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Quesito
Caro Padre Angelo,
leggo spesso il suo sito e ho trovato una sua risposta che mi ha lasciato un po’ perplesso.
Dice così:
"3. "Anche i cristiani, quando si trovano privi della grazia di Dio e sono in peccato mortale, continuano ad avere la capacità di compiere molte opere buone, che non sono però meritorie per la vita eterna perché non sono vivificate dalla grazia.
4. Dobbiamo ritenere anche che a quelli che appartengono ad altre religioni viene data la grazia. Cristo infatti è morto per tutti. Lui stesso è la luce vera che illumina ogni uomo (Gv 1,9). E poiché vuole condurre tutti alla salvezza, a tutti offre la sua grazia, anche se ne sono ignari. Il Concilio Vaticano II dice: “E ciò vale non solamente per i cristiani, ma anche per tutti gli uomini di buona volontà, nel cui cuore lavora invisibilmente la grazia” (GS 22). E allora, in forza di questa grazia, le loro opere diventano meritorie soprannaturalmente."
L’avrò interpretata male ma sembra che i cristiani, in peccato mortale, non abbiano merito per ciò che fanno di buono, al contrario dei pagani dove se fanno del bene, è perchè illuminati da Cristo e quindi meritori nelle loro opere?
Io penso che se il battesimo rappresenta la riconciliazione dell’uomo con Dio, i non battezzati abbiano sempre il peccato originale su di loro e che quindi, generalmente parlando, siano sempre meno accetti da Dio.
Mi dica dove sbaglio Padre Angelo perchè, come le dicevo, sono perplesso.
Cordialmente.
Stefano
Risposta del sacerdote
Caro Stefano,
1. in parte hai capito bene e in parte procedi da una premessa sbagliata.
Hai capito bene quando scrivi che i battezzati privi della grazia di Dio, pur compiendo opere buone, non meritano per la vita eterna.
Gesù ha detto: chi non raccoglie con me, disperde” (Mt 12,30).
2. Parti invece da una premessa sbagliata quando dici che i non battezzati abbiano sempre il peccato originale.
Senti il ragionamento di San Tommaso: dal momento che Dio vuole che tutti gli uomini si salvino, a tutti deve offrire la grazia santificante.
In linea ordinaria la offre nel Battesimo.
A quelli che non hanno la possibilità di ricevere il Battesimo la offre per vie misteriose che noi non conosciamo. Ma queste vie misteriose ci devono essere, altrimenti in che modo la volontà di salvare tutti gli uomini diverrebbe efficace?
3. San Tommaso dice che gli uomini, arrivati all’uso di ragione, compiono per la loro vita un’opzione di fondo per il bene o per il male.
E pensa che se compiono un’opzione di fondo per il bene, Dio comunichi loro la grazia santificante.
La comunicazione della grazia, ipso facto, cancella per via non sacramentale il peccato originale, perché la presenza della grazia santificante è incomponibile con la macchia del peccato originale.
4. San Tommaso si pone la questione in termini che potrebbero sembrare del tuto accademici.
Si domanda infatti se in una persona possa essere presente il peccato veniale col solo peccato originale.
E dice di no.
Perché quando uno arriva all’uso di ragione, se compie un’opzione di fondo per il male, compie un peccato montale. E allora gli rimane il peccato originale insieme col peccato mortale.
Se invece compie un’opzione di fondo per il bene, la compie sorretto dalla grazia salvifica di Dio e questa rimette il peccato originale.
Sicché anche i non battezzati possono essere in grazia di Dio.
5. Ma ecco le sue precise parole: “È impossibile che il peccato veniale si trovi in un uomo con quello originale senza un peccato mortale.
E la ragione è che, prima degli anni della discrezione, l’età che impedisce l’uso della ragione scusa l’uomo dal peccato mortale: per cui a maggior ragione lo scusa dal peccato veniale, qualora commettesse delle colpe veniali nel loro genere.
Quando invece l’uomo comincia ad avere l’uso di ragione non viene scusato né dalle colpe veniali, né dal peccato mortale.
Ma la prima cosa che allora si presenta alla sua mente è il deliberare di se stesso.
E se uno ordina se stesso al debito fine, con la grazia riceve la remissione del peccato originale.
Se invece non ordina se stesso al debito fine, secondo la discrezione di cui è capace a quell’età, pecca mortalmente, perché non fa ciò che è in suo potere. E da allora non potrà esserci in lui il solo peccato veniale, senza il mortale, se non dopo aver conseguito la remissione di tutti i peccati mediante la grazia” (Somma teologica, I-II, 89,6).
6. In conclusione: se i non battezzati hanno accolto la grazia santificante per via extrasacramentale, compiono opere meritorie e sono graditi a Dio.
Mentre i battezzati, che hanno perso la grazia, perdono anche il merito per la vita soprannaturale.
È questo il motivo per cui il Signore può dire ai battezzati ma privi della grazia: “Non chiunque mi dice: «Signore, Signore», entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. In quel giorno molti mi diranno: «Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demòni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi?». Ma allora io dichiarerò loro: «Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l’iniquità!»” (Mt 7,21-23).
Ed è ugualmente questo il motivo per cui può dire dei non battezzati: “Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. Ed ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi” (Lc 13,28-30)
Ti auguro un Santo Natale e un buon onomastico per S. Stefano.
Ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo