dio.
Per predestinazione non s’intende affatto togliere ad una persona la possibilità di autodeterminarsi, ma di raggiungere un obiettivo che da sola non potrebbe raggiungere.

4. Per andare all’inferno invece non c’è bisogno di un aiuto divino.
Ci si va da soli, e ci si va proprio perché si rifiuta l’aiuto divino. Si rimane privi di quella grazia che salva.
Dio non la dà non perché non la voglia dare. La sua volontà salvifica è universale. Ma non la dà semplicemente perché la si rifiuta, nel medesimo modo in cui si potrebbe dire che il sole non dà la luce ad una stanza non perché non la voglia dare, ma perché questa si è chiusa alla sua illuminazione.

Sono consapevole di non aver esaurito tutti i problemi che vi sono implicati. Mi pare però che questo sia sufficiente ai fini del nostro blog.
Spero di aver contribuito ad aver portato qualche lume in più.
Ti saluto cordialmente, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo