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Quesito
Caro Padre Angelo
leggo spesso le sue risposte sul sito Amici Domenicani, le trovo sempre molto chiare, nonché assai utili ed efficaci per rispondere in modo semplice e conciso alle critiche che spesso vengono rivolte alla dottrina cattolica.
Non so se abbia mai trattato il quesito che ora le propongo, in tal caso la pregherei di segnalarmene il luogo, perché io l’ho cercato ma non l’ho trovato.
Le chiederei cortesemente di fornire una spiegazione di Giovanni 12,40 dove Cristo, riprendendo le parole di Isaia, dice: "Ha reso ciechi i loro occhi e ha indurito il loro cuore, perché non vedano con gli occhi e non comprendano con il cuore, e si convertano e io li guarisca".
Io non riesco a coglierne il senso: perché Dio avrebbe reso ciechi costoro? E quale sarebbe quindi la loro colpa se è stato Dio ad indurire il loro cuore? Perché ad esempio nella Scrittura si dice che fu Dio ad indurire il cuore del faraone?
Mi pongo questo problema basandomi sulla mia esperienza personale di quando, ad esempio, discuto una questione come quella dell’aborto con persone che lo approvano. Noto spesso in questi casi una totale chiusura ed incapacità di comprendere le ragioni del perché l’aborto non possa essere approvato in nessun modo, eppure questa non è una questione di sola fede, ma anzi, e soprattutto, una questione di ragione.
Il passo di Giovanni che ho riportato si ricollega in qualche modo a queste situazioni?
Grazie per l’attenzione e per il suo impegno apologetico
Cordialmente
Francesco
Risposta del sacerdote
Caro Francesco,
1. nello stile biblico e orientale viene spesso presentato come fatto da Dio quello che Dio solamente permette e non impedisce.
Così nel testo che tu mi presenti si legge che Dio accecò i giudei. E si deve leggere: Dio permise il loro accecamento.
2. Lo stesso discorso vale anche per l’indurimento del cuore del faraone.
3. S. Agostino dice: “Dio non indurisce mai col dare malizia, ma col negare la misericordia, negando cioè la grazia, senza della quale il cuore del peccatore non scioglie la durezza e non si converte” (Epist. 914).
4. San Tommaso: “Dio non indurisce alcuni nel senso di inoculare la malizia, ma piuttosto nel senso di non apportare la grazia… poiché coloro che lascia indurire meritano di essere lasciati indurire da lui” (Commento a Rm 9,18).
Perché “meritano di essere induriti”?
Risponde ancora San Tommaso: “Dio non causa la malizia nel cuore, ma permette per un suo giusto giudizio che alcuni precipitino nel peccato a causa di iniquità precedenti, e in questo senso vanno intese le parole di Rm 1,24: “Dio li ha consegnati ai desideri dei loro cuori” (Commento a Rm 9,17).
Mi pare di poter dire che in queste persone vi sia un affetto e un’ostinazione al peccato tanto da risultare del tutto insensibili all’azione della grazia.
Ti saluto, ti ricordo nella preghiera e ti benedico.
Padre Angelo