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Quesito
Caro Padre Angelo
Mensilmente faccio dire una messa per i defunti della mia famiglia che “prenoto” in anticipo, alcune volte capita però che il sacerdote durante la preghiera dei fedeli non legga il foglietto dove sono scritti i nomi defunti (o della famiglia) verso cui è rivolto il sacrificio eucaristico oppure se vi sono anche altri defunti ometta (sia pur involontariamente) alcuni nomi. So che il Buon Dio non ha certo bisogno di foglietti, che comunque durante ogni messa vengono ricordati tutti i defunti e che non c’è bisogno di comunicarlo ai fedeli presenti però mi chiedo se il sacerdote non dev’essere consapevole al momento della consacrazione dei defunti per cui celebra.
Vorrei inoltre sapere se è bene far celebrare una messa “nominativa” ossia per singolo defunto oppure visto che i legami familiari erano molto stretti (mio padre e i miei nonni, suoi genitori) possa farlo per famiglia.
Un altro dilemma: sono figlio unico, ma i miei genitori prima di me hanno avuto 3 aborti spontanei di pochi mesi, un amico appartenente a Rinnovamento nello Spirito mi ha detto che comunque sarebbe stato bene far celebrare una messa anche per loro, cosa che ho fatto il 28 Dicembre scorso giorno dei martiri innocenti, è stato bello perché li ho sempre considerati parte di me e della famiglia e l’idea di poter fare qualcosa per loro mi ha reso felice però mi chiedo se queste anime pure non essendo neppure nate ne avevano bisogno, so che i comunque la messa celebrata sarà comunque destinata a qualche anima del purgatorio, ma vorrei che mi chiarisse questo dubbio.
Infine le chiedo di spiegarmi il valore di una messa fatta dire per la propria persona o per altre in vita.
So che molte anime del paradiso sorrideranno mentre sto scrivendo tutto questo però sono dei piccoli dubbi che periodicamente mi assillano spero quindi che riuscirà a chiarirmeli una volta per tutte.
La ringrazio in anticipo
Fabio
Risposta del sacerdote
Caro Fabio,
1. quando il sacerdote applica la celebrazione della Messa per un particolare defunto non si richiede che nel momento della consacrazione pensi al defunto.
È sufficiente che prima della Messa sappia per chi celebra.
Del resto questo attenzione è quella richiesta comunemente in tutte le nostre azioni. Ti faccio un esempio banale: quando mangiamo pensiamo a molte cose e parliamo di mille cose. Tuttavia sappiamo bene che cosa facciamo e lo facciamo bene.
Durante la consacrazione il sacerdote può essere assorbito dal pensiero dell’immolazione di Cristo che lava i peccati del mondo, può pensare a qualche momento della passione e della morte del Signore o dell’ultima cena.
Ma il frutto destinato al defunto per cui si celebra non viene decurtato. Anzi, il beneficio può essere ancora più grande se il sacerdote celebra con maggior fervore.
2. Si può far celebrare la Messa sia per un solo fedele defunto sia per più fedeli defunti.
Tuttavia, siccome il beneficio che noi traiamo dalla Messa è finito, gioviamo maggiormente ad un defunto se applichiamo solo per lui che associandolo ad altri.
È vero che il sacrificio di Cristo ha in se stesso un valore infinito. Ma il beneficio che noi ne traiamo è sempre finito.
Un pò come il sole: in se stesso ha un potere enorme di riscaldare. Ma se noi siamo molto lontani da lui o siamo mal posizionati, il beneficio che ne ricaviamo è minore.
Pertanto puoi comportarti così: in alcuni casi fà celebrare la Messa solo per un defunto (ad esempio nel giorno anniversario). In altri casi puoi accumulare tutti i tuoi cari.
3. Hai fatto molto bene a far celebrare la Messa per i tuoi fratellini abortiti. In questo caso però la Messa non veniva celebrata in loro suffragio, ma per la loro maggior gloria.
E la loro maggior gloria consiste in questo: che Dio conceda loro di dispensare dal cielo nuove grazie, in particolare su coloro che li vogliono onorare.
Penso che il senso di contentezza che hai provato dopo aver fatto celebrare la Messa sia un segno della benevolenza del cielo nei tuoi confronti.
4. Mi chiedi quale sia il significato della celebrazione della Messa per una persona viva.
A questo proposito dobbiamo ricordare che quattro sono i fini del sacrificio eucaristico.
Vi è anzitutto un fine di adorazione.
Vi è poi un fine di ringraziamento.
In terzo luogo vi è un fine di espiazione dei peccati.
In quarto luogo vi è un fine di implorazione di grazie.
Quando noi celebriamo per un defunto, in genere, facciamo celebrare in espiazione dei peccati (il suffragio).
Quando invece si celebra per un vivo, il più delle volte avviene per domandare una grazia, oppure per chiedere protezione, oppure per ringraziare dei benefici ricevuti (per aver ottenuto una grazia, per aver ricevuto il dono della fede…) oppure in onore della Beata Vergine o dei Santi perché il Signore li glorifichi ulteriormente concedendo loro di effondere dal cielo nuove grazie.
5. I Santi del paradiso saranno ben contenti che tu abbia chiesto spiegazioni sulla realtà più cara e più preziosa che noi possediamo insieme con loro: il sacrifico di Gesù, che ha un valore eterno e che attende di portare i suoi inesauribili benefici a tutti.
Ti ringrazio molto delle domande che mi hai fatto.
Penso che ti ringrazieranno anche i nostri visitatori.
Ti assicuro un ricordo nella celebrazione della Messa e ti benedico.
Padre Angelo