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Salve padre,
Vorrei rivolgere questo mio dubbio che riguarda la castità e la purezza.
Noi esseri umani abbiamo bisogni necessari: bere, mangiare, dormire. 
Ecco rispetto a questi ce ne è uno che è abbastanza mal visto dalla dottrina cristiana: la sessualità (mi lasci questa forfettaria ma forse di fondo vera considerazione)
Ritengo che al pari dei bisogni prima espressi come bere mangiare dormire, abbia la stessa collocazione anche la sessualità. 
E dunque perché investire di questo bisogno come malefico? Fa parte di noi ed è connaturato a noi.
Sono più preciso, nella confidenza che mi permetto di avere come se si fosse nel sacramento della confessione, che male c’è per esempio nell’autoerotismo? È autoreferenziale e dunque non implica terzi, è strettamente necessario a sé stessi perché al pari del bisogno che abbiamo di bere e di mangiare e di dormire allo stesso modo dobbiamo anche "accontentare" certe pulsioni, le stesse che ci richiedono di mangiare e dormire! 
E dunque perché demonizzarle!?!?
Come se fosse sbagliato mangiare solo perché si ha l’istinto di mangiare o fosse sbagliato dormire perché ci serve dormire!!
La prego nella risposta di considerare nel tema della purezza soprattutto questo ultimo quesito,  che è di maggiore mio interesse poiché stando a contatto con coetanei e dibattendo di tale tema sono venuto a tali dubbi.
La ringrazio per l’attenzione, 
Cordialmente.


Risposta del sacerdote

Carissimo,
1. parto proprio dall’ultimo punto indicato nella tua mail per dire che la sessualità non è un bisogno primario.
Non si può vivere senza mangiare, né si può vivere senza dormire o senza respirare.
Si può vivere invece anche se la genitalità non viene esercitata.
In altre parole, non è un bisogno compulsivo.

2. Ma c’è dell’altro che va sottolineato.
La sessualità nella persona umana non ha una funzione semplicemente biologica e riproduttiva.
È intimamente legata al nucleo più profondo di una persona.
E questo è così vero che nessuno mostra pubblicamente quelle parti che vengono chiamate “intime” proprio perché toccano l’intimo nucleo della persona.
Alle persone che incontriamo la prima volta diamo volentieri la mano, il sorriso, ma non diamo loro il nostro corpo.
C’è qualcosa di sacro nella donazione del proprio corpo e della propria genitalità.
Per questo la violazione della genitalità altrui mediante violenza carnale è un fatto gravissimo.
Così come è gravissimo approfittare dei minori per le proprie voglie libidinose. Ne rimangono segnati per  tutta la vita.

3. Pertanto il proprio corpo (genitalità compresa) viene dato solo a chi è in grado di ricevere questo dono senza profanarlo.
Ed è in grado di riceverlo solo chi contraccambia questo dono col medesimo dono.
E come vedi, un contraccambio del genere ha vero significato solo quando c’è la donazione totale e vicendevole da parte dei due, e cioè solo col matrimonio.

4. La sessualità, dunque, è ordinata al dono, non al piacere egoistico.
Per questo aveva ragione quel maestro di vita spirituale a dire che la masturbazione è egoismo allo stato puro.
E aveva ragione quel giovane venuto a confessarsi da me e a dirmi: “dopo quegli atti mi trovo ancor più egoista”.

5. Non so se tu sia fidanzato. Probabilmente non lo sei.
Ma se la tua fidanzata sapesse che ti masturbi, rimarrebbe male. Direbbe: “ma questo è uno stravolgimento del significato della sessualità, mi vergogno di avere un fidanzato così”.

6. Ed è proprio per questo egoismo allo stato puro e per la profanazione di una funzione così alta e così intima della persona che la Sacra Scrittura dice: “Questa infatti è volontà di Dio, la vostra santificazione: che vi asteniate dall’impurità, che ciascuno di voi sappia trattare il proprio corpo con santità e rispetto, senza lasciarsi dominare dalla passione, come i pagani che non conoscono Dio; che nessuno in questo campo offenda o inganni il proprio fratello, perché il Signore punisce tutte queste cose, come vi abbiamo già detto e ribadito. Dio non ci ha chiamati all’impurità, ma alla santificazione. Perciò chi disprezza queste cose non disprezza un uomo, ma Dio stesso, che vi dona il suo santo Spirito” (1 Ts 4,3-8).

7. Lascia dunque che il Signore ti guidi con il suo Santo Spirito.
Se ti lasci guidare da Lui, ti sentirai portare in alto, anzi molto in alto.
Ti sentirai interiormente libero e finalmente anche capace di amare in maniera vera.

Ti auguro una felice e santa Pasqua.
Ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo