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Quesito
Buonasera padre Angelo,
vorrei chiederle: perché all’inizio dell’acclamazione al Vangelo si dice due volte alleluia e alla fine soltanto una?
Grazie e un ricordo nella preghiera.
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. non c’è alcuna motivazione particolare nel proclamare l’alleluia due volte all’inizio del versetto introduttorio al Vangelo, e una volta sola nella sua conclusione.
È stato stabilito così probabilmente per conferire una certa snellezza.
2. Questo lo si evince anche dal fatto che quando l’alleluia viene cantato lo si ripete tre volte, tanto prima quanto dopo il versetto.
3. La tua domanda, tuttavia, offre l’occasione per ricordare la preziosità di questa acclamazione.
Innanzitutto: Alleluia è un grido di lode e di gioia che in ebraico significa: lodate Dio.
4. Il Talmud, che è una raccolta dei costumi e dei precetti morali in Israele, prescriveva di cantare 17 volte all’anno il grande Hallel, che racchiude i salmi che iniziano tutti con la parola alleluia. Proprio per questo sono chiamati salmi alleluiatici.
L’Hallel raccoglie i salmi che vanno dal 113 al 118 e venivano cantati e recitati nelle feste di Pasqua, di Pentecoste, delle capanne e della dedicazione.
Si cantavano nel tempio durante l’immolazione dell’agnello pasquale che ricordava la liberazione della schiavitù dell’Egitto.
Li si cantava anche in famiglia per la celebrazione della Pasqua.
Anche Gesù insieme con gli apostoli cantò questi salmi al termine dell’ultima cena prima di uscire per il monte degli ulivi (cfr. Mt 26,30 e Mc 14,26).
5. L’Alleluia entrò nella Chiesa insieme con i salmi.
Ne fa uso anche San Giovanni nell’Apocalisse. Egli attesta di aver sentito gli abitanti del cielo che, con una voce potente come di folla immensa, dicevano: “Alleluia! Salvezza, gloria e potenza sono del nostro Dio, perché veri e giusti sono i suoi giudizi” (Ap 19,1-2). “E per la seconda volta dissero: «Alleluia!” (Ap 19,3). “Allora i ventiquattro anziani e i quattro esseri viventi si prostrarono e adorarono Dio, seduto sul trono, dicendo: «Amen, alleluia»” (Ap 19,4).
E ancora: “Udii poi come una voce di una folla immensa, simile a fragore di grandi acque e a rombo di tuoni possenti, che gridavano:
«Alleluia! Ha preso possesso del suo regno il Signore, il nostro Dio, l’Onnipotente” (Ap 19,6).
6. Nella “Tradizione apostolica” di Ippolito (III secolo), che è un breve scritto cristiano che fa riferimento anche alla prassi liturgica del tempo, si legge che tutti dovevano dire Alleluia come risposta ad un salmo intonato dal vescovo.
7. Nei secoli IV e V l’uso dell’alleluia entrò talmente nella vita pratica dei cristiani che veniva cantato per i campi durante la mietitura, se lo scambiavano dalle imbarcazioni i pescatori e i marinai, lo usavano i soldati cristiani come grido di battaglia. Lo si usava anche nei funerali.
Successivamente si regolò l’uso dell’alleluia. Lo si poteva recitare o cantare durante tutto l’anno ad eccezione del periodo penitenziale che andava dalla domenica di settuagesima fino a Pasqua.
Durante il periodo pasquale lo si aggiunge anche nel canto di alcuni versetti come ad esempio quello previsto per la benedizione eucaristica: “Hai dato loro un pane disceso dal cielo”…
Indubbiamente, anche oggi il canto dell’alleluia, anche per la melodia che lo accompagna, suscita sempre un senso di gioia e di rendimento di grazie a Dio.
Con l’augurio che tu abbia sempre l’alleluia nel cuore, ti benedico e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo