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Quesito

Caro Padre Angelo,
sono un ragazzo di 20 anni che le scrive da Milano. Anzitutto le mando questa lettera per ringraziarla per tutto ciò che fa per noi che la seguiamo; mi trovo d’accordo su quasi tutto ciò che dice, e devo dire che un suo contributo in particolare mi ha cambiato totalmente la vita spirituale: mi riferisco alle sue riflessioni sul Rosario. Difatti sono anni che recito il Rosario ogni giorno, ma durante la preghiera mi concentravo prima solo sulle parole del Padre Nostro e dell’Ave Maria piuttosto che su un’attenta meditazione interiore… Non avevo idea che il Rosario si componesse di due parti: un’orazione vocale accompagnata nel momento stesso della recita da una riflessione interiore sui misteri. Sarà ormai da un mese che prego in questo modo, e finalmente mi sembra di vivere un autentico percorso spirituale!
Vivo su di me tutta la forza di questa grande preghiera, e mi sento molto più vicino al Signore e a Maria. Pensi che quando ho deciso di provare per la prima volta a pregare in questo modo ho vissuto un momento di preghiera così bello che, pur essendo passati 30 minuti, io ne ho percepiti solo 5… E terminata la preghiera dentro di me è rimasto un vero Fuoco! In realtà credo che nessuno sappia come vada pregato veramente il Rosario, ed è un vero peccato… Perchè con il VERO Rosario possiamo vivere davvero la forza incredibile dell’Amore di Dio nella nostra vita! Tante persone si perdono una gioia così grande! E pensare che io ero tra quelle!
Aldilà di questa testimonianza, vorrei fare una piccola considerazione sul rapporto di coppia, e gradirei sentire a riguardo una sua opinione.
Certamente credo nella santità del matrimonio; è forse lei che mi ha insegnato quanto sia bello questo sacramento, quanto meravigliosa sia la comunione d’Amore vissuta tra due coniugi che credono nel Signore e vogliono vivere nella sua Grazia e nella sua Volontà; deve essere stupendo ispirarsi l’un l’altro, fare condivisione incoraggiandosi a vicenda, lungo il percorso della vita, ponendo come propria meta e guida il Signore Gesù. Insomma, un cammino di coppia verso la Santità, sul modello altissimo della Sacra Famiglia.
Ebbene… Ciò è assolutamente vero per 2 coniugi che credono davvero in Cristo; ben più difficile è la situazione di chi ha sposato un non credente, poiché spesso il matrimonio rischia di trasformarsi in una vera e propria croce, priva di Amore autentico (almeno da parte di chi non crede) e condivisione. A quel punto bisogna solo avere Fede e sperare che il Signore conquisti il cuore del marito o della moglie che sono atei o  "non praticanti".
Ma per quanto riguarda quelle coppie che ancora non sono sposate, dove uno dei due vuole vivere una vita nel Signore e l’altro no, non sarebbe conveniente rinunciare al fidanzamento, nella consapevolezza che un matrimonio vissuto in questo modo porterebbe a grandi sofferenze? San Paolo dice nella lettera ai Romani che "Quelli che infatti vivono secondo la carne, tendono verso ciò che è carnale; quelli invece che vivono secondo lo Spirito, tendono verso ciò che è spirituale. Ciò a cui tende la carne è contrario a Dio, perchè non si sottomette alla legge di Dio, e neanche lo potrebbe. Quelli che si lasciano dominare dalla carne non possono piacere a Dio. Voi però non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi".
Come è possibile per un ragazzo o una ragazza credenti stare con chi invece non crede? Ritengo tra l’altro che mentre da una parte si cerchi di preservare la castità, dall’altra ci si abbandoni alla lussuria attraverso la masturbazione, poiché la cattiveria di questo gesto non viene in alcun modo percepita se non alla luce della Fede; anzi il diavolo porterebbe forse a considerare questa pratica come un giusto diritto, dal momento che il desiderio di castità viene percepito da parte di un ateo come una costrizione insensata e frustrante. Come possono due coniugi vivere insieme un Amore autentico, se l’uno tende a ciò che è spirituale e l’altro a ciò che è carnale? Se ancora non si è sposati, tanto vale non andare fino in fondo! E se si è dispiaciuti per il ragazzo o la ragazza con i quali si ha chiuso una relazione, si potrebbe continuare comunque a pregare per la loro conversione, pur vivendo un matrimonio più bello con un’altra persona. Non è tra l’altro così scontato che sposando un non credente quest’ultimo si converta, considerando anche che conosco donne praticanti che hanno sposato uomini che non si sono convertiti nemmeno dopo 20 o 30 anni di matrimonio… Ognuno di noi conserva la propria libertà, e il Signore può bussare anche mille volte alla porta del nostro cuore, senza però ottenere risultati a causa della nostra ostinazione.
Scusi per la lunghezza della lettera, ma si tratta di una questione che mi sta davvero a cuore, ponendo io la mia felicità su questa Terra in un autentico matrimonio in Dio…
La ringrazio per ciò che ci dà, e se mi dedicasse anche una preghiera perchè io possa trovare la ragazza giusta, mi farebbe un vero piacere!
La saluto con affetto!


Risposta del sacerdote

Carissimo,
mi trovo perfettamente concorde in tutto quello che hai detto.

1. Innanzitutto sul Rosario. Sono contento che ne abbia imparato il metodo.
Sull’invasione di grazia che provi: l’ho provata anch’io tante volte. Mi pare che siano i momenti più belli della mia vita.
E come potrebbe non esserlo se si vive in unione a Cristo che si affianca a me e ripete per me l’evento che ha compiuto duemila anni fa?
E poi il grazie detto a Gesù per quanto ha fatto in quell’evento!
E la richiesta di grazie in virtù dei meriti legati a quell’evento, meriti che Lui mette nelle mie mani perché siano il mio prezzo?
Hai trovato un vero tesoro scoprendo in quale maniera vada recitato il S. Rosario.

2. Sul matrimonio e sulla comunione di fede dei coniugi: era ben per questo che San Paolo voleva che ci si sposasse nel Signore.
Ecco il testo preciso: “La moglie è vincolata per tutto il tempo in cui vive il marito; ma se il marito muore è libera di sposare chi vuole, purché ciò avvenga nel Signore” (1Cor 7,39).
La Bibbia di Gerusalemme commenta: “essa deve prendere un marito cristiano”.
Sant’Ignazio di Antiochia, che è un Padre del secondo secolo, diceva che “è dovere degli sposi e delle spose stringere la loro unione con la approvazione del vescovo, affinché il matrimonio sia secondo il Signore e non secondo la concupiscenza” (Lettera a Policarpo, 5,2).

3. In un passato, ancor abbastanza recente, se capitava che un coniuge non fosse praticante, si poteva tollerare perché si viveva in un clima e in una mentalità tutto sommato cristiana.
Oggi non è più così: la mentalità è fortemente secolarizzata. Le ali della forbice si vanno divaricando sempre più.
Ed è mia esperienza quasi quotidiana che se è difficile superare certe  difficoltà anche all’interno di un matrimonio cristiano, diventa fatale che l’edificio crolli quando gli obiettivi ultimi dei due sono del tutto diversi.
“Se il Signore non  edifica la città, invano si affatica il costruttore” (Sal 127,1).

4. Tu hai toccato il tema della castità coniugale, solo per citare un ambito di inevitabili contrasti: uno vuole che il talamo sia senza macchia (Ebr 13,4), l’altro invece pretende la contraccezione e nel caso di diniego trova un pretesto per dire di non essere accontentato.
Ma vi sono altri ambiti della vita coniugale in cui non s’andrà d’accordo. Ad esempio: uno vuole pregare insieme, l’altro no; uno vuole dare un clima di austerità alla vita di famiglia durante la quaresima, l’altro invece vuole un clima di divertimento; uno vuole andare a Messa la domenica e l’altro trova un pretesto per dire che non si vuole uscire a spasso insieme neanche la domenica. E così via dicendo.

4. L’obiettivo ultimo del matrimonio cristiano è la reciproca santificazione.
Non si può scommettere tutta la propria vita solo sulla speranza che il coniuge lontano da Dio si converta. Intanto non è detto che si converta. Ma poi bisogna anche fare attenzione che il coniuge credente non si intiepidisca e si assuefaccia a una mentalità non cristiana.
Per questo la Chiesa ha sempre dissuaso da matrimoni in cui non c’è la comunanza della fede.

5. Mi trovo d’accordo anche su quanto dici del fidanzamento.
Di fatto oggi molti giovani giustamente preferiscono interrompere la relazione quando vedono che è impossibile costruire insieme l’edificio spirituale. Perché la prima casa in cui due vanno ad abitare è proprio l’edificio spirituale.
Se l’edificio materiale lo si può prendere in affitto già bello costruito e magari anche arredato, qui no: l’edificio spirituale possono costruirlo solo le due parti.
Ed è l’impresa più bella all’interno della vita di coppia. Quella che richiede come condizione la purezza, pena il sentirsi paralizzati e non costruire nulla o quasi.

Assicuro volentieri la mia preghiera per le tue intenzioni, anche se per ora non devi aver fretta. Hai solo vent’anni.
Ti ringrazio ancora per le tue considerazioni e ti benedico.
Padre Angelo