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Quesito
Caro Padre Angelo,
anzitutto la ringrazio per questo suo lavoro, che leggo sempre con molto interesse.
Questa volta le vorrei porre io una domanda, sull’Eucaristia.
Vorrei proporle alcuni versetti del NT e preghiere della prima cristianità:
1. “Perciò Gesù disse loro: ‘‘In verità, in verità vi dico che se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete vita in voi. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha vita eterna […]. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue è vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me, e io in lui. […] Così chi mi mangia vivrà anch’egli a motivo di me”.
2. 1Corinzi 11:27 Perciò, chiunque avrà mangiato questo pane, o bevuto il calice del Signore, indegnamente, sarà colpevole del corpo, e del sangue del Signore. 1Corinzi 11:29 Poiché chi ne mangia, e beve indegnamente, mangia e beve giudizio a se stesso, non discernendo il corpo del Signore.
3. nel giorno del Signore, riuniti, spezzate il pane e rendete le grazie dopo aver confessato i vostri peccati, affinché il vostro sacrificio sia puro (Did. 14, 1).
4. Nessuno però mangi né beva della vostra eucaristia se non i battezzati nel nome del Signore, perché anche riguardo a ciò il Signore ha detto: Non date ciò che è santo ai cani (Didaché).
5. “Tu, Signore onnipotente, hai creato ogni cosa a gloria del tuo nome; hai dato agli uomini cibo e bevanda a loro conforto, affinché ti rendano grazie; ma a noi hai donato un cibo e una bevanda spirituali e la vita eterna per mezzo del tuo servo” (Didaché).
6. Il tuo Corpo sacro crocifisso per noi, noi mangiamo; il tuo prezioso Sangue versato per noi, noi beviamo. Il tuo Corpo sia la nostra salvezza e il tuo Sangue ci liberi dalle colpe (preghiera dei primi cristiani).
7. Il tuo sacramento, o Signore Gesù Cristo, ci porti la vita e la remissione dei peccati.
8. Signore, e fa’ di me un tempio immacolato. Non guardare ai miei peccati; se guardi ad essi non potrò più sostenere la tua presenza.
9. Preghiamo che ogni giorno questo pane sia dato a noi, che viviamo nella grazia di Cristo, ed ogni giorno riceviamo l’Eucaristia quale farmaco di salute, affinché non ci avvenga che sospesi per qualche misfatto dalla comunione del Pane celeste, siamo separati dal corpo di Cristo (Cipriano di Cartagine).
Ecco, alla luce di questi scritti mi chiedo: ma davvero l’Eucaristia era percepita come memoriale e non come semplice memoria/simbolo?
Leggendo il punto uno sembrerebbe una conferma della transustanziazione, ma in realtà – le chiedo – cosa mi vieta di pensare che siamo su un livello simbolico? Stessa cosa per il punto 2: interpretandolo letteralmente suonerebbe più o meno così:
-chiunque si accosti all’eucaristia indegnamente (in peccato) commette sacrilegio.
Simbolicamente invece: chiunque parteciperà a questo rito, senza comprendere la natura del sacrificio di Cristo, allora commette sacrilegio. Oppure:chi non vive secondo Cristo è indegno del suo sacrificio? Oppure “sarà colpevole del corpo, e del sangue del Signore” = sarà colpevole della sua morte?
Come capire qual’è la giusta chiave di lettura?
Al punto 3 sembra che questo sacramento venga visto come un vero e proprio sacrificio, che richiede addirittura la confessione dei peccati: avverrebbe ugualmente per un semplice atto di commemorazione?
Punto 4: “non date ciò che è santo ai cani” anche qui sembra sia attribuita una vera componente sacrale al pane e al vino.
Nel punto 5 però si parla si cibo e bevanda “spirituali”, come è possibile?
Poi, le preghiere dei primi cristiani, sembra tornino ad indicare una reale presenza di Cristo.
Ecco, dopo questi miei ragionamenti contorti (mi scusi se ho detto qualche eresia) continuo a chiedermi come si possa capire quale sia la reale chiave di lettura. Esistono documenti incontrovertibili che testimonino che i primi cristiani credevano nella transustanziazione?
La ringrazio.
…Stella
Risposta del sacerdote
Carissima Stella,
1. sul memoriale hai omesso il testo principale che è il seguente: “Io, infatti, ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso: il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: «Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me». Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me». Ogni volta infatti che mangiate di questo pane e bevete di questo calice, voi annunziate la morte del Signore finché egli venga” (1 Cor 11,23-26).
2. Il testo di Gv 6 non è proclamato primariamente in riferimento all’eucaristia, ma alla parola e alla sua vita del Signore. Chiaro che vale ancor più per l’eucaristia.
3. La presenza di Cristo sotto le apparenze del pane e del vino non è una presenza materiale, ma spirituale. Questo non significa che non sia reale.
D’altra parte noi entriamo in comunione con il corpo di Cristo risorto, un corpo dunque glorioso, non più materiale. San Paolo stesso in 1 Cor 15,44 dice che “il corpo risorge spirituale”.
4. I primi cristiani avevano netta la consapevolezza della presenza di Cristo nell’eucaristia. Per questo san Paolo dice che è necessario essere puri: “Perciò chiunque in modo indegno mangia il pane o beve il calice del Signore, sarà reo del corpo e del sangue del Signore. Ciascuno, pertanto, esamini se stesso e poi mangi di questo pane e beva di questo calice; perché chi mangia e beve senza riconoscere il corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna. E’ per questo che tra voi ci sono molti ammalati e infermi, e un buon numero sono morti” (1 Cor 11,27-30).
Non è questo un testo incontrovertibile sulla fede nella presenza reale di Cristo?
5. Mi chiedi se i primi cristiani erano consapevoli della transustanziazione.
Ti posso dire che erano certi della presenza del Signore e che quel pane non era più pane, ma il corpo del Signore. E che quel vino non era più vino ma sangue del sangue.
Non credo però che pensassero alla disquisizione teologica e alla distinzione tra sostanza e accidenti che ha portato a coniare il termine di transustanziazione nel medioevo.
6. La certezza della presenza reale di Cristo era comune anche nei primi secoli dell’era cristiana.
Dai testi che ti riporto, puoi capire benissimo che ciò che corrisponde alla transustanziazione era ben affermato nella Chiesa orientale e occidentale.
Tra i padri greci si può menzionare S. Cirillo di Gerusalemme, il quale afferma: “Cristo, in Cana di Galilea, ha cambiato l’acqua in vino con la sua sola volontà, e perché non dovremmo credergli quando cambia il vino in sangue?” (Catechesi Mistagogiche 4,2).
S. Giovanni Crisostomo ricorda che in questo sacramento è all’opera la potenza di Dio: “Non è un uomo a far sì che le offerte diventino il corpo e il sangue di Cristo, ma Gesù Cristo stesso crocifisso per noi. C’è il sacerdote che lo rappresenta e pronuncia le solenni parole, ma agisce la grazia e la potenza di Dio. Questo è il mio corpo, egli dice, e questa parola trasforma le offerte” (De prodit. Iudae hom. I,6).
Tra i padri latini va ricordato S. Ambrogio: “Se la parola di Elia ebbe tanta potenza da far discendere il fuoco dal cielo, la parola di Cristo non sarà tanto potente da mutare la natura degli elementi? La parola di Cristo, che dal nulla poté fare quello che non era, non potrà mutare le cose che sono in ciò che non erano?” (De mistagogia 9,52).
E ancora: “Questo pane è pane prima delle parole del sacramento; ma quando vi si pronunciano le parole di Cristo diventa la carne di Cristo” (De pane fit caro Cristi, 4,4).
S. Agostino: “Una cosa è quella che vedi, e un’altra quella che comprendi e cioè tu vedi il pane, ma non è più pane. E dice anche: “Gesù Cristo teneva se stesso nelle sue mani quando ci disse: Questo è il mio corpo” (Enarratio in Ps. 33,10).
Ti ringrazio per la stima, che ricambio con una preghiera e una benedizione.
Padre Angelo