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Quesito
Buon giorno Padre Angelo,
se lo ritiene opportuno acconsento che questa mail venga resa pubblica, affinché possa essere di chiarimento anche ad altri che hanno i miei stessi dubbi.
Nei giorni scorsi mi sono imbattuto in una pubblicazione dove si diceva che la Chiesa non ritiene corretto il fatto di fare le consacrazioni alla Vergine Maria, perché da quello che ho capito la consacrazione viene fatta solo a Dio con il battesimo.
Vorrei che mi chiarisse la questione.
Non ho capito se è solo il termine errato e sarebbe quindi più appropriato usare affidamento piuttosto che consacrazione oppure il problema è proprio di passare per la Madre di Dio come mediatrice.
Però anche riguardo a questo ho dei dubbi perché Gesù stesso ci ha detto di vederla come Madre.
Ho letto il Trattato della vera devozione alla Vergine Maria e lì il Montfort parla di consacrazione, come lo stesso San Massimiliano Kolbe.
Pure la Madonna a Fatima parla di consacrazione.
Quindi non so più cosa pensare. Vorrei che mi chiarisse un po’ la questione.
Secondo lei una persona che ha fatto la consacrazione a Maria ha in qualche modo sbagliato a rivolgersi direttamente a lei e a offrirle le proprie azioni sofferenze e preghiere?
La prego di rispondere anche a questo punto che non ho ben chiaro.
La ringrazio in anticipo per il tempo che dedica a tutti noi.
Grazie.
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. per capire qualche cosa in questo contenzioso per cui si parla di consacrazione o di affidamento a Maria è necessario ricordare che cosa significa la parola consacrazione.
Consacrare o rendere sacra una determinata realtà significa sottrarla all’uso profano e destinarla esclusivamente al culto di Dio.
Così un luogo viene consacrato e conseguentemente detto sacro quando è sottratto all’uso comune (mangiare, giocare, dormire…) per dedicarlo solo al culto di Dio.
La stessa cosa si dice degli oggetti sacri, come il calice, la pisside, l’ostensorio… e anche delle vesti sacre, quelle ad esempio che il sacerdote usa per celebrare la Messa: tutte queste realtà non vengono più usate secondo la consuetudine comune della gente, ma esclusivamente per il culto di Dio.
2. Anche le persone vengono consacrate.
Tutti i cristiani mediante il Battesimo vengono consacrati a Dio.
Tutta la loro vita non dovrebbe più essere vissuta per fini umani o terreni come i pagani, ma esclusivamente per fare di ogni azione un’offerta di amore e di lode a Dio.
Per questo San Paolo dice: “Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, a offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale.
Non conformatevi a questo mondo, ma lasciatevi trasformare rinnovando il vostro modo di pensare, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto” (Rm 12,1-2).
Questa consacrazione del Battesimo viene significata in modo particolare con l’unzione del sacro crisma che viene fatta dopo il lavacro dell’acqua.
I cristiani ravvivano questa consacrazione ricevuta nel Battesimo con le parole della preghiera Ti adoro, mio Dio… che recitano al mattino appena desti dal sonno. Dicono infatti: “Ti offro le azioni della giornata, fà che siano tutte secondo la tua santa volontà e per la tua maggior gloria”.
3. Questa consacrazione generale della nostra vita e delle nostre azioni non impedisce che all’interno del popolo cristiano vi siano delle persone che hanno anche una consacrazione specifica perché nella loro professione sono dedicate esclusivamente al culto di Dio, come i sacerdoti e i religiosi.
Quella battesimale dunque è una consacrazione generale ed è di tutti.
Quella dei sacerdoti e dei religiosi è un’ulteriore consacrazione perché è specifica o particolare: sono dedicati solo al culto e alle opere di carità. Nella carta d’identità dove è scritto professione: aggiungono religiosa.
Questa consacrazione specifica è un bene preziosissimo perché è ordinata a servire il popolo cristiano nella linea del culto e della carità.
In altre parole è ordinata a servire tutti i cristiani perché vivano meglio la loro consacrazione battesimale.
4. Ebbene, questo discorso serve a far capire che accanto alla consacrazione a Dio che tutti i cristiani ricevono col Battesimo non è escluso che vi possa essere un’altra consacrazione che aiuta a vivere meglio la propria consacrazione a Dio.
Come ognuno vede, è proprio qui che si trovano le radici di quella che viene chiamata consacrazione a Maria.
5. Ma procediamo per gradi, perché la parola consacrazione a Maria è venuta fuori solo negli ultimi secoli.
Ebbene, tutti sappiamo che Cristo dalla croce ci ha affidati a Maria, dicendo “Figlio, ecco tua madre” (cfr. Gv 19,27).
San Giovanni, che in quel momento rappresentava tutti noi, la prese tra i suoi beni più preziosi.
Con questo affidamento Gesù vuole che Giovanni impari ad amare e a servire il Signore come ha fatto la Madonna e a ricevere protezione da Lei.
6. Dal momento che Gesù ha affidato Giovanni alla Madonna, la parola affidamento è esatta.
Ma alcuni hanno voluto sottolineare qualcosa di ancor più prezioso.
Poiché il Signore viene introdotto nel mondo per mezzo di Maria e ugualmente viene introdotto nelle anime attraverso la sua mediazione come appare in maniera eloquente a Cana di Galilea e come Cristo manifesterà dalla croce, si vuole che l’affidamento a Maria non sia soltanto un imparare da Lei e un ricevere protezione ma che diventi una dedizione e un’offerta totale delle proprie azioni a Maria per metterle al suo servizio per la sua opera di madre nella grazia e di madre nella fede.
Come si vede, non è una consacrazione alternativa a quella nei confronti di Cristo, ma è ordinata a far vivere meglio la propria consacrazione e la propria offerta a Cristo perché la si vive con il cuore purissimo e santissimo di Maria e perché sia tutta al servizio della Madonna che da Cristo ha ricevuto il compito di esser madre nella vita di grazia e della fede.
Tutto viene donato a Lei per aprirle ovunque la strada al compimento della sua opera, che è tutta orientata a generare e a consolidare la presenza di Cristo nelle anime.
Per questo i primi domenicani erano stati definiti frati che servono a Dio e alla Beata Vergine Maria.
7. Pertanto la parola affidamento è giusta.
E qualcuno la usa al posto di quella di consacrazione perché teme che la consacrazione a Maria sia alternativa a quella di Cristo o non metta in luce la consacrazione ricevuta nel Battesimo.
Ma la parola consacrazione indica una volontà ancora più forte, un legame più stretto con Maria nella sua opera di madre della grazia e madre della fede.
Totus tuus ego sum, sono tutto tuo. E cioè: non c’è niente in tutto quello che io vivo, che faccio e che soffro che non venga offerto a Dio solo con il mio misero cuore.
Ma tutto è vissuto, fatto e sofferto con il cuore di Maria, che volentieri mi dona il suo perché è Madre.
Nello stesso tempo tutto viene messo a servizio di Colei che è Madre della grazia e della fede per generare Cristo nel cuore degli uomini e per consolidare il suo Regno dentro di loro.
È una consacrazione piena di amore per Dio e di amore per il prossimo.
8. Pertanto non si tratta di una consacrazione alternativa a Cristo o che non termini a Cristo.
La consacrazione a Maria viene fatta proprio perché la consacrazione di noi stessi a Cristo sia più bella, più fruttuosa e più ricca di carità.
È tutta funzionale a Cristo.
Ed è uno dei doni più preziosi che Cristo ci ha fatto perché possiamo portare frutto e perché il nostro frutto sia duraturo (cfr. Gv 15,16).
Ti ringrazio del quesito che mi ha fatto, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo