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Quesito

Buongiorno Padre,
In questi giorni mi sono imbattuta in diversi testi tratti dalla Bibbia e non i quali non sono riuscita a capire. Potrebbe spiegarmeli?
1. Perché Dio è rappresentato come una nube di vento?
2.3.4.5.(omissis dalla redazione).
Scusi per il disturbo.
Buona giornata.
Arrivederci.

 


 

Risposta del sacerdote

Carissima,
1. è stato notato che la nube può significare una duplice esperienza religiosa: la vicinanza benefica di Dio o il castigo di colui che nasconde la sua faccia.
Ma oltre a questo la nube è il simbolo privilegiato per indicare la presenza divina: manifesta Dio pur velandolo.
 
2. Nell’Antico Testamento la nube è simbolo della presenza di Dio, della sua vicinanza o anche del suo ammonimento.
Nel libro dell’Esodo si legge che Dio guidava il suo popolo inoltrato nel deserto attraverso una nube: “Il Signore marciava alla loro testa di giorno con una colonna di nube, per guidarli sulla via da percorrere, e di notte con una colonna di fuoco, per far loro luce, così che potessero viaggiare giorno e notte.
Di giorno la colonna di nube non si ritirava mai dalla vista del popolo, né la colonna di fuoco durante la notte” (Es 13,21-22).
Si tratta di un’unica colonna che di giorno appariva oscura e fiammeggiane di notte.

3. Per mezzo di questa nube Dio si mostrava presente in mezzo al suo popolo in modo sensibile.
Inoltre gli indicava la strada da percorrere.
Era un segno tangibile della sua sollecitudine verso il suo popolo che ogni giorno nutriva con manna e con quaglie e dissetava con un’acqua che prodigiosamente usciva da una roccia che accompagnatala moltitudine.

4. Il carattere soprannaturale di questa nube è dimostrato non solo dal fatto che si spostava secondo come era necessario, ma anche perché accompagnò il popolo per quarant’anni senza interruzione.
In tal modo il popolo non fu tentato di tornare indietro.
Era simbolo della presenza di Dio che provvede agli uomini sebbene non si veda.

5. Nello stesso tempo era una presenza che assicurava protezione contro i nemici.
Si legge infatti: “L’angelo di Dio, che precedeva l’accampamento d’Israele, cambiò posto e passò indietro. Anche la colonna di nube si mosse e dal davanti passò dietro.
Andò a porsi tra l’accampamento degli Egiziani e quello d’Israele. La nube era tenebrosa per gli uni, mentre per gli altri illuminava la notte; così gli uni non poterono avvicinarsi agli altri durante tutta la notte” (Es 14,19-20).
Gli ebrei dunque potevano andare avanti serenamente, mentre gli egiziani erano paralizzati dalla più cupa oscurità.

6. Simbolo della presenza di Dio è pure la nube che si forma nel Tempio in occasione della sua consacrazione da parte di Salomone (1 Re 8,10).
Ezechiele vedrà questa stessa nube lasciare il tempio quando questo starà per essere distrutto e il popolo sarà privato dell’assistenza divina e deportato in Babilonia.

7. Ti mi chiedi della nube di vento. A dire il vero quest’espressione non c’è nella Sacra Scrittura.
Forse vuoi alludere alla presenza di Dio attraverso il vento.
Il vento è detto spirito, in ebarico ruah.
Leggo in un Dizionario di Teologia biblica, curato da J. Bauer: “Per l’antico orientale il vento è sinonimo di una forza potente e misteriosa, che i popoli pagani veneravano come divinità della natura e gli Israeliti, grazie alla superiorità del loro
monoteismo, stimavano strumento esecutivo di Dio nell’attuazione del suo piano salvifico: la
ruah rappresenta una potente forza della natura, di cui il Signore si serve per l’esecuzione dei suoi disegni in tutte le svolte decisive della tempestosa storia della salvezza.
Il vento impetuoso, capace di sradicare le montagne e di spezzare le rocce, per ordine di Dio pose fine al diluvio; al tempo delle piaghe d’Egitto, il vento dell’Est portò nella terra dei Faraoni sciami di cavallette devastatrici che il vento dell’Ovest gettò poi nel mare. Nella fuga dalla schiavitù, un forte vento di Levante aprì al popolo di Dio che era inseguito una strada di salvezza attraverso il Mar Rosso.
Con volo davvero poetico, Davide descrive come il Signore «abbassò i cieli e discese …. si lanciò e volò librandosi sulle ali dei venti. Si scoprirono le profondità del mare».
Durante la marcia nel deserto un forte vento spinse stormi di quaglie al di qua del mare e fece cadere una pioggia di manna sul popolo affamato; al momento della stipulazione del patto del Sinai un vento tempestoso, unito a un rimbombante suono di tromba, annunciò tuoni e lampi, precursori del legislatore divino” (pp. 1387-1388).
Il vento è messaggero di Dio e come il suo padrone non è visibile, ma ne senti gli effetti.

8. Talvolta Dio passa non più attraverso un vento impetuoso, ma nella brezza leggera, come capitò ad Elia: “Ed ecco che il Signore passò. Ci fu un vento impetuoso e gagliardo da spaccare i monti e spezzare le rocce davanti al Signore, ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento, un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto. Dopo il terremoto, un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco. Dopo il fuoco, il sussurro di una brezza leggera” (1 Re 19,11-12).
La Bibbia di Gerusalemme annota: Vento impetuoso e gagliardo, terremoto, fuoco, che manifestavano in Es 19 la presenza di Jahwè, sono qui solo i segni precursori del suo passaggio che è circondato da silenzio. La traduzione precisa della formula è difficile (Elia sente la voce del silenzio), ma si tratta chiaramente di rilevare l’opposizione tra questo passaggio discreto di Dio e i fenomeni cosmici terrificanti che lo precedono” (nota a 1 Re 19,12).
Qui la presenza di Dio si compie nel silenzio e attraverso di esso rende di nuovo attuali e presenti i suoi prodigi.
È quanto si attua in modo particolare nella vita contemplativa.

Auguro anche a te di essere ovunque protetta dalla nube di Dio e di gustare la sua presenza soprattutto nel mormorio di una brezza leggera.
Ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo