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Quesito
Carissimo padre in Cristo,
Vorrei sapere qual è la differenza tra la Bibbia dei Settanta e quella utilizzata dalla Santa Chiesa di Cristo. Perché Sant’Agostino elogia la Bibbia dei Settanta mentre San Girolamo non la approva?
E perché la Santa Chiesa non utilizza quella versione? Mentre la falsa chiesa degli "ortodossi" dice che è la vera?
La ringrazio.
Che il Signor nostro Gesù Cristo la guardi sempre.
Valentina
Risposta del sacerdote
Carissima,
1. già nell’Antico Testamento molti ebrei che si trovavano nella diaspora non conoscevano più la lingua madre per cui i testi sacri, che ovviamente riguardavano solo l’Antico Testamento, erano per loro inaccessibili.
Secondo la tradizione re Tolomeo Filadelfo (285-247) chiese alle autorità di Gerusalemme di mandare alcuni dottori per la traduzione dall’ebraico al greco.
Questi, in numero di 72, si ritirarono nell’isola di Faro davanti ad Alessandria d’Egitto e tradussero i testi sacri in lingua greca.
Questa traduzione fu chiamata dei LXX (settanta).
2. A seconda della competenza dei dottori alcuni testi furono tradotti bene, altri con alcune imprecisioni o in maniera oscura.
I vangeli sono stati scritti in greco e le citazioni dell’Antico Testamento furono prese dalla traduzione dei LXX.
San Girolamo, che conosceva bene l’ebraico, vide le inesattezze e fece una sua traduzione in latino.
Nel frattempo anche la versione dei LXX venne tradotta in latino.
Sicché nella Chiesa cattolica da una parte c’erano i greci che mantenevano la traduzione dei LXX e i latini con versioni dai LXX e dall’ebraico. Inevitabilmente nacquero dissensi su alcuni passi.
3. Allora per motivi pastorali Sant’Agostino scrisse a San Girolamo una lettera, probabilmente del 403, in cui si legge: “A dir la verità io, personalmente, avrei preferito e preferirei che tu ci traducessi i libri canonici della sacra Scrittura dal testo greco della versione dei LXX.
Se infatti la tua traduzione cominciasse ad esser letta con una certa frequenza in molte Chiese, succederebbe un fatto assai penoso: le Chiese greche si troverebbero a discordare da quelle latine; la cosa sarebbe tanto più penosa in quanto ora riesce facile convincere del suo errore chi avanza delle obiezioni col mostrargli la sacra Scrittura nel testo greco, cioè in una lingua quasi universalmente conosciuta. D’ora in poi invece, se uno incontrerà delle difficoltà per qualche espressione insolita nel testo tradotto dall’ebraico e lancerà l’accusa di falsità, rarissimamente o mai addirittura s’arriverà ad avere i testi originari ebraici con cui ci si possa difendere dall’obiezione. Ammesso pure che ciò sia possibile, chi se la sentirebbe di lasciar condannare tante autorità latine e greche? A ciò s’aggiunge che anche i dotti ebrei, consultati in proposito, potrebbero rispondere diversamente; potrebbe quindi sembrare che tu fossi l’unica, indispensabile persona capace di confutarli; ma chi potrebbe comunque fare da arbitro? Sarebbe un miracolo se si riuscisse a trovarne uno!” (Lettera 71,2.4).
Sant’Agostino continua: “Per esempio, un nostro confratello d’episcopato aveva cominciato a leggere la tua versione nella chiesa a lui soggetta: era un passo del profeta Giona, da te tradotto con varianti assai diverse dal testo ormai fissato nel pensiero e nella memoria di tutti e così trasmesso per tante generazioni, e suscitò un certo turbamento.
Scoppiò allora un tale tumulto tra i fedeli, soprattutto perché i Greci lanciavano accese accuse di falsità che il vescovo – si trattava della città di Ea – fu costretto a chiederne la conferma a dei Giudei. Costoro, non si sa se per ignoranza o per malizia, risposero che i testi ebraici avevano le medesime espressioni contenute, con le stesse parole, nei testi greci e latini. A farla breve, quel poveretto fu costretto ad emendare il testo quasi fosse inesatto, nell’intento di scongiurare il grave pericolo e di non rimanere senza fedeli.
Da ciò posso arguire che tu pure sei potuto incorrere in qualche errore. Vedi quali inconvenienti possono derivare a proposito di certi brani della Scrittura che non si possono correggere mettendo a raffronto coi passi paralleli delle lingue più comuni” (Lettera 71,3.5).
4. Per i libri dell’Antico Testamento la Chiesa cattolica si rifà al testo originale, che è quello ebraico.
La traduzione dei LXX, per quanto autorevole, è una traduzione con alcune inesattezze.
La Chiesa greca ha conservato la traduzione greca dei LXX considerandola più autorevole di qualsiasi altra traduzione greca, soprattutto perché tutti nei primi secoli del cristianesimo consideravano ispirata anche la traduzione dei LXX.
5. Ancor oggi la Chiesa cattolica ritiene ispirata nel suo insieme la traduzione dei LXX, che in alcuni punti fa compiere un progresso nella comprensione.
Si pensi all’almah ebraico di Is 7,14.
Almah significa ragazza, vergine, giovane donna, giovane sposa. I LXX traducono parthénos, che significa vergine. Di qui il testo a tutti noto di Isaia: “Pertanto il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele”.
Dove è chiaro il riferimento alla Madonna, del resto già fatto proprio dall’evangelista Matteo il quale si era servito dei LXX, come si è detto: “Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele, che significa Dio con noi” (Mt 1,22-23).
6. Infine non voglio passare sotto silenzio la tua grave affermazione, quando parli di falsa chiesa degli "ortodossi".
Non sei abilitata da nessuno a pronunciare tale giudizio così grave e così inesatto.
Perché gli ortodossi hanno la successione apostolica, hanno i sette sacramenti, hanno vivissimo il senso della Tradizione, venerano Maria come madre di Dio e le tributano un culto molto grande. Anche gli ortodossi hanno Santi e Sante e hanno pure la vita consacrata in forma monastica.
Quasi tutte le realtà sante sono in comune tra i cattolici e gli ortodossi, tanto che è possibile per noi ricevere i Sacramenti in quelle chiese quando non è facile reperire una chiesa cattolica ed è possibile per loro riceverli da noi.
Ti auguro ogni bene, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo