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Quesito

Caro Padre Angelo,
Sono passati diversi mesi da quando le scrissi per raccontarle la mia storia e sono stata felice di leggere la sua risposta: “Il mio ragazzo non vuole i rapporti sessuali prima del matrimonio, chiedo il motivo e lui mi risponde che rischiamo di perdere di vista le cose importanti”.
Da allora molte cose sono cambiate.
Innanzitutto mi sono riavvicinata a Gesù ed è stato un po’ come tornare a casa, non trovo parole migliori per dirlo. E ha ragione, è un regalo che mi ha fatto il mio fidanzato ed è diventato tutto più facile.
Con lui continuano le infinite conversazioni e abbiamo imparato a capirci. E abbiamo deciso di comune accordo di continuare con la castità, che ormai è diventata uno stile di vita se così si può dire. E’ la nostra occasione per costruire basi solide e imparare una comunicazione efficace; siamo giunti alla conclusione che se avessimo fatto un cammino diverso non avremmo avuto l’opportunità di confrontarci seriamente su certi temi. Abbiamo intenzione di sposarci e preghiamo che le cose vadano per il meglio.

La ringrazio per il suo tempo e per le sue parole e che Dio la benedica.


Risposta del sacerdote

Carissima,
1. sono contento del felice riscontro che la mia mail ha avuto nella tua vita.
Ero sicuro che con un ragazzo così o avresti lasciato la partita oppure ti saresti avvicinata al Signore convinto come sono delle parole di Gesù: “chi fa la verità viene verso la luce” (Gv 3,21).

2. Mi scrivi: “Innanzitutto mi sono riavvicinata a Gesù ed è stato un po’ come tornare a casa, non trovo parole migliori per dirlo. E ha ragione, è un regalo che mi ha fatto il mio fidanzato ed è diventato tutto più facile”
La storia sacra è per noi una grande lezione.
Il popolo d’Israele, allontandosi da Dio e disprezzando gli inviti e gli ammonimenti che gli venivano dai profeti, all’improvviso si è trovato deportato in Babilonia e messo a servizio di quel popolo.
Così chi si allontana da Dio cade nella seduzione di trovare libertà.
Ma in realtà prima o poi capisce di essere come deportato in terra straniera, continuamente soggiogato dalle passioni che non è stato capace di mettere a proprio servizio.

3. Come sono vere le parole di Gesù: “In verità, in verità vi dico: chi compie il peccato, è schiavo del peccato” (Gv 8,34).
Commenta San Tommaso: “La schiavitù del peccato è pesantissima… perché come ha scritto S. Agostino (In Io. Ev., 41,4): lo schiavo di un uomo può trovare scampo dal suo padrone con la fuga, ma lo schiavo del peccato trascina con sé il peccato dovunque egli fugga. Infatti il peccato che ha commesso è dentro di lui. È passato il piacere, è passato il peccato, è ormai lontano ciò che dava piacere, ma è rimasto ciò che ferisce” (Commento a S. Giovanni, 1204).
San Tommaso sottolinea anche: “Per prima cosa il Signore ricorre a un reiterato giuramento: “Amen, amen – in verità, in verità vi dico”. Amen è un termine ebraico che significa in verità, oppure così sia. Come nota S. Agostino, né i traduttori greci, né quelli latini hanno osato tradurlo, per conservargli il fascino del segreto… Dunque il Signore ricorre qui a una specie di giuramento; e lo ripete due volte, per mostrare la certezza della propria affermazione” (S. TOMMASO, Commento a S. Giovanni, 1203).
Adesso anche tu lo testimoni: hai l’impressione di essere tornata a casa.

4. “Con lui continuano le infinite conversazioni e abbiamo imparato a capirci.
E abbiamo deciso di comune accordo di continuare con la castità, che ormai è diventata uno stile di vita se così si può dire”.
Sì, la castità è “uno stile di vita”, uno stile di vita virtuoso, che vi permette di diventare signori delle vostre pulsioni e delle vostre passioni.
Quando sarete sposati sarete contenti di esservi educati a diventare signori delle vostre pulsioni perché anche da sposi, vivendo e lavorando accanto a persone che non sono marito e moglie, si è soggetti e talvolta pressati a continue tentazioni.
E se uno non si è abituato a diventare signore di se stesso, viene travolto col rischio di far naufragare tutto quello che ha costruito.

5. “(la castità) E’ la nostra occasione per costruire basi solide e imparare una comunicazione efficace”.
Com’è bella quest’espressione: “E’ la nostra occasione per costruire basi solide e imparare una comunicazione efficace”.
San Tommaso dice che il senso della famiglia è “tutto il ben vivere nella condivisione domestica”. La condivisione è comunicazione di ciò che si ha dentro il cuore ed è la stessa cosa che diventare un solo cuore, un solo spirito.

6. “siamo giunti alla conclusione che se avessimo fatto un cammino diverso non avremmo avuto l’opportunità di confrontarci seriamente su certi temi”.
Un cammino diverso, e cioè nell’impurità permanente, ti avrebbe impedito di incontrare Dio perché Dio si incontra solo nella purezza,
Parlando della Sapienza che si identifica con Dio, l’Autore sacro dice: “A essa ho rivolto la mia anima e l’ho trovata nella purezza” (Sir 51,20).
E ancora. “Dio non entra in un’anima inquinata dal peccato” (Sap 1,4).
Tra la sapienza divina (la presenza di Dio) e il peccato vi è assoluta incompatibilità.
D’altra parte è per questo che il Signore ha iniziato la sua predicazione dicendo: “Convertitevi…” (“Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino” Mt 4,17).

7. Sebbene forse solo a malincuore e per compiacere il tuo ragazzo ti sei fermata. Ma questo fermarti è stato provvidenziale perché hai iniziato un processo di conversione che ti sta avvicinando a Dio e ti permette di affrontare assieme al tuo ragazzo i temi più profondi.
Giovanni Paolo II il 12 giugno 1999, durante un suo viaggio apostolico in Polonia, ha attirato l’attenzione dei numerosissimi giovani sul tema della purezza e ha detto:
“Qui a Sandomierz Cristo si rivolge a noi: «Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio» (Mt 5, 8). Queste parole ci introducono nel profondo della verità evangelica sull’uomo. Trovano Gesù coloro che lo cercano, come lo cercavano Maria e Giuseppe. (…).
Allo stesso tempo insegna come l’uomo dovrebbe avvicinarsi a Dio, quali condizioni dovrebbe soddisfare per incontrare questo Dio, per conoscerlo e per unirsi a Lui.
Una di queste condizioni è la purezza del cuore. Di cosa si tratta? A questo punto tocchiamo l’essenza stessa dell’uomo il quale, in virtù della grazia della redenzione operata da Cristo, ha riacquistato l’armonia del cuore perduta nel paradiso a causa del peccato. Avere il cuore puro vuol dire essere un uomo nuovo, restituito alla vita in comunione con Dio e con tutto il creato dall’amore redentore di Cristo. (…)-
La purezza del cuore, infatti, prepara alla visione di Dio faccia a faccia nelle dimensioni dell’eterna felicità. Accade così perché già nella vita temporale i puri di cuore sono capaci di scorgere in tutta la creazione ciò che è da Dio. Sono capaci, in un certo senso, di svelare il valore divino, la dimensione divina, la divina bellezza di tutto il creato. (…).
La purezza del cuore è, dunque, data come compito all’uomo. Egli deve costantemente assumersi la fatica di opporsi alle forze del male, a quelle che premono dall’esterno ed a quelle che agiscono dall’interno, che lo vogliono distogliere da Dio. E così nel cuore dell’uomo si combatte una lotta incessante per la verità e per la felicità. (…).
Cari Fratelli e Sorelle, questo messaggio sulla purezza del cuore diventa oggi molto attuale. La civiltà della morte vuole distruggere la purezza del cuore. Uno dei suoi metodi di agire è quello di mettere intenzionalmente in dubbio il valore dell’atteggiamento dell’uomo, che definiamo come virtù della castità. È un fenomeno particolarmente pericoloso quando l’obiettivo dell’attacco sono le coscienze sensibili dei bambini e dei giovani. Una civiltà che, così facendo, ferisce o perfino uccide una corretta relazione tra uomo e uomo, è una civiltà della morte, perché l’uomo non può vivere senza il vero amore”.

8. Sono contento del lavoro che il Signore ha fatto in te per mezzo del tuo ragazzo: ti ha sottratta dalla civiltà della morte e ti ha restituito al vero amore.

Assicuro la mia preghiera per te e per il tuo ragazzo perché il Signore vi faccia crescere costantemente in questo cammino, che è un cammino di luce, di libertà interiore e di dono vero di sé.
Vi benedico.
Padre Angelo