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Quesito

Caro Padre Angelo,
Sono un ragazzo di 20 anni, intensamente ed amorevolmente attratto dall’Ordine dei Frati Predicatori.
Dopo anni di letture storiche, filosofiche e teologiche, di Preghiera a seguito della mia Conversione o, come felicemente mi piace ricordare “La mia Damasco”, di meditazione sulla Parola di Nostro Signore, di litigi e discussioni in Famiglia Deo Gratias superate, ho preso una decisione.
Sarebbe meglio dire “Cristo ha preso una decisione”. Ed io sono pronto alla sua sequela in questo tribolatissimo tempo per la Chiesa. Alla Sua dolce sequela con i fratelli in San Domenico.
Sono gioioso dacché finalmente, dopo due anni dalla Conversione e mesi di discernimento con il mio Parroco, mi sento finalmente sicuro e saldo nella Fede abbastanza da prendere contatti con l’Ordine.
Voglio essere umile e felice in Dio nell’aiuto del prossimo e nella difesa dei valori che solo Madre Chiesa porta con sé, nulla di più!
Vorrei porle delle questioni, semplici delucidazioni:
Io sono di …, a quale Fratello Predicatore potrei rivolgermi per dei colloqui e delle brevi esperienze di vita conventuale per assaporare la Spiritualità Domenicana?
Quali sono i requisiti necessari per entrare a far parte dell’Ordine (titoli di studio ecc…)?
Ammiro San Tomaso come poche altre meravigliose personalità. E’ ancora fondamentale e saldo nei vostri studi?
Celebrate ancora, sporadicamente, in “Vetus Ordo” e il Gregoriano è ancora utilizzato?

Ringraziandola anticipatamente della sua gentilezza e del suo tempo, le chiedo di essermi vicino con la Preghiera
in questa mia scelta di Vita tutta in Dio e tutta per Dio.
Prego per lei e per tutti fratelli che, ancora nel XXI secolo, hanno il coraggio e la Fede di richiamare l’Uomo al suo primario Senso e alla sua Bontà.
Grazie.


Risposta del sacerdote

Carissimo,
1. ti rispondo in questa giornata che è particolarmente cara ai frati Predicatori, e cioè ai Domenicani: il sette ottobre, festa della Madonna del S. Rosario.
Secondo la Tradizione la Madonna avrebbe consegnato il Rosario a San Domenico come forma di predicazione e di preghiera.
San Domenico si trovava nel meridione della Francia.
Predicava alla gente anche per una giornata intera.
La sua predicazione era frequentemente interrotta da una pausa durante la quale il predicatore e gli uditori potevano riposarsi un tantino, stare quieti in silenzio, rimanere con la mente e il cuore fissi in quello che avevano ascoltato e anche pregare.
Questa pausa facilmente si trasformava in contemplazione, e cioè in un atto in cui il loro sguardo rimaneva fisso su Gesù, ascoltavano la sua parola, rimanevano in silenzioso amore e si univano alla preghiera e agli venti della sua vita.
Il Catechismo della Chiesa Cattolica presenta la contemplazione proprio con queste parole (CCC 2724).

2. È poi certo che il Rosario lungo i secoli si è diffuso all’interno del popolo cristiano soprattutto per opera dei frati Predicatori, i domenicani, come ha voluto riconoscere pubblicamente anche Paolo VI nell’esortazione apostolica Marialis cultus: “Tra questi è giusto ricordare i Figli di san Domenico, per tradizione custodi e propagatori di così salutare devozione” (n. 43).
Possiamo dire che Dio ha guardato all’Ordine di san Domenico per affidare al popolo cristiano due grandi tesori: il sapere di San Tommaso d’Aquino, racchiuso soprattutto nella Somma teologica, e il santo Rosario, che è un compendio del Vangelo e un’ottima iniziazione di vita cristiana.

3. Mi pare di poter dire che non soltanto a Nostro Signore è piaciuto posare il suo sguardo sull’Ordine di San Domenico per consegnare alla Chiesa questi due tesori, ma vi si è posato amorevolmente e intensamente anche il tuo sicché ora te ne senti attratto.
Il Signore, che suscita il volere e l’operare (Fil 2,13), si è compiaciuto di chiamarti verso i frati Predicatori, i domenicani, definiti nel corso della storia pugiles fidei et vera mundi lumina (combattenti della fede e vere luci del mondo) perché vuoi “essere umile e felice in Dio nell’aiuto del prossimo e nella difesa dei valori che solo Madre Chiesa porta con sé!”.

4. Mi parli delle tue discussioni familiari per la decisione che hai preso o per meglio dire, usando il tuo linguaggio, di rispondere alla decisione e alla volontà di Nostro Signore.
Il discernimento attuato con l’aiuto del Parroco depone seriamente a favore dell’autenticità della tua vocazione.

