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Quesito
Caro padre Angelo
Ogni tanto la importuno per avere da lei un giudizio sui miei ragionamenti che, forse, sono sciocchi.
E’ sempre stato pacifico e noto a tutti (credo) che in Paradiso si raggiunge la felicità perfetta. Ognuno la vive quanto riesce a riceverne da Dio.
Voglio dire: una botte piccola ha meno vino di una grande, ma quando tutte e due sono piene hanno raggiunto il loro ideale perfetto.
Ebbene la Madonna (non voglio mancare di rispetto) è una botte estremamente grande, più grossa di tutti ed è piena fino all’orlo.
Eppure molte volte quando appare piange, piange di dolore e di compassione per noi, perché Lei conosce la nostra sorte se non ci convertiamo e questo l’addolora molto.
Come può la Madre di Dio che è in Paradiso provare dolore? Certo è un dolore non per la sua persona. Soffre per compassione di noi.
Quindi traslando il ragionamento mi torna lineare dedurre che anche Dio può soffrire e la sofferenza di Dio è la compassione di noi. Dio vuole patire con noi attraverso il suo infinito amore. Anche nel Vangelo Gesù "provò compassione".
Quindi la compassione è "il dolore di Dio"?
Grazie padre la ricordo sempre nelle mie preghiere serali
Mauro
Risposta del sacerdote
Caro Mauro,
1. in paradiso non c’è sofferenza.
Nel Vangelo il Signore promette ai suoi che sono rimasti fedeli di entrare nella gioia del loro Signore (Mt 25,21).
Nell’Apocalisse abbiamo due passi nei quali si nega ogni sofferenza o affanno in Paradiso: “perché l’Agnello, che sta in mezzo al trono, sarà il loro pastore e li guiderà alle fonti delle acque della vita. E Dio asciugherà ogni lacrima dai loro occhi” (Ap 7,17).
“E asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e non vi sarà più la morte né lutto né lamento né affanno, perché le cose di prima sono passate” (Ap 21,4).
2. Quale dunque il significato della lacrimazione della Madonna in alcune sue apparizioni?
Va ricordato in proposito che quando la Madonna appare non lascia il Paradiso per scendere sulla terra.
Ma Dio crea attraverso il ministero di Angeli una realtà che mette in comunione con Lui e con la sua volontà.
3. Molto spesso Dio si serve della creazione dell’immagine della Madonna per richiamarci a ravvivare l’affidamento di tutta la nostra vita e delle nostre azioni a Colei che Cristo dalla croce ci ha dato come Madre perché ci aiutasse in qualsiasi nostra situazione e in ogni momento.
Il rivolgersi a Maria poi è la stessa cosa che rivolgersi al Suo Cuore immacolato e sentire la necessità non solo di imitarla nella purezza dei sentimenti e delle intenzioni ma anche di passare attraverso di Lei sia per accogliere Cristo in noi sia per presentare le nostre richieste al Signore.
Passare attraverso Maria è la strada più breve e più santificante.
Tra parentesi, dispiace che i protestanti e gli evangelici non vogliano imboccare questa strada, che è pure evangelica, dataci da Cristo come suo supremo testamento dalla croce.
4. Adesso ci chiediamo perché Dio si serva di queste immagini e cioè di queste creazioni che ci presentano la Madonna come afflitta, con la Mater dolorosa.
Va ricordato che la Madonna, sebbene superi in grazia tutta la santità della Chiesa, è nello stesso tempo figlia e Madre della Chiesa.
Mostrandocela in lacrime, Dio vuole mostrarci il male che viene fatto alla Chiesa e all’umanità attraverso tanti peccati i quali come un giorno hanno devastato il corpo di Cristo fino a farlo morire, così ora devastano e massacrano il suo corpo mistico che è la Chiesa, e per estensione l’umanità.
5. Mostrandoci in lacrime Maria e per mezzo di lei presentandoci in lacrime la Chiesa, Dio vuole che ci fermiamo, come in genere ci si ferma dinanzi ad una persona in lacrime e ci si chieda il motivo di quella sofferenza per poterla consolare.
Così Dio vuole che ci fermiamo perché comprendiamo quali siano i mali o malattie che affliggono la Chiesa e che vi portiamo rimedio.
Nello stesso tempo vuole ricordarci che questi mali e queste malattie hanno un’unica origine: i peccati. Non solo quelli degli altri, ma i nostri anzitutto.
6. La continuazione della lacrimazione, che talvolta è anche lacrimazione di sangue, vuole dire che il richiamo non è stato recepito e che si continua come prima e anche peggio.
Ma i mali che non si curano non possono che portare all’irreparabile.
Sebbene la Chiesa, in quanto Sposa di Cristo, rimanga per sempre e una sua cospicua porzione si trovi al sicuro nell’eternità, alcuni suoi tralci sono diventati secchi e – se non vengono rivitalizzati per tempo – corrono il rischio di essere eliminati come ha ricordato il Signore: “Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano.”(Gv 15,6).
Per questi suoi figli la Chiesa piange, soffre. Sa che piangeranno per sempre e con stridore di denti-
Il pianto di Maria lo simboleggia in maniera molto forte.
Ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo