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Quesito

Caro padre Angelo, 
le scrivo perché avrei bisogno di chiarezza su alcuni punti contenuti nei documenti del Concilio Vaticano II.
1. Gesù Cristo è morto per tutti o per molti? La salvezza è per tutti o per molti?
La Gaudium et Spes dice che la grazia lavora anche in tutti gli uomini di buona volontà e che Cristo è morto per tutti (GS 22), ma il Vangelo nell’ultima cena dice che il sangue di Cristo è versato per molti (ma non dice per tutti), in remissione dei peccati (Mt 26, 27-28) e che "… Chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell’uomo lo riconoscerà davanti agli angeli di Dio; ma chi mi rinnegherà davanti agli uomini sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio" (Lc 12, 8-9).

2. Passiamo ora alla Lumen Gentium (LG 16) che dice "… il disegno di salvezza abbraccia anche coloro che riconoscono il Creatore, e tra questi in particolare i musulmani, i quali, professando la fede di Abramo adorano con noi un Dio unico, misericordioso, che giudicherà gli uomini nel giorno finale".
Anche qua ho due domande. Il Vangelo (Gv 14, 6) dice: "… Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me", quindi si può arrivare a Dio senza riconoscere Gesù Cristo? L’Islam è veramente una religione abramitica?

Grazie infinite per la pazienza e la disponibilità e colgo l’occasione per porgerle gli auguri di un Felice Natale nel Signore (2019).
Simone

 


 

Risposta del sacerdote

Caro Simone,
1. San Tommaso commentando le parole di Gesù: “questo è infatti il mio sangue del nuovo testamento” (Mt 26,28) sottolinea che il primo testamento o alleanza fu stipulato da Dio con il popolo d’Israele (Es 24,8).
Ma già nell’Antico Testamento viene preannunziata un’alleanza nuova: “Ecco, verranno giorni – oracolo del Signore -, nei quali con la casa d’Israele e con la casa di Giuda concluderò un’alleanza nuova” (Ger 31,31).
L’alleanza nuova sarà stipulata per mezzo del sangue di Cristo con l’umanità intera secondo quanto viene promesso in Isaia: “Egli aspergerà molti popoli” (Is 52,15).
La traduzione italiana mette: “si meraviglieranno di lui molte nazioni”.
San Tommaso invece prende la traduzione della Volgata che riprende il testo masoretico che scrive “aspergerà”.

2. Poi San Tommaso commenta l’espressione “i molti popoli” e scrive: “Per molti, e cioè per tutti, poiché se si considera la sufficienza, si ha che «Egli è la vittima di espiazione per i nostri peccati; e non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo» (1 Gv 2,21).
Se però consideriamo l’effetto, non ha effetto se non in quelli che si salvano, e ciò per colpa degli uomini”  (Commento a Mt 26,28).
E con questo concordiamo con la citazione di Lc 12, 8-9 che hai riportato.

3. Passando alla seconda domanda riguardante il Concilio Vaticano II è vero che "il disegno di salvezza abbraccia anche coloro che riconoscono il Creatore”.
San Paolo ricorda che Dio vuole che tutti gli uomini si salvino (cfr. 1 Tm 2,4).

4. La lettera agli Ebrei ricorda il minimo di fede che è necessario per la salvezza quando dice: “Senza la fede è impossibile essere graditi a Dio. Chi infatti si accosta a Dio deve credere che egli esiste e che egli ricompensa coloro che lo cercano” (Eb 11,6).
Qui non viene indicata una fede esplicita in Cristo, ma almeno una fede esplicita nel Creatore e nel suo piano di salvezza.

5. Sicché tutti gli uomini per salvarsi devono possedere almeno questo minimo di fede.
Ecco la ragione portata da S. Tommaso: “Perché nell’essere divino (Deus est) sono incluse tutte le cose che crediamo esistere eternamente in Dio e nelle quali consisterà la nostra beatitudine; e nella fede nella provvidenza (remunerator est) sono inclusi tutti i mezzi di cui Dio si serve nel tempo per la salvezza degli uomini” (Somma teologica, II-II, 1, 7).
Le altre verità, poiché non le conoscono per colpa propria, è sufficiente che le credano implicitamente con la disposizione dell’animo (in dispositione animi).

6. Per cui le parole di Gesù: "… Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me" sono valide anche per tutti gli uomini (islamici compresi) in un duplice senso.
Primo: quelli che si salvano tra i non cristiani, si salvano solo per i meriti di Gesù Cristo che con la sua redenzione ha ottenuto per loro la grazia santificante anche se non sanno di possederla.
Infatti a chi compie il proprio dovere Dio non nega la grazia (facienti quod in se est Deus non denegat gratiam).
Secondo: non credono in Cristo esplicitamente, ma gli credono però nella disposizione dell’animo, e cioè nel senso che se venissero persuasi della sua divinità certamente crederebbero.

7. Se l’Islam sia una religione abramitica il testo della Lumen gentium non lo afferma.
Sottintende però che essi sostengono di essere discendenti di Abramo.
Ecco il testo preciso: “i quali (musulmani), professando di avere la fede di Abramo, adorano con noi un Dio unico, misericordioso che giudicherà gli uomini nel giorno finale” (LG 16).
Tu invece hai trascritto: “professando la fede di Abramo”.
Il testo latino dice: “qui fidem Abrahae se tenere (di avere) profitentes”.
Come vedi, la traduzione ufficiale che ti ho riportato è quella corretta.
Nella tua è sufficiente togliere il di avere per sostenere un’affermazione che  il Concilio non ha fatto.

Contraccambio gli auguri per il Natale 2020 nella speranza che quando questa risposta sarà pubblicata non siamo già nel 2021!
In ogni caso ti auguro ogni bene, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo