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Quesito
Caro Padre Angelo,
Le scrivo per cercare di trovare una soluzione con il mio attuale ragazzo.
Stiamo insieme da qualche mese, 8 per la precisione ma da 4 lui ha ritrovato Gesù ed è finalmente felice. Premettendo che io sono agnostica (credo in Dio ma non a tutto ciò che riguarda la religione perché purtroppo (?) sono una persona molto razionale e se non vedo non credo, anche se ai miracoli o alle apparizioni credo, senza ombra di dubbio), non comprendo alcuni suoi determinati comportamenti. Da 4 mesi non abbiamo più rapporti sessuali, niente preliminari, nulla. Io ho faticato (e fatico ancora) ad accettare questa situazione ma anche se non mi va a genio, proseguo la relazione perché gli voglio veramente bene. Tra alti e bassi (più bassi che alti) abbiamo continuato la nostra storia ma ogni volta che cerchiamo di trovare un equilibrio lui se ne esce con nuovi precetti: l’ultimo, avvenuto proprio oggi, è che se si eccita (cosa che lui ovviamente vorrebbe fare ma non può dato che cattolico e praticante), offendiamo Dio. Se lo bacio con più passione (i cosiddetti “colombini”), si eccita e quindi offendiamo Nostro Signore. Praticamente preferirebbe avermi come amica invece che come sua fidanzata perché così non rischio di farlo eccitare. Io, nonostante appartenga ad una comunità cristiana, nonostante abbia preso i sacramenti, nonostante abbia frequentato la Chiesa per molto tempo e anche una scuola gestita da suore salesiane, ho trovato il mio equilibrio con Dio; credo nella sua esistenza ma fatico a comprendere molte regole da lui dettate, come l’errore dei rapporti prematrimoniali, la convivenza, l’aborto, l’omosessualità. Trovo questo qualcosa di bigotto in una società sempre più moderna in cui la religione e la Chiesa dovrebbero aprire un po’ più le vedute.
Io penso che il mio ragazzo stia esagerando. Stia esagerando perché mi sta portando letteralmente all’esasperazione. Ho accettato tutti i suoi bisogni mettendo me in secondo piano per il suo bene, ovviamente. Cerco di trattenere i miei istinti che mi porterebbero a “peccare” (come direbbe lui). Ma questa nuova sua richiesta a proposito dell’evitare l’eccitazione anche sui semplici baci mi ha mandato su tutte le furie. Gli voglio bene ma così mi castra totalmente. Io sono una personale passionale, ho bisogno del contatto fisico, degli abbracci, dei baci (più profondi), delle carezze (non intime perché per il suo bene ci ho rinunciato). Quando l’ho incontrato e mi sono lentamente legata a lui, ho fatto pensieri che mai avevo avuto con nessuno, pensieri sul futuro, quindi questo può voler dire pur qualcosa. Ma se questa relazione inizia a diventare nociva per me, ma aria pura per lui, io sono pronta anche a rinunciare per il MIO bene, questa volta. Quindi io le chiedo:
1. l’eccitazione è peccato? I gesti di affetti semplici in una relazione possono indurre al peccato se entrambi si è consci di non andare oltre?
2. Una relazione priva di affetto è considerata relazione sentimentale? (io la mia risposta già ce l’ho e per me è NO)
La ringrazio infinitamente.
C.
Risposta del sacerdote
Carissima C.,
purtroppo solo oggi sono giunto a rispondere alle mail del 13 maggio. Me ne dispiace e te ne domando scusa.
1. Parto dal punto più importante, che è il tuo rapporto con Dio. Mi dici che finalmente hai raggiunto un equilibrio nel senso che credi nella sua esistenza, ma fatichi “a comprendere molte regole da lui dettate, come l’errore dei rapporti prematrimoniali, la convivenza, l’aborto, l’omosessualità”. E concludi: “Trovo questo qualcosa di bigotto in una società sempre più moderna in cui la religione e la Chiesa dovrebbero aprire un po’ più le vedute”.
2. Da queste tue affermazioni Dio ne esce un pò… malconcio.
Sì, è esistente, e chi può metterlo in dubbio quando tutto ci parla di lui!
Ne parla a suo modo perfino una goccia d’acqua che sta unita a se stessa secondo leggi mirabili che noi fatichiamo a conoscere.
Senza dire del corpo umano, della composizione delle sue cellule, di quanto racchiudono in se stesse, della loro formazione…
E senza dire del cosmo e dell’universo per cui giustamente diciamo: “I cieli e la terra sono pieni della tua gloria”.
L’autore sacro osserva: “Quanto sono amabili tutte le sue opere! E appena una scintilla se ne può osservare” (Sir 42,22).
3. Ebbene la sapienza divina, che è infinita e che da noi è conoscibile solo in minimissima parte, nelle norme morali (che sono ordinate a conservare pura la nostra capacità di amare e nello stesso tempo a parlarci di un altro amore in ordine al quale ha senso l’amore fra le persone umane) troverebbe qui una brutale e inconcepibile battuta d’arresto.
4. Mi dici che non sei portata a credere perché sei razionale.
Anch’io sono razionale e ti dimostro invece come non sono razionali le tue argomentazioni.
Comincio da quello che tu definisci un errore da parte di Dio: vietare l’aborto.
Cerchiamo dunque di essere razionali: che cos’è l’aborto procurato? Perché è di questo aborto che parliamo, non di quello naturale
L’aborto è la soppressione di un essere umano innocente e indifeso.
Lo si uccide perché è indifeso
Ebbene, chi ci conferisce questo potere perverso e assoluto sugli altri e contro gli altri?
Se sei razionale, devi rispondere.
Non esiste alcun diritto ad uccidere un essere umano innocente e indifeso, così come non esiste il diritto di abortire.
Non esiste il diritto a fare il male.
5. Per quanto concerne l’omosessualità cerca anche qui di essere razionale.:
Per che cosa sono fatti gli organi genitali? Qual è il motivo per cui da madre natura li riceviamo strutturati in quel determinato modo?
Evidentemente per congiungersi secondo un disegno scritto nella natura stessa dell’uomo e della donna.
Tutto ciò che viene fatto al di fuori di questo disegno non è secondo la natura di quelle capacità, ma una deformazione e anzi una perversione.
Ciò che è ordinato alla manifestazione dell’amore più alto, quello della donazione totale che comprende la capacita di diventare padre e madre, viene pervertito cercando congiungimenti innaturali, fittizi, desolanti, ributtanti e umilianti.
Non si possono neanche mettere a confronto la donazione intima e casta di due coniugi aperti alla vita e che cercano un bambino con il rapporto omosessuale.
6. Per le convivenze: sempre usando la ragione è proprio giusto e razionale vivere il proprio fidanzamento privandosi della libertà di giudicare, di andare con gli amici, di lasciarsi corteggiare da altri, di valutare altri “partiti” o soluzioni vivendo come se si fosse sposati? È razionale vivere da sposati senza esserlo? Non è una finzione, una bugia che non fa bene a nessuno?
7. I rapporti prematrimoniali che non di rado non sono seguiti da matrimonio sono cosa ragionevole?
La verginità prematrimoniale è proprio irragionevole?
Qualsiasi ragazza che abbia perso la verginità prima del matrimonio sa di aver perso l’integrità, di essere più povera, di avere profanato qualcosa che invece andava custodito come segno dell’integrità e della purezza di quel dono che andava riservato per colui che si sarebbe dato a lei eternamente col consenso coniugale.
Non c’è niente di irrazionale nella purezza e nella verginità prematrimoniale.
C’è invece molta passionalità e poca razionalità e responsabilità in un rapporto prematrimoniale in cui si finge di donarsi in totalità.
8. Come vedi, fin qui non ho parlato di Dio, non ho tirato in ballo la fede.
Ma se ci accostiamo al piano della fede per cui veniamo a sapere che tutto è stato voluto per mezzo di Lui e in vista di Lui (Col 1,16), e cioè del Cristo, allora si aprono orizzonti straordinari che fanno capire come tutte le vicende di questo mondo, compresa la vita affettiva, siano state volute per costruire qualcosa di ancora più grande che semplicemente il rapporto tra un uomo e la donna.
Questo ti è sfuggito del tutto ed il motivo per cui vedi la legge di Dio in maniera del tutto falsata, come coartante e nemica dell’amore umano.
9. Coloro che hanno capito questo, per propria esperienza personale sanno che certe manifestazioni affettive non portano a Dio e non uniscono a Lui.
Anzi, sanno che fanno perdere la sua presenza e la sua tenerezza nel più intimo dell’uomo, nel proprio cuore.
10. In conclusione: non si tratta di regolette incomprensibili da rispettare, ma di un cammino compiuto nell’orizzonte e col cuore di Dio, dove anche le sue norme rivelano il suo straordinario amore per noi: perché vuole conservare pura, duratura e sempre crescente la nostra capacità di amare.
Finora non sei ancora entrata nel “cuore” del ragazzo.
Non sei affascinata di ciò di cui è affascinato lui e che lui verbalmente non può o non riesce ad esprimere.
Ti auguro ogni bene, ti assicuro la mia preghiera e ti benedico.
Padre Angelo