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Quesito

Salve Maria!
Padre, quali sono le passioni e gli impulsi della sensibilità a cui fa riferimento il Catechismo nel paragrafo 1860?


Risposta del sacerdote

Carissimo,
1. a beneficio dei nostri visitatori è opportuno ricordare innanzitutto che cosa dice il Catechismo della Chiesa Cattolicaal numero 1860: “L’ignoranza involontaria può attenuare se non annullare l’imputabilità di una colpa grave. Si presume però che nessuno ignori i principi della legge morale che sono iscritti nella coscienza di ogni uomo. Gli impulsi della sensibilità, le passioni possono ugualmente attenuare il carattere volontario e libero della colpa; come pure le pressioni esterne o le turbe patologiche. Il peccato commesso con malizia, per una scelta deliberata del male, è il più grave”.
Parla di questi impulsi della sensibilità all’interno di quegli elementi che possono diminuire la responsabilità di un atto.

2. Tra questi elementi vi sono “gli impulsi della sensibilità”, che comportano una certa alterazione nella nostra sensibilità.
Gli antichi pensatori greci usavano una parola particolare per indicare questa realtà: pathos.
San Girolamo ha tradotto questa parola in latino con passio. Di qui le passioni. Con questo termine, dunque, vengono comunemente indicati i moti della nostra sensibilità.
Anziché usare la parola passione (che nel nostro linguaggio rimanda alla sofferenza) si potrebbe benissimo parlare di emozioni.

3. Le passioni si trovano in ogni uomo e hanno un’importanza straordinaria.
È per il loro influsso che l’uomo fa più o meno volentieri il proprio dovere e reagisce in maniera forte o debole al male.
Senza di esse, la vita umana sarebbe arida, fredda, senza fantasia, senza stimoli, senza reazioni.
Sotto il profilo ontologico, dunque, sono un bene.

4. Sotto il profilo morale, invece, non sono né buone né cattive. Dipende dall’uso che se ne fa. Sicché possono accrescere o diminuire la bontà o la malizia di un atto.
Ad esempio, se si tratta di passioni governate dalla ragione allora contribuiscono alla perfezione del bene umano. La passione, infatti, spinge ad attingere il bene in maniera più ampia, più profonda, più sollecita.
Ecco che cosa dice il Catechismo della Chiesa Cattolica: “Le passioni in se stesse, non sono né buone né cattive. Non ricevono qualificazione morale se non nella misura in cui dipendono effettivamente dalla ragione e dalla volontà. (…). È proprio della perfezione del bene morale o umano che le passioni siano regolate dalla ragione” (CCC 1767).
E ancora: “Non sono i grandi sentimenti a decidere della moralità o della santità delle persone: essi sono la riserva inesauribile delle immagini e degli affetti nei quali si esprime la vita morale. Le passioni sono moralmente buone quando contribuiscono ad un’azione buona; sono cattive nel caso contrario” (CCC 1768).

5. Ed eccoci finalmente alla tua domanda.
Secondo San Tommaso, che qui segue Aristotele, sono undici: sei sono legate all’inclinazione sensibile nei confronti di un bene o di un male considerato in se stesso, facilmente acquisibile o evitabile; cinque invece sono legate all’inclinazione sensibile nei confronti di un bene arduo da raggiungere e difficile da evitare.

6. Quelle legate ad un bene e ad un male facilmente acquisibile o evitabile sono le seguenti:
– circa il bene, astraendo dalla sua presenza o assenza,l’amore;
-circa il male, sempre astraendo dalla sua presenza o assenza, l’odio;
– circa il bene, in quanto è assente o non posseduto, il desiderio
– circa il male assente, la fuga;
– circa il bene, in quanto è presente o posseduto, il godimento;
– circa il male presente, la tristezza.

7. Le passioni legate ad un bene arduo da raggiungere e e ad un male difficile da evitare sono le seguenti cinque:
– la speranza è circa il bene assente, ma assequibile; 
– la disperazione circa il bene assente, ma impossibile da raggiungere;
– l’audacia ècirca il male superabile;
– il timorecirca il male insuperabile;
– l’iraè circa il male presente, che si vuole eliminare (vendicare).

Con l’augurio di essere sempre signore delle tue passioni e di volgerle al perfezionamento della tua vita morale (alias: la santità) ti benedico e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo