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Quesito
Buonasera padre Angelo,
vorrei chiederle: perché all’inizio dell’acclamazione al Vangelo si dice due volte alleluia e alla fine soltanto una?
Grazie e un ricordo nella preghiera. Buonasera padre Angelo,
il mio nome è Antonio.
Non so perché vi scrivo, forse voglio credere che lei sia in grado di rispondere a ciò che mi affligge, ma, in realtà dubito ne sarete in grado.
Sono un ragazzo di quasi 22 anni, ho sempre cercato di vivere la mia vita al meglio, conformandomi alla morale e alla Chiesa ed infine alla Volontà di Dio.
Quest’anno è stato (ed è) il più difficile della mia vita, ho dovuto affrontare dolore e sofferenza immensa e senza alcun apparente fine superiore. Ho visto all’improvviso mio nonno morire davanti ai miei occhi senza poter far nulla, ho avuto una pesante delusione sentimentale con una ragazza cattolica della quale ero profondamente innamorato (che poi, come beffa aggiuntiva, si è messa insieme alla fine ad un ateo ed anticlericale che non è neppure chissà quanto attraente fisicamente) e ho dovuto subire anche diverse umiliazioni personali e tutto invano.
Quando poi ho ricevuto quella delusione decisi di non vederla più e di soffermarmi di nuovo e solo sulla mia fede, ma no Dio doveva chiedermi di aiutarla (venendo a conoscenza tramite amico in comune) nella sua crisi di fede nonostante dovessi sopportare di vederla con un altro che la stava portando anche in quella direzione. E l’ho fatto, nonostante la riluttanza – mi dicevo, se l’amo davvero, allora devo aiutarla, nonostante possa soffrire nel processo – se non che da ciò ho ricavato solo ulteriore sofferenza al punto tale che non ce la facevo più, l’unica cosa che desideravo era soltanto che finisse il mio dolore.
Mi sono chiesto qual è il senso di tutto questo? Perché devo soffrire così tanto invano? Perché Dio mi ha fatto innamorare di una donna con la quale non ho futuro ed insiste nello stesso tempo che io non vada avanti ed oltre? Che cosa ho fatto per meritare questo? Non ho sempre cercato di servire il Signore con tutte le mie forze?
Eppure questo è quello che ricevo: miseria. Non ho mai agito rettamente cercando una ricompensa, ma vedere continuamente persone immeritevoli (non mi venite a dire che tutti meritiamo di base l’inferno, perché, allora nessuno dovrebbe ricevere nulla) ricevere premi e meritevoli punizioni, mi ha stancato. Non è giusto.
E non è che questo capita a me solo perché sono cristiano – perché ad altri cristiani che mi sono attorno non va così male come a me – ma solo a me. Perché io devo essere sottoposto a uno standard così duro, mentre gli altri no? Sapete quali mie preghiere Dio esaudiva? Solo quelle in cui gli chiedevo di non togliermi la causa della mia sofferenza, ma di darmi la forza per sopportarla.
Per mesi non una preghiera mi ha esaudito (perfino quelle in cui chiedevo conversioni), ad un certo punto mi sono stancato, ho iniziato a provare odio verso quello che ero, verso i valori morali e religiosi che professavo e che mi sembravano oramai solo favole o finzioni.
Sono arrivato al punto tale da vendere perfino l’anima al diavolo e non perché credessi potesse darmi quel che volevo, ma perché disprezzavo Dio e me stesso, perché alla fine tornavo sempre io indietro sui miei passi e senza che Dio facesse nulla per me.
Alla fine non ne ho manco avuto niente, forse perché so già che non si può vendere qualcosa di cui non si ha proprietà (l’anima). Ho perso la fiducia in Dio, non sono io ad averlo abbandonato, ma Lui me.
Tutta la mia vita l’ho dedicata a Lui, andavo ogni giorno a messa, leggevo ogni giorno la Sacra scrittura e opere di Santi, ho poi usato la mia intelligenza (sto per laurearmi in filosofia) per difendere la fede cattolica e pubblicamente sono andato contro tutti gli errori della modernità (come aborto, ideologia di genere etc.), nonostante questo mi alienasse da compagni e amici persino, ho anche per un periodo considerato seriamente la vita religiosa. E molte persone della mia comunità parrocchiale lodavano la mia grande fede e bontà d’animo. Per me Dio era tutto.
Eppure dov’è stato Dio? Come può avermi abbandonato così? Come ha potuto permettere che arrivassi a quanto sono arrivato ora se sapeva già che il verificarsi di tali circostanze avrebbe portato ciò? Deve essere indifferente a me o deve odiarmi per darmi solo la forza di continuare a soffrire, perché purtroppo a causa della Ragione non posso concludere che non esista. Si potrebbe sostenere che sia arrabbiato solo perché Dio non mi dato quello che chiedevo, ma io non gli chiedevo di esaudire i miei desideri (come ad esempio di farmi stare con la ragazza che amavo), ma di rimuoverli. Neanche quello, e certamente ciò era in Suo potere!
È come ha detto il mio confessore: “Non ha un senso quello che hai dovuto patire infatti. È solo amore”. Il punto è che se ciò è vero allora Dio non è sommamente buono o non è onnipotente, ma propendo per il primo disgiunto. Volete sapere la cosa ironica padre Angelo? Che anche quando ero furioso per tutto quello che mi stava succedendo, quando sentivo delle persone criticare la fede cristiana o la Chiesa, rispondevo in automatico in sua difesa, tanto che era diventato mio abito ciò e questo mi irritava ancora di più quando ci riflettevo perché mi mostrava quanto Dio sia ingiusto con me perché non da ad ognuno quanto gli spetta di diritto.
Per una volta almeno poteva esaudire un mio desiderio “egoistico” (che da poco mi era nato) e invece no. E quando Gli ho chiesto di rimuovermelo (il desiderio di amare e di essere amato), neanche questo ha voluto esaudire. Che cosa vuole da me Dio? Ci gode nel vedermi soffrire? Perché non mette fine alla mia vita, se tanto mi odia? Ammiro i santi che hanno scelto di soffrire per amore. Ma appunto quella è stata una scelta volontaria ed inoltre serviva a qualcosa (acquistare anime ad esempio) per questo ha avuto valore, a me e solo a me però Dio è come se volesse impormelo a forza. Non è giusto, è da tiranno o despota.
Potrei continuare, ma così allungherei troppo ed invano. Vi prego, se leggerete e risponderete, di non darmi risposte tradizionali (ho letto tutta la summa Theologiae, la summa contra gentiles, la Bibbia etc.) perché non funzioneranno con me. Ma dubito ormai che ci sia una risposta razionale a ciò.
Risposta del sacerdote
Caro Antonio,
1. capisco la tua sofferenza sia per la morte di tuo nonno sia anche per la delusione sentimentale.
Ma mettere sotto accusa Dio, dandogli del tiranno e del despota, è fuori posto.
Soprattutto quando chi lancia questi insulti dice di aver dedicato tutta la sua vita al Signore.
2. Dici di avere letto tutta la Summa Theologiae, la Summa contra gentiles, la Bibbia etc.).
Non dubito che tu abbia letto tutti questi testi, ma a quale pro?
San Tommaso all’inizio della Somma Teologica dice che “l’insegnamento cristiano è necessario per la salvezza dell’uomo (ad humanam salutem, san tommaso, Somma teologica, I, 1, 1).
L’umana salvezza consiste nel condurre l’uomo a Dio.
Se dopo aver letto la Somma teologica metti Dio sotto accusa, posso dire: “Sì, sì. L’hai letta tutta. Ma non sei penetrato in Dio. Perché l’umana salute consiste proprio in questo”.
3. Lo stesso discorso vale per la Sacra Scrittura nella quale non solo ti sono state consegnate parole di vita eterna, ma ti è stato comunicato Gesù Cristo, che è il tesoro nascosto nel campo, per il cui possesso si vende tutto quello che si ha per poterlo acquisire.
Hai venduto tutto pur di acquisire quel campo?
Oppure quel campo l’hai tralasciato?
4. Credo che in questo apparente silenzio Dio abbia voluto parlarti in maniera molto forte.
Dici che Dio si è allontanato da te, come se anche in questo stesso momento in cui mi leggi non fosse lui che istante per istante ti irrora l’esistenza, la capacità di leggere, di pensare, di amare e di agire!
La realtà è che ti sei così allontanato da lui da non vederlo più. E adesso che ti sei allontanato l’accusi di averti abbandonato!
Sant’Agostino diceva: “Deus non deserit, non prius deseratur” (Dio non abbandona a meno che prima non venga abbandonato).
5. Forse che il possesso di Gesù Cristo, che è la vita eterna donata già nella vita presente, non è più grande di quello di una ragazza che ha fatto così presto a lasciarti, a mettersi con un altro e mostrare in maniera chiara che dentro di sé non aveva nulla perché non aveva Dio?
Era l’interiore di questa ragazza che ti affascinava?
Come sarebbe stato bello se tu incontrandola avessi ricevuto in maniera ancora più forte e indelebile il dono più bello, Dio!
Per te, che hai letto tutta la Somma teologica, la Somma contro i gentili e la Sacra Scrittura, non è forse Dio l’obiettivo ultimo di tutti gli affetti e i sentimenti?
Questa ragazza non ha potuto radicarti maggiormente in Cristo perché per prima non lo possedeva. Nemo dat quod non habet (nessuno può donare ciò che che non ha).
6. Leggendo la tua mail ho avuto l’impressione che il Signore volesse rivolgere anche a te quanto si legge nell’Apocalisse: “Tu dici: Sono ricco, mi sono arricchito, non ho bisogno di nulla. Ma non sai di essere un infelice, un miserabile, un povero, cieco e nudo. Ti consiglio di comperare da me oro purificato dal fuoco per diventare ricco, e abiti bianchi per vestirti e perché non appaia la tua vergognosa nudità, e collirio per ungerti gli occhi e recuperare la vista. Io, tutti quelli che amo, li rimprovero e li educo. Sii dunque zelante e convertiti” (Ap 3,17-19).
Nessuno di questi cinque aggettivi è in più.
Talvolta nessuno, più di questi, dipinge al meglio la nostra situazione interiore.
7. Dici: “Per difendere la fede cattolica e pubblicamente sono andato contro tutti gli errori della modernità (come aborto, ideologia di genere etc.)”.
Ma gli errori della modernità come l’aborto e l’ideologia di genere non sono primariamente materia di fede.
È sufficiente la ragione per riconoscere che uccidere un bambino nel grembo di sua madre, è un delitto!
Ugualmente non c’è bisogno di scomodare la fede per dire che l’identità sessuale è scritta fin dal primo istante della nostra esistenza nella struttura del nostro essere, che è indelebile e che precede lo svegliarsi della coscienza, per cui uno si scopre geneticamente e morfologicamente maschio o femmina.
Quando hai difeso quei valori hai fatto solo una cosa: hai cercato di ragionare e di far ragionare.
8. Che cosa ti consiglio?
Quello che dice Dio nel passo dell’apocalisse che ti ho riportato: “Ti consiglio di comperare da me … abiti bianchi per vestirti e perché non appaia la tua vergognosa nudità, e collirio per ungerti gli occhi e recuperare la vista” (Ap 3,
L’abito bianco per coprire la vergognosa tua nudità è la grazia santificante che porta in te la presenza e il possesso personale di Dio.
Il collirio è “l’unzione dello Spirito Santo che insegna ogni cosa” (1 Gv 2,27) e che ti porta a dire con Giobbe: “Mi metto la mano sulla bocca. Ho parlato una volta, ma non replicherò, due volte ho parlato, ma non continuerò” (Gb 40,4-5).
9. Il Signore prosegue nell’Apocalisse dicendo: “Io, tutti quelli che amo, li rimprovero e li educo. Sii dunque zelante e convertiti” (Ap 3,19).
Sono parole che richiamano quelle che si leggono in maniera più diffusa nella lettera agli ebrei: “Pensate attentamente a colui che ha sopportato contro di sé una così grande ostilità dei peccatori, perché non vi stanchiate perdendovi d’animo.
Non avete ancora resistito fino al sangue nella lotta contro il peccato e avete già dimenticato l’esortazione a voi rivolta come a figli: Figlio mio, non disprezzare la correzione del Signore e non ti perdere d’animo quando sei ripreso da lui; perché il Signore corregge colui che egli ama e percuote chiunque riconosce come figlio.
È per la vostra correzione che voi soffrite! Dio vi tratta come figli; e qual è il figlio che non viene corretto dal padre?” (Eb 12,3-7).
La Bibbia che hai letto ti insegna anche questo!
10. Quel Dio, che è più intimo a te di quanto tu non lo sia a te stesso e che non si stanca di cercarti sebbene tu l’abbia abbandonato, ti dice infine: “Ecco: sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me” (Ap 3,20).
Sta alla porta del tuo cuore con un amico che attende con impazienza che gli si apra.
Bussa con le sue ispirazioni e anche per mezzo degli eventi della vita perché tu gli apra.
Cenerà con te. Non verrà a mani vuote.
Mi auguro che anche tu possa poi concludere insieme con Sant’Agostino: “Con quanta mia consolazione mi fu tolto a un tratto il senso dei vani piaceri! Quei piaceri che tremavo di perdere e che adesso mi era gioia il lasciare! Infatti eri Tu che me li cacciavi via. Tu vera e somma dolcezza; me li cacciavi, e in cambio di essi entravi Tu, più soave di ogni piacere, ma non alla carne e al sangue; Tu più luminoso di ogni luce, ma più interiore di ogni segreto, Tu più sublime di ogni altezza, ma non per quelli che sono sublimi in se stessi. Già l’animo mio era libero dalle dolorose preoccupazioni dell’ambizione, del guadagno e della scabbia delle passioni, inquiete e pruriginose. Esclamavo di gioia verso di Te, mia luce, mia ricchezza e mia salvezza, Signore mio Dio” (Confessioni, IX,1).
Ti auguro ogni bene, ti benedico e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo