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Quesito

Rev. Padre Angelo Bellon,
vorrei sapere se la natura umana integra della SS. Madre di Dio, concepita senza peccato e pre-redenta in vista dell’Incarnazione, differisca in qualcosa rispetto alla natura umana integra posseduta da Adamo ed Eva antecedentemente al peccato originale, e quali caratteristiche abbiano/avessero le loro nature umane integre che le differenziano dalla natura umana segnata dal peccato originale.
La saluto cordialmente.
Michele


Risposta del sacerdote

Caro Michele,

1. la natura umana ricevuta dai nostri progenitori, a motivo della grazia originale nella quale essi sono stati creati, godeva di alcuni doni preternaturali quali la scienza infusa, l’immunità dal dolore e dalla morte.

2. Il Catechismo della Chiesa cattolica ricorda che in forza di questa santità originale “tutte le dimensioni della vita dell’uomo erano potenziate dall’irradiamento di questa grazia.
Finché fosse rimasto nell’intimità divina, l’uomo non avrebbe dovuto né morire (cfr Gn 2,17 e 3,19) né soffrire (cfr Gn 3,16)” (CCC 376).
Inoltre la loro natura – ancora integra – non era segnata dalla triplice inclinazione al male di cui parla San Giovanni in 1 Gv 2,16.
Per questo il Catechismo della Chiesa cattolica soggiunge: “L’armonia interiore della persona umana, l’armonia tra l’uomo e la donna (cfr Gn 2,25) infine l’armonia tra la prima coppia e tutta la creazione costituiva la condizione detta «giustizia originale»” (Ib.).

3. La Madonna ha ricevuto fin dal primo istante della sua esistenza un grado di santità superiore a quello di tutti gli Angeli e di tutti i Santi messi insieme.
Pertanto la sua santità ha superato all’eccesso quella ricevuta dai nostri progenitori.
Tuttavia – sebbene priva di qualsiasi peccato e di ogni inclinazione al male – ha ricevuto una natura umana che portava le ferite del peccato originale.
Per questo era soggetta al dolore e alla morte.

4. Del resto anche Gesù, il Figlio d Dio fatto carne, portava nel suo corpo i segni del peccato originale.
Poteva assumere una natura più integra ancora di quella di Adamo ed Eva, ma non volle. Scrive la lettera agli Ebrei: “Perciò doveva rendersi in tutto simile ai fratelli, per diventare un sommo sacerdote misericordioso e degno di fede nelle cose che riguardano Dio, allo scopo di espiare i peccati del popolo.
Infatti, proprio per essere stato messo alla prova e avere sofferto personalmente, egli è in grado di venire in aiuto a quelli che subiscono la prova” (Eb 2,17-18).

5. San Tommaso porta tre motivi sulla convenienza che la carne di Gesù fosse soggetta alle debolezze umane.
Eccoli:
“Era conveniente che il corpo assunto dal Figlio di Dio soggiacesse alle debolezze e deficienze umane, e questo principalmente per tre ragioni.
Primo, perché il Figlio di Dio, assunta la carne, è venuto nel mondo precisamente per espiare il peccato del genere umano. Ma uno espia per il peccato di un altro quando assume su di sé la pena dovuta al peccato altrui.
Ora, i difetti corporali, quali la morte, la fame, la sete e simili, sono pene del peccato che è stato introdotto nel mondo da Adamo, come si esprime San Paolo: “A causa di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo, e con il peccato la morte” (Rm 5,12). Era perciò conveniente al fine dell’incarnazione che Cristo nella nostra carne prendesse tali penalità in nostra vece, secondo le parole del profeta: “Veramente si è addossato i nostri dolori” (Is 53,4).
Secondo, per facilitare la fede nell’incarnazione. Non essendo infatti la natura umana conosciuta dagli uomini se non come soggetta a questi limiti corporali, qualora il Figlio di Dio avesse assunto una natura umana priva di essi, si sarebbe dubitato che egli fosse vero uomo e avesse preso vera carne e non fantastica, come hanno detto i Manichei. Per questo è scritto in San Paolo: “Spogliò se stesso prendendo forma di servo, divenendo simile agli uomini e dimostratosi uomo nel suo modo di vivere” (Fil 2,7). Cosicché lo stesso Tommaso fu ricondotto alla fede dalla constatazione delle ferite, come racconta il Vangelo (cfr. Gv 20,26ss).
Terzo, per darci esempio di pazienza, sopportando con fortezza le sofferenze e i difetti umani. Per cui dice l’Apostolo: “Ha sopportato contro di sé tanta ostilità da parte dei peccatori perché non vi stanchiate né vi perdiate d’animo” (Somma teologica, III, 14,1).

6. Sono gli stessi motivi per cui Maria, chiamata a diventare la Madre del Redentore, fu sottoposta alla morte e alle altre penalità della vita presente, pur essendo priva di ogni forma di peccato e santificata in una maniera in qualche modo infinita.

Ti benedico, ti ricordo al Signore e ti auguro ogni bene.
Padre Angelo