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Quesito
Caro Padre Angelo,
buona festa dell’Assunta.
Riguardo al punto 4 della Sua riposta (in allegato): recentemente è capitato a una mia collega (io ho solo trasentito) di dover prescrivere la crioconservazione del seme a un ragazzo cui e’ stato diagnosticato un linfoma di Hodgkin (malattia potenzialmente guaribile, del giovane). In casi come questi e’ chiaro che se il paziente non e’ sposato non può lecitamente prelevare il seme durante il coito. Non rimane pertanto altro che la masturbazione (o un prelievo chirurgico gravato da un lato di potenziali complicanze infettive, dall’altro di possibile insuccesso per il fatto di dare un seme immaturo che necessiterebbe di trattamento speciale in laboratorio che non so se sia fattibile a livello generale). E’ chiaro che il problema culturale sottostante è molto profondo e non mi sembra risolvibile in poco tempo. Spero tuttavia in un chiarimento, in modo che io possa sollevare il problema in modo costruttivo con i miei colleghi.
In Gesù e Maria,
Cristian
nota per i nostri visitatori: nel quarto punto menzionato da Christian scrivevo: Venendo alla procedura per i maschi: anche qui sono doverose delle distinzioni.
Se la raccolta viene attuata per masturbazione, non è mai lecita. L’esercizio della sessualità è sempre legato all’intimo nucleo della persona, all’oblazione e al dono di sé nell’amore totale.
Se la raccolta, anche attraverso tecnica post coitale, viene attuata per la riproduzione medicalmente assistita, ugualmente non è mai lecita. La generazione della vita umana è sempre legata ad un atto personale, ad un atto di amore totale e vicendevole dei coniugi. Non è semplicemente il frutto dell’unione di uno spermatozoo con un ovulo.
Se invece la raccolta viene fatta da una persona sposata con tecnica post coitale, con un atto aperto alla procreazione e per finalità diagnostiche, allora è lecita. Qui infatti ci si limita a raccogliere una parte o anche una buona parte del seme, lasciando all’atto coniugale il suo intatto significato unitivo e procreativo.
Risposta del sacerdote
Caro Christian,
1. il prelievo del seme mediante masturbazione in vista di una possibile fecondazione non è lecito né in una persona sposata né in una persona non sposata.
La trasmissione della vita è legata ad un atto in cui tutta la persona si raccoglie e si dona. E questo avviene solo attraverso il rapporto sponsale.
2. In merito sono molto chiare le affermazioni di Pio XII e di Giovanni XXIII:
Pio XII nel famoso discorso alle ostetriche (29.10.1951) disse che l’atto coniugale, in quanto fecondante, secondo la sua struttura naturale consta di tre elementi: di un’azione personale dei coniugi, di una loro cooperazione simultanea e di una loro cooperazione immediata (senza la mediazione di terzi).
Ancor più precisamente: “Il figlio è il frutto dell’unione coniugale, alla cui pienezza concorrono le funzioni organiche, e le emozioni sensibili che vi sono connesse, l’amore spirituale e disinteressato che le anima; nell’unità di questo atto devono essere inserite le condizioni biologiche della generazione” (Ai partecipanti al II Congresso mondiale della fertilità e della sterilità, 19.5.1956).
3. Desidero sottolineare le espressioni centrali: un’azione personale, perché tutta la persona si dona. Quando in laboratorio un tecnico cerca di far unire i gamete maschile con quello femminile, non c’è la persona degli sposi che si dona. La persona degli sposi è altrove.
Ugualmente se si tratta di inseminazione omologa, la persona del marito in quel momento non si dona. Tutt’al più assiste.
4. Pio XII parla poi di cooperazione simultanea. Ciò significa che gli sposi si donano nello stesso tempo compiendo il medesimo atto e donandosi in totalità: vale a dire con il corpo, con i sentimenti e con la propria anima. Tutta la persona è raccolta in quel momento e tutta si dona.
5. Pio XII parla anche di una cooperazione immediata (senza la mediazione di terzi): “Solo gli sposi hanno un diritto reciproco sul loro corpo per generare una nuova vita, diritto esclusivo, non cedibile, non alienabile” (29.9.1949).
6. Nella medesima linea si espresse anche Giovanni XXIII: “La trasmissione della vita umana è affidata dalla natura a un atto personale e cosciente e, come tale, soggetto alle sapientissime leggi di Dio: leggi inviolabili e immutabili che vanno riconosciute e osservate.
Perciò non si possono usare mezzi e seguire metodi che possono essere leciti nella trasmissione della vita delle piante e degli animali” (Mater et Magistra, 204).
7. Desidero commentare anche le parole centrali di Papa Giovanni.
“La trasmissione della vita umana è affidata dalla natura a un atto personale”: non si tratta solo della fusione di gameti, ma della fusione di due persone, nel cui interno avviene anche la fusione dei gameti.
e cosciente: Il coniuge, non un altro, in quel momento è chiamato ad essere cosciente. Si tratta di un atto di grandissima responsabilità: si coopera con Dio per dare la vita ad una persona umana.
Perciò non si possono usare mezzi e seguire metodi che possono essere leciti nella trasmissione della vita delle piante e degli animali: per gli animali infatti si tratta di produrre un essere che è ancora nell’ordine dei mezzi.
La persona umana, anche quella del bambino, ha valore di fine e come tale va rispettata fin dal momento della generazione: essa non è semplicemente il prodotto della fusione di due gameti, ma è un dono, ed esige di essere procreata attraverso il dono attuale e vicendevole dei suoi genitori.
8. Capisco la buona intenzione dei medici nel voler prelevare il seme per metterlo a disposizione di una possibile paternità. Ma il mezzo in se stesso è illecito, così come è illecita la crioconservazione del seme allo scopo di generare, ed è illecita sia l’inseminazione artificiale (che viene fatta nel grembo della sposa) sia la fecondazione artificiale (che viene attuata in provetta).
9. Come avrai notato, ho risposto alla tua domanda in maniera indiretta: negando la liceità dell’inseminazione o fecondazione artificiale, si risolve in radice anche il problema della prelevazione e crioconservazione del seme.
Ma venendo adesso alla domanda: se sia lecito prescrivere la crioconservazione del seme prelevato mediante masturbazione la risposta è del tutto negativa.
C’è fa chiedersi: da chi i medici che avrebbero ottenuto il potere di prescrivere la crioconservazione del seme.
Mi auguro che tu ti sia sbagliato nello scrivere perché la cosa in se stessa è incredibile e inaudita.
Inoltre nessuno può comandare ad un altri di masturbarsi, neanche a scopo diagnostico.
La masturbazione costringe una persona ad attuare un disordine grave nell’intimo nucleo della persona. Masturbarsi non è come soffiarsi il naso. Una dottoressa che comandi una cosa del genere mostra di non avere nessun rispetto per la dignità della persona che le sta dinnanzi, indipendentemente dalla fede di quest’ultima.
Perché umiliare così la vita di un giovane? Non è già abbastanza umiliato per la sua malattia?
10. Non si dica che è per la sua futura paternità: il bambino che nascerà ha diritto di essere il frutto di un vero e personale atto di amore dei suoi genitori, non di un intervento tecnico attuato da una persona esterna al matrimonio.
Ugualmente la madre ha diritto di diventare madre non come lo possono diventare gli animali, ma solo attraverso un atto di amore, solo attraverso un atto personale e cosciente.
Ugualmente il giovane è chiamato a diventare padre non donando gli spermatozoi (questo può andare bene per gli animali), ma attraverso un atto di donazione totale, personale e cosciente.
Ti saluto cordialmente, ti assicuro un ricordo nella preghiera e ti benedico.
Padre Angelo