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Quesito
Caro Padre Angelo,
vorrei, se possibile, un chiarimento riguardo alla frase detta durante la S. Messa “Prendete e mangiatene tutti, questo è il mio corpo, fate questo in memoria di me” in relazione a ciò che S. Paolo dice nella prima lettera ai Corinzi 11,27: “Perciò chiunque in modo indegno mangia il pane o beve il calice del Signore, sarà reo del corpo e del sangue del Signore.”
Da un lato sembra che “tutti”, senza distinzione e senza preclusioni, siano invitati alla mensa del Signore e di conseguenza possano ricevere la S. Comunione attraverso il Sacramento, dall’altro invece sembrerebbe che non “tutti” la possano ricevere ma solo quelli che ne sono degni, dignità che penso sia legata al pentimento ed all’assoluzione dei propri peccati. Perché questa apparente contraddizione? Perché i “tutti” diventano “solo quelli che…”
Un abbraccio e grazie
Gianfranco
Risposta del sacerdote
Caro Gianfranco,
1. hai fatto bene a far riferimento a quanto il sacerdote dice durante la Messa: “Prendete e mangiatene tutti, questo è il mio corpo…” perché il Vangelo di Matteo dice: “Prendete, mangiate”. Il “tutti” non c’è.
Il Vangelo di Marco dice: “lo diede loro e disse: prendete; questo è il mio corpo”. Anche qui manca il tutti.
Il Vangelo di Luca dice: “lo spezzò, lo diede loro dicendo: questo è il mio corpo”. Ugualmente anche San Paolo in 1 Cor 11,24. In questi due testi manca il tutti.
2. Il tutti è presente solo nella consacrazione del vino e solo in Matteo: “Bevetene tutti”.
Marco scrive “ne bevvero tutti”.
In Luca e in Paolo il “tutti” non c’è in alcun modo.
3. La Chiesa non compie un arbitrio mettendo il tutti subito dopo il “mangiate” perché questo è il significato intrinseco del pane: di essere mangiato, non di essere guardato.
L’eucaristia è compiuta quando si fa la Santa Comunione.
4. Va detto anche che nell’ultima cena tutti ne mangiarono e ne bevvero perché tutti erano mondi, come disse Nostro Signore stesso: “Voi siete gia mondi, per la parola che vi ho annunziato” (Gv 15,3).
Ma nelle riunioni alle quali si riferisce San Paolo non tutti erano mondi.
Da quanto l’Apostolo scrive, si ricava l’impressione che qualcuno non sapesse neanche che cosa fosse l’eucaristia e per questo ricorda in maniera molto forte che essa è il memoriale (cioè la perpetuazione) della morte del Signore (1 Cor 11,26).
E dice anche che se qualcuno ne mangia indegnamente, si rende reo del corpo e del sangue del Signore, compiendo un peccato gravissimo, di lesa maestà, un peccato che a quei tempi era punito con la morte.
Di qui si capiscono le sue parole: “perché chi mangia e beve senza riconoscere il corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna. E’ per questo che tra voi ci sono molti ammalati e infermi, e un buon numero sono morti” (1 Cor 11,29-30).
5. Non vi è dunque alcuna contraddizione tra il testo del Messale e la Sacra Scrittura.
Se mai la contraddizione è in chi si presenta all’eucaristia e si accosta a Colui che è tre volte Santo in maniera indegna, senza essere in comunione con Lui, senza avergli chiesto perdono dei propri peccati come se questi non fossero la causa della morte del Signore.
Ricambio l’abbraccio accompagnandolo con un ricordo al Signore e con una benedizione.
Padre Angelo