Questo articolo è disponibile anche in:
Italiano
Salve,
avrei una domanda. Se conoscete un minimo di storia saprete bene che gli uomini attribuivano agli dei fenomeni come la pioggia, il sole ecc. Adesso che è stato spiegato il ciclo dell’acqua e il funzionamento delle stagioni ci fa quasi sorridere che qualcuno credesse si trattasse del volere degli dei. Detto questo, che differenza credere ci sia tra questi "dei del tempo", creati per comprendere ciò che ai tempi non si riusciva a capire, e il Dio che venerate voi, usato tuttora per spiegarsi ciò che ancora non ci comprende e per convincersi che nel mondo esistano delle certezze o che esista un’entità capace di controllare il mondo? Non pensate che anche il Dio attuale sia un modo per cercare nel mondo delle sicurezze che non esistono soltanto per placare la nostra constante sete di poter avere il controllo su tutto?
Carissima,
1. superato il tentativo di non rispondere alla tua mail perché diversi nostri visitatori non vi percepiranno una particolare dolcezza, eccomi a te con toni garbati.
Ti rispondo brevemente in tre punti.
2. Se tu credi che la religione sia quello che pensi tu hai sbagliato di grosso.
Giudichi una realtà che non conosci.
Giustamente un filosofo della religione Rudolf Otto, nel suo saggio intitolato Der Heilige (il Sacro), fin dall’inizio invita "il lettore a rievocare un momento di commozione religiosa e possibilmente specifica”
Poi soggiunge: “Chi non può farlo o chi non ha mai avuto di tali momenti è pregato di non leggere più innanzi.
Perché è difficile parlare di conoscenza religiosa a colui che può ricordare i suoi primi sentimenti dell’età pubere, i propri disturbi digestivi, o, magari i suoi sentimenti sociali, ma non già i sentimenti spiccatamente religiosi" (R. Otto, Il sacro, p. 19).
Come non puoi giudicare di una sinfonia se non l’hai ascoltata, così la stessa cosa va fatta anche per la religione.
Non se ne può giudicare per sentito dire, perché la religione è anzitutto un vissuto dell’uomo.
3. La seconda cosa che dico per rispondere alla tua domanda è questa: vai a leggere i capitoli 22 e 23 del Vangelo di San Luca.
Se li leggerai con calma e non in maniera frettolosa e superficiale, comincerai a capire che cosa sia la religione e soprattutto la religione cristiana.
Sono certo che a quella lettura non ci sia cuore così di sasso che non si senta toccato.
Forse capirai che sei andata del tutto fuori strada e che parli di una cosa che esiste solo come tua costruzione mentale o di frase fatta da qualcun altro.
Nessuno dei nostri visitatori si ritroverebbe in quello che tu hai presentato come religione.
4. A proposito poi di certezze va fatta una distinzione.
C’è infatti un desiderio di certezza che è frutto di spirito maniacale. È una patologia mentale. E di questa se ne curano gli psicologi.
E c’è un bisogno di certezza che è insito nell’agire umano e che corrisponde a responsabilità morale. Si esige certezza quando si va in aereo, quando ci si mette alla guida di una macchina, quando si fanno i conti, quando si lavora in laboratorio, soprattutto quando si fanno interventi chirurgici, quando si ragiona, quando si mangia, quando si dorme, quando ci si mette per strada, quando si prendono le medicine, quando si usa il computer e via dicendo.
In fondo anche tu nella tua mail hai voluto esprimere una tua convinzione, una tua certezza.
Permetti dunque anche agli altri di avere certezza su un punto capitale della vita, qual è quello che ne rivela il senso.
E soprattutto di vivere sapendo con certezza per che cosa intendono spendersi per non sprecare la propria esistenza
Se tu vuoi vivere senza sapere perché vivi, ebbene, io rispetto i tuoi convincimenti e non ti dico di andare dallo psicologo.
Ma ti chiedo di fare la stessa cosa con chi è credente. Non dirgli che ha bisogno di andare dallo psicologo.
A parte la mancanza di rispetto dei convincimenti altrui, ti riveleresti ignara di ciò che si sperimenta quando si gode della presenza personale di Dio nel cuore.
Ti assicuro che è la cosa più bella della vita.
Mi verrebbe da augurarlo anche a te. Ma rispetto i tuoi convincimenti.
Ti auguro invece ogni bene e un felice cammino nel tuo futuro.
Padre Angelo