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Salve, le scrivo questa email per trovare risposta ad alcune domande. Se ad alcune di queste ha già risposto, le chiedo se può mandarmi il link della pagina di Amicidomenicani perché ho provato a cercare anche lì.

Caro Matteo,
leggi le risposte sotto le relative domande (in corsivo):


1. Tempo fa ho letto che in termini di psicologia quando una persona viene offesa è più corretto dire che “si è offesa” e non “è stata offesa”, perché ha deciso di dare peso a quell’offesa. Con Dio invece come funziona? Per quale motivo si dice che lo offendiamo? 

1)  Il peccato, sotto il profilo del soggetto che lo compie, è sempre un’azione volontaria.
Per cui è giusto dire che si è offeso.
Quando l’azione è involontaria si può dire che è stato offeso.

2) Colgo l’occasione però per dire che quando offendiamo Dio facciamo del male a noi stessi.
San Tommaso dice che “il peccato non può effettivamente nuocere a Dio, ma è un’offesa fatta a Dio perché si disprezza la sua legge e pertanto si nuoce a se stessi o ad altri.
E ciò interessa Dio, perché il danneggiato è sotto la provvidenza e la tutela di Dio” (Somma teologica, III, 46, 4, ad 3).
E anche: “il peccato non offende Dio se non per il fatto che noi agiamo contro il nostro proprio bene” (Somma contro i gentili, III, 122, 2).
Pertanto offende Dio nel senso che rifiuta o distrugge il bene che Dio vuole donare agli uomini, sicché è sempre un male che si fa a se stessi e agli altri.

2. Quando siamo indecisi se una cosa è sbagliata o meno, se non avvisiamo gli altri di essa possiamo ritenerci complici? Come ho letto sul sito in alcuni casi è difficile stabilire se una cosa è cooperazione materiale prossima o remota, quindi se siamo indecisi cosa è meglio fare?

Sei complice se dovendo avvertire, non avverti.
Se non c’è il dovere di avvisare, puoi stare tranquillo.

3. Per il terzo comandamento, quali sono considerate feste (oltre la Domenica, il Natale e la Pasqua)? Così da evitare di mancare a Messa in quei giorni.

1)  La Pasqua capita sempre di domenica, il Natale invece no.
Le feste di precetto secondo il codice di diritto canonico (can. 1246, 2) sono 10. Seguendo il calendario liturgico sono le seguenti, Natale (25 dicembre), Madre di Dio (1 gennaio), Epifania (6 gennaio), San Giuseppe (19 marzo), Ascensione (giovedì dopo la sesta domenica di Pasqua), Corpus Domini (giovedì dopo la festa della Santissima Trinità), Santi Pietro e Paolo (29 giugno),  Assunzione (15 agosto), Tutti i Santi (1 novembre), Immacolata Concezione (8 dicembre).

2)  Poiché il Codice di diritto canonico prevede che le Conferenze episcopali nazionali, previa autorizzazione della Santa Sede, possano abolire o trasferire alla domenica alcune di queste solennità (Ib.), la Conferenza episcopale italiana ha abolito l’Ascensione e il Corpus Domini.

3)  In conclusione in Italia sono le seguenti sei: Natale (25 dicembre), Madre di Dio (1 gennaio), Epifania (6 gennaio), Assunzione (15 agosto), Tutti i Santi (1 novembre), Immacolata Concezione (8 dicembre).

4. Perché nel Terzo Mistero Glorioso del Rosario lo Spirito Santo scende su Maria? Essendo piena di grazia (e avendo quindi la fede) non dovrebbe avere già lo Spirito Santo?

Sì, in quanto piena di grazia la Madonna è stata colma di Spirito Santo fin dal primo istante della sua esistenza.
Questo tuttavia non ha impedito che la Madonna crescesse ulteriormente in santità e quindi ricevesse nuove effusioni di Spirito Santo.
Tra le effusioni straordinarie, secondo San Tommaso ne ricevette una nuova e abbondantissima nel momento in cui divenne Madre di Dio per comunicarlo a quanti l’avrebbero incontrata.
Ne ricevette un’altra ancora nel giorno di Pentecoste come Madre della Chiesa.

La ringrazio, le dedico delle preghiere e le auguro una buona giornata.
Matteo

Ti ringrazio molto delle preghiere che mi dedicherai. Faccio altrettanto e volentieri per te. 
Ti auguro un fruttuoso Avvento (2021) e ti benedico ti benedico. 
Padre Angelo