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Quesito
Gentile P. Angelo,
da un po’ sto intrattenendo, da cattolico, un dialogo con alcuni cristiani evangelici su sollecitazione di una mia amica la quale è fidanzata con uno di loro. Essendo lei cattolica, sta facendo di tutto per convertirlo. Mi ha chiesto, così, di andare sul loro blog e di scrivere qualcosa per cercare di far capire loro dove è che errano.
La questione su cui si controverte è la loro convinzione circa l’esistenza di fratelli di Gesù e circa la non verginità della Madonna. Riflettevo sul fatto che questo è davvero un tema cruciale.
“Ti porto l’esempio di mc 15,40 e gv 19, 25 nei quali si chiarisce che Giacomo e Joses erano figli di Maria di Cleofa e non fratelli di Gesù. La lingua ebraica e aramaica era povera di termini. D’altro canto anche a Napoli si dice “Fratema cugino” per indicare il cugino. In greco anche adelfos vuol dire cugino. Questo a dire come la parola va calata poi nella cultura e negli usi linguistici di contesto.
In riferimento all’altro questione relativa al sogno di Giuseppe e in particolare a Mt 1, 25, quel “non la conobbe finché etc”, l’evangelista intende evidenziare ciò che era accaduto prima e non quello che è accaduto dopo e cioè il concepimento verginale ad opera dello Spirito Santo. Vogliamo una prova del fatto che questo sia il significato? LA medesima congiunzione la trovi in Gv 9,18 ove si dice che i Farisei non credettero alla guarigione del cieco nato”Finché non furono chiamati i genitori di costui”. Forse dunque che l’evangelista voleva dire che non credettero fino ad allora, ma che poi credettero? No! Infatti sappiamo che non credettero neanche dopo.
Per quanto invece riguarda la questione del primogenito, sappiamo che nella bibbia si suole chiamare primogenito il primo figlio maschio, sia seguito o no da altri fratelli. (cfr Es 13,2; 13,13; Nm 15, 8; Eb 1,16. Anche il linguaggio profano conferiva al vocabolo il medesimo senso, come si può constatare ad esempio in un iscrizione datata approssimativamente al tempo della nascita di Cristo e rinvenuta in Egitto nel 1922: in essa è detto che una donna di nome Arsinoe “morì nei dolori del parto del suo figlio primogenito”. D’altro canto se primo genito fosse solo colui al quale seguono fratelli non gli sarebbero dovuti i diritti di primogenitura finché gli altri fratelli non fossero nati (come la Legge prescriveva). Questo è assurdo poiché la Legge comandava il “riscatto” dei primogeniti entro il primo mese dalla nascita (Nm 18, 16). Considera poi che Cristo è primogenito in senso profondissimo al di là di considerazioni biologiche.
Per quanto invece riguarda la tua affermazione concernente il rapporto personale, io sono d’accordo. Giusta la meditazione sulla parola, la quale non va stravolta o interpretata personalmente. La chiesa è direttamente fondata da Cristo proprio per mantenere l’uniformità del messaggio e la sua purezza e verità. Per farti un esempio pensa che si considerasse alla lettera l’espressione di “mogli siate sottomesse ai vostri mariti”, evidentemente si avallerebbero comportamenti discriminatori. Ma non è quello letterale il significato. D’altro canto guarda cosa accade nell’Islam dove non esiste un ‘‘autorità capace di conservare l’ortodossia. C’è chi arriva a pensare che in nome di Allah si debbano uccidere le persona.
Spero di essere riuscito a spiegarmi.
Considera anche un’altra cosa. La Madonna lì dove è apparsa, anche a Fatima, si è dichiarata Lei come l’immacolata Concezione. Ma questo è solo una cosa che da ulteriore conferma ad elementi che già esistono.”
A questo primo commento non hanno saputo argomentare. Poi però un altro interlocutore ha scritto un intervento che un po’ mi ha messo in crisi. Io sinceramente di più non so dire.
(qui tralasciamo la disquisizione sui vari significati delle parole fratello, cugino, parente, sicché il linguaggio usato nel Nuovo Testamento si lascerebbe spazio a fraintendimenti, riportando solo l’essenziale, nota della redazione): il termine greco usato è adelfòs, che significa “fratello”, e non “cugino”. Gli autori neotestamentari sanno usare un termine specifico per “parente” (sunghenès: Lc 1:36.58.61, 2:44; Mc 6:4), uno per “cugino” (anepsiòs: Col 4:10) e uno per “fratello” (adelfòs: Mt 14:2; Mc 1:16.19, 3:17, 13:12, ecc.). L’apostolo Paolo, ebreo che padroneggiava benissimo il greco, usava sunghenès per dire parente (Rm 16:11), anepsiòs per cugino (Col 4:10) e adelfòs per fratello (Gal 1:19 – e in questo caso parla proprio di Giacomo “fratello del Signore”). Quando si tratta dei fratelli di Gesù, insomma, è usato adelfòs.
Spero che possa lei suggerirmi degli argomenti atti a confutare le loro convinzioni. Le invio per questo motivo il commento in parola che mi ha messo nelle condizioni di non sapere argomentare oltre.
La saluto cordialmente e la ringrazio.
Domenico
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. non lasciarti abbagliare dall’apparente scienza di questi evangelici, che di scienza ne hanno ben poca. In genere sono molto rozzi e fondamentalisti.
Quante volte nel Nuovo Testamento si parla di fratelli (adelfoi) e questo termine viene applicato a tutti.
Perché non ti portano tutte le citazioni in cui ricorre la parola fratello?
Un dizionario base del Nuovo Testamento, curato da un protestante di indubbia serietà e competenza, dice che la parola adelfos nel Nuovo Testamento ricorre 343 volte e significa: fratello, parente, compagno di fede, compaesano, vicino, amico.
La parola sorella (adelfé) ricorre 26 volte e significa: sorella, parente, compagna di fede.
San Paolo, che padroneggia bene il greco, usa tantissime volte la parola adeòlfos, e nei significati sopra descritti.
2. Inoltre accusano la Chiesa cattolica di fornire questa versione.
E gli ortodossi non hanno la medesima fede della Chiesa cattolica? Non credono anch’essi nella perenne verginità di Maria?
Perché questo esclusivo accanimento contro la Chiesa Cattolica?
Qui puoi notare la loro malafede e ignoranza.
3. Ma la cosa più grave è a monte: l’interpretazione delle Scritture a proprio arbitrio. Mentre San Pietro dice: “Sappiate anzitutto questo: nessuna scrittura profetica va soggetta a privata spiegazione, poiché non da volontà umana fu recata mai una profezia, ma mossi da Spirito Santo parlarono quegli uomini da parte di Dio” (2 Pt 1, 20-21).
E siccome a loro questa citazione è scomoda, hanno fatto così: hanno tolto la seconda lettera di san Pietro dal novero delle Sacre Scritture.
Questo l’hanno fatto anche per altri libri della Bibbia.
4. E così arriviamo a quanto gli evangelici e i protestanti negano: il valore della Tradizione.
Essi si rifanno alla sola Scrittura.
Ma da chi ci viene detto che le Scritture sono ispirate? Da chi ci viene fornito il catalogo dei libri ispirati? Non certo dalla Scrittura, ma dalla Tradizione.
Essi stessi non possono non ricorrere alla Tradizione per conoscere il catalogo dei Libri ispirati. E perché su questo punto accettano la Tradizione e non l’accettano sull’interpretazione delle Scritture?
5. Nel secondo secolo dell’era cristiana comparve l’eresia gnostica, che dava un’interpretazione diversa della Scrittura. Che cosa hanno fatto i santi Padri? Si sono rifatti al significato che a quelle parole della Scrittura erano state date dovunque, soprattutto nelle Chiese fondate direttamente dagli Apostoli, da sempre e da tutti.
Ecco, per Tradizione s’intende proprio questo: ciò che da sempre, dovunque e da tutti è stato creduto (quod ubique, quod ab omnibus, quod a semper creditum est).
6. Venendo al nostro problema, ecco che cosa la Chiesa dei primi secoli (la Tradizione!) ha pensato sulla verginità di Maria.
Epifanio († 403) dice che la perpetua verginità di Maria è convinzione universale di fede: “Quando mai e in quale epoca uno ha osato pronunciare il nome di Maria senza subito aggiungervi, se interrogato, la Vergine?” (Adversus haereses, 1,3).
Egli afferma che il parto di Maria è avvenuto senza dolori e chiama per ben 16 volte Maria “Vergine perpetua”.
In genere il parto verginale viene interpretato come un evento che supera le leggi di natura.
Nel Sermo de Margarita, attribuito a Efrem († 373) o ad un autore siro del suo stesso periodo si legge: “La Vergine concepì senza lesione della sua verginità e partorì senza dolori… Fu lo Spirito Santo che portò nel parto ciò che non si era mai sperimentato nel parto. Perciò il nato non lese il sigillo della verginità, né la Vergine soffrì”.
Ambrogio (†397) parla di “uterus clausus, per cui Maria è la porta buona che era chiusa e non si apriva. Cristo vi è passato attraverso, ma non l’aprì” (De institutione virginis 8, 57).
La Vergine è la porta chiusa di cui parla Ez 44,1-2 (Efrem, Anfilochio, Teodoto d’Ancira, Esichio …), è il roveto ardente che non si consuma (Gregorio di Nissa), è simile alle porte chiuse del cenacolo (Ilario, Girolamo, Ambrogio, Agostino, Crisologo, Proclo, Gregorio Magno) e al sepolcro di Cristo rimasto sigillato (Efrem).
Girolamo chiama Maria virgo aeterna (Comm. in Ez., 44, 3).
Agostino († 430) afferma la perpetua verginità di Maria, la quale “vergine concepì, vergine partorì, vergine rimase” (Sermo 51, 11,18).
Quanto alla verginità del parto, Agostino, pur non entrando nei particolari, ne afferma l’integrità fisiologica: “Se al momento del parto di Cristo l’integrità corporale di Maria fosse stata lesa, egli non sarebbe più nato dalla Vergine e falsamente (non sia mai!) la chiesa confesserebbe che egli è nato dalla Vergine Maria” (Enchiridion 34).
Commentando Ez 44,2: “Questa porta rimarrà chiusa: non verrà aperta, nessuno vi passerà, perché c’è passato il Signore, Dio d’Israele” S. Agostino scrive: “Che cosa significa: ‘‘porta chiusa nella casa del Signore se non che Maria sarà sempre intatta? E che cosa: ‘‘il Signore soltanto vi entra e vi esce’ se non che lo Spirito Santo la feconderà e il Signore degli angeli nascerà da lei? E che cosa infine indicano le parole ‘‘sarà chiusa in eterno’, se non che Maria è vergine prima del parto, vergine nel parto, vergine dopo il parto?” (Sermo 195).
Leone Magno († 461) parla di Gesù “concepito da Spirito Santo dentro l’utero della Vergine madre, che lo partorì conservando la verginità, come lo concepì conservando la verginità” (Tomus ad Flavianum, 449).
S. Ildefonso di Toledo († 667) scrive il trattato De Virginitate perpetua Sanctae Mariae contra infideles, la prima opera in Occidente dedicata per intero all’esposizione delle perfezioni di Maria, e si diffonde in particolare su quella della verginità.
7. Gli evangelici sono venuti fuori di recente. Possono pensare di interpretare le Scritture senza riferirsi al significato che ad esse è stato dato per secoli?
Lo Spirito Santo fin dall’inizio avrebbe abbandonato la Chiesa per aspettare che arrivassero loro e posarsi finalmente sopra la loro testa?
Amareggia l’accanimento contro la Beata Vergine Maria, mostrato da questi evangelici, che in questo non sono per nulla evangelici, dal momento che non vogliono fare nei confronti di Maria quello che ha fatto Elisabetta quando, “piena di Spirito Santo, esclamò a gran voce: “Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo. A che debbo che la Madre del mio Signore venga a me?” (Lc 41-42).
Ha gridato forte Elisabetta quella volta. Ed era mossa dallo Spirito Santo! Perché non obbediscono e non imitano?
Perché non tributano venerazione e affetto a Colei alla quale Dio ha voluto che si volgesse lo sguardo fin dall’alba della creazione: “Porrò inimicizia tra te e la donna” (Gen 3,13).
Quella Donna non è forse Maria?
Da parte si mettono gli evangelici? E da che parte vogliono condurre con tanto accanimento e acrimonia i credenti in Cristo?
Mi complimento per la risposta che hai dato.
Ti affido a Maria e ti benedico.
Padre Angelo