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Quesito

Caro Padre Angelo,
Mi sono chiesto riferendomi a Mt 22,36-40 dove si legge :”Maestro, qual è il più grande comandamento della legge?”. Gli rispose: “Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il più grande e il primo dei comandamenti. E il secondo è simile al primo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti”.
Le chiedo se questo era già il sentire della legge al tempo di Gesù.
A parte il riferimento al prossimo che allora era inteso come i fratelli Giudei , nel Deuteronomio 5,24 non si accenna minimamente al prossimo.
Certo che dal tempo di Mosè erano passati millenni e può darsi che le diverse generazioni di Rabbini e Profeti abbiano esplicitato La Legge, ma io non conosco a fondo il Vecchio Testamento o la religione Ebraica di quei tempi .
Le sarei grato se mi potesse dare qualche ragguaglio a proposito (magari via email ).
Un caro saluto
Ugo


Risposta del sacerdote

Caro Ugo,
1. sì, questo era già il sentire degli ebrei prima della venuta di Cristo.
In Dt 6,5 (e non in Dt 5,24) si comanda di amare Dio con tutto il cuore e in Lev 19,18 troviamo il precetto dell’amore del prossimo come noi stessi: “Non ti vendicherai e non serberai rancore contro i figli del tuo popolo, ma amerai il tuo prossimo come te stesso. Io sono il Signore”.

2. Dal testo di Lev 19,18 si desume anche chiaramente che per prossimo s’intendevano i figli d’Israele (i figli del tuo popolo).

3. In Proverbi 3,28 troviamo un’altra affermazione, assai significativa: “Non dire al tuo prossimo: «Và, ripassa, te lo darò domani», se tu hai ciò che ti chiede”.
La Bibbia di Gerusalemme commenta: “Il prossimo originariamente era il compagno, l’amico, il commensale, cioè l’uomo con il quale si hanno precise relazioni. Ma nei Pr questa parola acquista un significato più largo. È il primo passo vero l’allargamento del precetto dell’amore (Lv 19,18), che culminerà nel precetto evangelico dell’amore dei nemici (Mt 5,43ss)”.

4. Contestualmente a Lv 19,18 si hanno già nell’Antico Testamento alcuni riferimenti all’amore per i nemici: “Quando incontrerai il bue del tuo nemico o il suo asino dispersi, glieli dovrai ricondurre. Quando vedrai l’asino del tuo nemico accasciarsi sotto il carico, non abbandonarlo a se stesso: mettiti con lui ad aiutarlo” (Es 23, 4-5); “Se il tuo nemico ha fame, dagli da mangiare; se ha sete, dagli da bere” (Pr 25,21).

5. Ma questo comando sarà ulteriormente esplicitato e reso possibile soprattutto nel Nuovo Testamento: “Avete inteso che fu detto: amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico; ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, perché siate figli del Padre vostro celeste che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti… Siate dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste” (Mt 5,45.48).
Anzi, col Nuovo Testamento ci viene data la forza per un amore così grande: “perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato” (Rm 5,5).

Ti saluto, ti prometto un ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo