Questo articolo è disponibile anche in: Italiano

Quesito

Caro Padre Angelo
è da un po’ che ho conosciuto il sito e che ho cominciato a leggere le sue risposte. Ultimamente stavo riflettendo su una sua risposta in cui cerca di spiegare in quali casi l’uso di contraccettivi sia tollerato, quando mi è venuto in mente il caso di una ragazza che per ragioni di salute è costretta ad assumere farmaci teratogeni la cui sospensione potrebbe aumentare il rischio di un peggioramento della sua malattia. Inoltre una gravidanza per lei comporterebbe in ogni caso l’accettare il rischio di un peggioramento della propria malattia nonché un rischio non proprio trascurabile di trasmetterla al nascituro. La ragazza in questione non è sposata ma, mi chiedevo, se fosse stata sposata basterebbero i motivi che le ho riportato per tollerare l’uso di contraccettivi? In questo caso però significherebbe tollerarli “per sempre” visto che la sua è una malattia autoimmune cronica, o tollerarli per lo meno finchè non si trovi una terapia meno dannosa per il feto. Prima di conoscere questa ragazza (è una normalissima ragazza piena di vita che si confonde tra le tante, non la si direbbe affatto malata) credevo che una situazione del genere fosse alquanto improbabile ma a quanto pare non è così.

Grazie quanto fa per tutti coloro che le pongono domande e per quanti si limitano a leggerle. Si ha sempre bisogno di chiarezza, in tutti i campi, e nel campo della fede forse il bisogno è davvero grande perchè c’è molta confusione.
Clara


Risposta del sacerdote

Cara Clara,
1. dal momento che in questa ragazza vi sono possibili effetti teratogeni (malformazioni del feto) a motivo del farmaco che assume, nel caso che si dovesse sposare dovrebbe cercare di evitare una possibile gravidanza.
Ma il metodo valido non sarà quello della contraccezione, che non fa mai crescere nella santità e nella comunione con Dio, ma quello di ricorrere ai tempi infecondi del suo ciclo. È il metodo naturale, nel quale si palesa la volontà di Dio.

2. Infatti è ben diverso prendere un farmaco per curare un malattia (e che ha anche l’effetto secondario di sospendere l’ovulazione) dal prendere un farmaco solo per sospendere l’ovulazione.
Nel primo caso uno subisce l’infertilità, nel secondo invece la produce.
Nel primo caso i rapporti sessuali non contraddicono, da parte di chi li compie, il progetto di Dio e la sua santa volontà.
Nel secondo invece ci si sostituisce a lui.

3. Pio XII aveva già detto che “Da quella prestazione positiva obbligatoria (la procreazione) possono esimere, anche per lungo tempo, anzi per l’intera durata del matrimonio, seri motivi, come quelli che si hanno non di rado nella cosiddetta indicazione medica, eugenica, economica e sociale. Da ciò consegue che l’osservanza dei tempi infecondi può essere lecita sotto l’aspetto morale e nelle condizioni menzionate è realmente tale” (29.10.1951).

4. In ogni caso, per chi vuole vivere il matrimonio secondo il progetto di Dio e tendere alla santità l’unica via è quella della conformazione alla sua volontà che porta ad amare sempre di più il proprio coniuge con il cuore di Gesù.

Ti ringrazio per la fiducia. Prometto un ricordo al Signore per te e per la ragazza di cui mi hai parlato e vi benedico tutte e due.
Padre Angelo