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Quesito
Buongiorno Padre,
sto cercando di leggere interamente la Bibbia, oggi nel libro della Genesi, cap 9,20-15 ho letto: "Poi Noè, che era agricoltore, cominciò a piantare una vigna; e bevve del vino e si ubriacò, e si scoperse in mezzo alla sua tenda. E Cam, padre di Canaan, vide la nudità di suo padre e andò a dirlo ai suoi due fratelli di fuori. Ma Sem e Jafet presero un mantello, se lo misero sulle loro spalle e, camminando all’indietro coprirono la nudità del loro padre; e, siccome avevano le loro facce rivolte dalla parte opposta, non videro la nudità del loro padre. Quando Noè si svegliò dalla sua ebbrezza, seppe quello che gli aveva fatto il figlio minore, e disse: Maledetto sia Canaan! Egli sia il servo dei servi dei suoi fratelli!."
Non mi è chiara la motivazione che ha portato Noè a maledire Canaan, ovvero:
– perchè ha maledetto Canaan e non Cam che era entrato nella tenda?
– cosa c’era di male nell’averlo visto? Casomai era Noè che non doveva ubriacarsi. Forse lo ha maledetto perchè l’ha visto ma se ne è andato senza coprirlo?
La ringrazio per una risposta.
Eleonora
Risposta del sacerdote
Cara Eleonora,
1. Canaan era il figlio di Cam (Gn 9,22).
Noè dunque non maledisse il figlio, che era oggetto della benedizione divina (Gn 9,1), ma il nipote, la posterità, quella popolazione che poi prenderà il nome di Cananei e abiterà tra il mar Mediterraneo e il fiume Giordano.
2. La Bibbia di Gerusalemme, a proposito di questa maledizione, osserva: “Le benedizioni e le maledizioni dei patriarchi sono parole efficaci che, rivolte a un capostipite, si realizzano nei suoi discendenti” (nota a Gn 9,25).
3. Il biblista Marco Sales, nel suo Commentario alla Bibbia, scrive: “I cananei caddero in tanta empietà e depravazione che per giusto castigo di Dio furono spogliati dagli Ebrei dei loro territorio, e vennero sterminati.
In generale tutti i popoli Camiti (Gn 10,6 e ss.) si abbandonarono alle più turpi dissolutezze, e benché facessero rapidi progressi nelle vie della civiltà materiale (Egizi, Fenici, ecc.), in seguito decaddero e furono dominati dai discendenti di Sem e di Jafet” (nota a Gn 9,24-25).
4. Stupisce questa maledizione e per questo sempre Marco Sales scrive: “Noè illuminato dallo spirito profetico vede nella condotta dei suoi figli i caratteri dei popoli, che da essi nasceranno e spingendo il suo sguardo nell’avvenire, pronunzia la maledizione sui discendenti di Cham, e la benedizione sui discendenti di Sem e di Jafet” (Ib.).
La Bibbia di Gerusalemme annota che che “Cam non sarà mai più nominato” (nota a Gn 9,18-29).
5. Ugualmente osserva ancora M. Sales che “è da ritenere che la maledizione di Noè ebbe un carattere puramente temporale, poiché anche i discendenti di Cam furono redenti da Gesù Cristo e sono chiamati a parte dell’eterna eredità” (Ib.).
6. Sul fatto che Noè si sia ubriacato non è da attribuirgli a colpa.
È la prima volta che nella Sacra Scrittura viene menzionato il vino e comunemente si ritiene che Noè ne sia stato l’inventore. Non ne conosceva ancora le proprietà e gli effetti, per cui l’ubriacatura non gli è imputabile.
7. Il peccato di Cam è consistito nel fatto che è andato a dirlo ai fratelli perché a motivo di questo deridessero e disprezzassero il loro padre.
Gli altri due fratelli invece mostrarono per il loro padre grande rispetto e venerazione anche in quello sfortunato frangente.
8. Giuseppe Flavio, lo stoico ebreo del primo secolo dopo Cristo, nelle Antichità Giudaiche riporta la memoria del popolo d’Israele in questo modo: “Allorché la terra ritornò al suo stato naturale, Noè iniziò a coltivarla e su di essa piantò delle vigne.
Quando, al suo tempo, il frutto maturò, egli la vendemmiò, e quando il vino fu pronto, offrì un sacrificio e diede un banchetto per la festa; ma ubriacatosi, fu colto dal sonno e giaceva nudo scompostamente.
Il più giovane dei suoi figli lo guardò e, ridendo, lo mostrò ai fratelli: essi però coprirono il loro padre.
Noè, quando seppe quanto era avvenuto augurò agli altri figli ogni felicità, ma non a Cam: a motivo della consanguineità che a lui lo legava, non maledisse lui, ma i suoi discendenti. Gli altri discendenti scamparono dalla maledizione, mentre la divina vendetta colpì i figli di Canaan” (Antichità Giudaiche, I, 4, 3).
Questo testo deve essere servito agli ebrei per inculcare rispetto per i genitori anche qualora perdessero il senno: “Sii indulgente, anche se perde il senno, e non disprezzarlo, mentre tu sei nel pieno vigore” (Sir 3,139.
Ti auguro ogni bene, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo