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Quesito

Caro padre Angelo,
approfittando della sua disponibilità, vorrei sottoporLe il seguente quesito: quando Dio crea un’anima, sa già se questa anima si salverà o non si salverà; il fatto che mi crea un pò di turbamento è che Dio, pur lasciando il libero arbitrio, sa fin dall’origine che quell’anima si dannerà.
Ma perché allora Dio, pur sapendo che quell’anima si dannerà, la crea lo stesso? Lo stesso discorso lo si può fare quando ha creato gli angeli ribelli; poiché dalla sua onniscienza sapeva già dal principio che questi angeli si sarebbero ribellati (pur lasciando anche a loro la libera scelta), perché li ha creati?
L’inquietudine riguarda il fatto che Dio, nella sua bontà infinita, crea delle anime che sa già che si danneranno anche se la scelta di dannazione è l’anima stessa che la fa, ma Dio sa fin dal principio che quell’anima purtroppo si dannerà.
La ringrazio in anticipo della risposta, e mi ricordi nelle sue preghiere.
Martino


Risposta del sacerdote

Caro Martino,
1. questa inquietudine non è solo tua, ma di tutti quelli che si pongono questi problemi.
È la domanda di sempre: se Dio è onnipotente, perché permette il male?
In parte riusciamo a rispondere anche noi: in fondo non è Dio che manda all’inferno, sono le creature che di fatto preferiscono l’inferno a lui.
Ognuno rimane sovranamente libero. E Dio da a tutti in ogni momento tutto ciò che è necessario perché possano giungere alla salvezza.

2. Dando la libertà, Dio ha accettato questa sfida.
La libertà sarebbe un bene fittizio se non potessimo usarne anche male.

3. Rimane però il dispiacere per quelli che si perdono.
Allora ci domandiamo: non sarebbe stato meglio che Dio li avesse creati?
Sotto un certo aspetto sì, tant’è che Gesù Cristo ha detto per Giuda: “Sarebbe stato meglio se quell’uomo non fosse mai nato” (Mt 26,24; Mc 14,21).

4. Tuttavia c’è un disegno di Dio anche nella permissione del male.
San Paolo dice: “Sappiamo che per quelli che amano Dio tutte le cose concorrono al bene” (Rm 8,28).
Non sempre il male concorre al bene del singolo, avverte San Tommaso, “ma concorre al bene dell’universo, perché a questo bene si ordinano tutte le sue singole parti” (Commento alla lettera ai Romani).

5. Si può rispondere alla tua domanda con le parole con cui San Tommaso risponde al problema dell’esistenza del male.
Se Dio è onnipotente perché c’è il male?
Non poteva Dio impedirlo?
Ecco la sua risposta: “Come dice Sant’Agostino (Enchir. 11): Dio, essendo sommamente buono, non permetterebbe in alcun modo che nelle sue opere ci fosse il male se non fosse così potente e buono da trarre il bene anche dal male”. Appartiene dunque all’infinita bontà di Dio il permettere che vi siano dei mali e da essi trarre dei beni” (Somma teologica, I, 2, 3, ad 1).

6. Quella di San Tommaso è una risposta che ci fa già capire tanto, ma non tutto.
Anche questo è interessante: perché la mente di Dio è immensamente superiore alla nostra. Riuscire a spiegare tutto vorrebbe dire avere la pretesa di possedere la mente stessa di Dio. Ora, per quanto la mente umana possa scoprire sempre nuove ragioni, non giungerà mai ad possedere dentro di sé tutto quello che c’è nella mente di Dio: rimane sempre una mente creata.

Ti saluto, ti ricordo al Signore e i benedico.
Padre Angelo