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Quesito
Caro Padre Angelo,
ho degli amici Avventisti del settimo giorno che sulla confessione affermano che Dio non ha detto di confessare i propri peccati ad un sacerdote, ma direttamente a LUI, in un colloquio spirituale con Dio.
Lei può indicarmi dove nella Bibbia si parla della confessione fatta come indica la chiesa cattolica?
Grazie Jole
Risposta del sacerdote
Cara Jole,
1. il Concilio di Trento insegna che il sacramento della Riconciliazione o Confessione “è stato istituito principalmente quando, risorgendo dai morti, il Signore soffiò sui suoi discepoli dicendo: Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi (Gv 20,22-23)” (DS 1670).
Se uno si pente dei propri peccati direttamente davanti al Signore, fa certamente una cosa buona, ma questo non significa che gli siano stati tolti.
Per la remissione dei peccati Cristo ha detto esplicitamente di ricorrere alla Chiesa e l’ha detto in termini così chiari da affermare che quanto la Chiesa non rimette, non lo rimette neanche lui.
Giovanni Paolo II nel Motu proprio Misericordia Dei (7.4.2002) scrive “Il Concilio di Trento dichiarò che è necessario ‘‘per diritto divino confessare tutti e singoli i peccati mortali’ (DS 1707). La Chiesa ha visto sempre un nesso essenziale tra il giudizio affidato ai sacerdoti in questo Sacramento e la necessità che i penitenti dichiarino i propri peccati (DS 1679, 1323), tranne in caso di impossibilità. Pertanto, essendo la confessione completa dei peccati gravi per istituzione divina parte costitutiva del Sacramento, essa non resta in alcun modo affidata alla libera disponibilità dei Pastori”.
2. Dalle parole con le quali Gesù ha istituto questa Sacramento si deduce anche che è necessaria l’accusa dei peccati.
Il medesimo Concilio insegna che “la confessione integra dei peccati è stata istituita dal Signore, e che è necessaria per diritto divino a quanti sono caduti in peccato dopo il Battesimo” (DS 1679).
Certo, Gesù non ha detto esplicitamente di accusare i peccati. Ma l’ha detto implicitamente.
Infatti questo sacramento della riconciliazione è stato istituito a modo di giudizio (“a chi rimetterete e a chi non rimetterete”; cfr. Gv 20,22-23), e che “i sacerdoti non potrebbero né esercitare questo potere giudiziale senza conoscere la causa né osservare l’equità nell’imporre le pene se i fedeli stessi non dichiarassero prima i loro peccati non solo in genere ma anche in specie e singolarmente”.
Pertanto il medesimo Concilio prosegue dicendo: “Se qualcuno affermasse che la confessione sacramentale non è stata istituita o non è necessaria alla salvezza di diritto divino; oppure che il modo di confessarsi in segreto al solo sacerdote, che la Chiesa cattolica ha sempre osservato e osserva, è contrario all’istituzione e al comando di Cristo, ed è un’invenzione umana, sia anatema (scomunicato)” (DS 1706).
3. Gesù ha affidato questo sacramento agli Apostoli riuniti nel Cenacolo, ai quali tre giorni prima, nell’ultima cena, aveva detto: “fate questo in memoria di me”. Non l’ha affidato dunque a tutti, ma solo a quelli ai quali ha dato il potere sul suo corpo fisico.
Ti saluto, ti prometto una preghiera e ti benedico.
Padre Angelo