5. Mi chiedi se lo studio di San Tommaso sia fondamentale presso i domenicani.
Ti riporto quanto si legge nelle nostre attuali Costituzioni: “Nel perseguire tale compito san Tommaso si presenta quale insuperato modello e maestro. La Chiesa ne raccomanda la dottrina in modo singolare e l’Ordine la ritiene come patrimonio che esercita un fecondo influsso sulla vita intellettuale dei frati e le conferisce un carattere proprio. Per questo i frati coltivano un’attiva familiarità con i suoi scritti ed il suo pensiero e, secondo le necessità dei tempi, con legittima libertà rinnovino ed arricchiscano la sua dottrina con i tesori sempre nuovi della sapienza divina e umana” (Costituzioni, n. 82).
Lacoltivazione della familiarità con i suoi scritti ed il suo pensiero è la stessa cosa per noi che la familiarità con la spiritualità domenicana.
Nel suo pensiero teologico San Tommaso è l’espressione più alta della nostra spiritualità

6. Mi scrivi: “Ed io sono pronto alla sua sequela in questo tribolatissimo tempo per la Chiesa. Alla Sua dolce sequela con i fratelli in San Domenico”.
È bello sapere che “in questo tribolatissimo tempo per la Chiesa” il Signore provvede anche con i figli di san Domenico ai quali ha concesso un dono straordinario, come Egli stesso ha assicurato a santa Caterina da Siena.
Ti riporto questa pagina meravigliosa e profetica nella quale puoi vedere bene il disegno di Dio sul nostro Ordine e anche su di te.
Questa nostra Santa un giorno vide Nostro Signore che usciva dalla bocca dell’Eterno Padre come Verbo a Lui coeterno e lo vedeva anche nella sua incarnazione.
Ma subito dopo vide uscire da petto dell’Eterno Padre anche San Domenico, e in lui i suoi figli.
Lascio la parola al beato Raimondo da Capua, suo confessore e biografo.

7. “Tutta attenta com’era, vide anche il beatissimo Patriarca Domenico, che usciva dal petto del medesimo Padre, circondato di luce e di splendore, ed udì proferire dalla stessa bocca una voce, che diceva: «Io, o dolcissima figliola, ho generato questi due figlioli: uno generandolo secondo natura, l’altro adottandolo amorosamente e dolcemente».
Poiché Caterina restò molto meravigliata di una comparazione tanto grande e di un paragone così alto di san Domenico, lo stesso Eterno Padre le spiegò le parole che aveva dette: «Come questo Figliuolo generato naturalmente da me fin dalla eternità, avendo assunta la natura umana, mi fu obbediente fino alla morte; così il figliuolo mio adottivo Domenico, tutto quanto ha fatto dall’infanzia sino alla fine della sua vita, è stato regolato secondo l’obbedienza dei miei comandamenti. Nemmeno una volta ha trasgredito un qualunque mio precetto, perchè mantenne intemerata la verginità del corpo e dell’anima e conservò la grazia del battesimo, in cui rinacque spiritualmente.
Come questo Figlio naturale, Verbo eterno della mia bocca, predicò al mondo quelle cose che gli furono da me comandate, e rese testimonianza alla Verità, come egli disse a Pilato; così il figlio mio adottivo Domenico predicò la Verità delle mie parole al mondo: fra gli eretici e fra i cattolici: e non solo per se medesimo, ma anche per gli altri; non solo mentre visse, ma anche pei suoi successori, per mezzo dei quali seguita a predicare e predicherà ancora. Perché come il mio Figlio naturale mandò i suoi discepoli, così questo adottivo mandò i suoi frati, per cui, come il mio Figlio naturale è il mio Verbo, così questo adottivo è banditore e portatore del mio Verbo. A questo fine, per un mio dono straordinario, è stato dato a lui e ai suoi frati di comprendere la Verità delle mie parole, e di non allontanarsi mai dalla Verità.
Di più, come il mio Figlio naturale ordinò tutta la sua vita e tutte le sue azioni alla salute delle anime, così il figlio mio adottivo Domenico pose tutto il suo studio e tutte le sue forze per liberare le anime dalle insidie dell’errore e dai vizi. Questa è la principale intenzione per la quale egli fondò e coltivò il suo Ordine: lo zelo per le anime.
Io ti dico che Domenico in quasi tutte le sue opere si assomiglia al mio Figlio naturale, perciò ne vedi ora anche l’immagine del suo corpo, che ebbe molta somiglianza con l’immagine del corpo del mio sacratissirno unigenito Figlio» (beato Raimondo da Capua, S. Caterina da Siena, Legenda maior. nn.204-205)).

8. Mi auguro che tu possa essere, secondo gli intendimenti di Dio, un continuatore dell’opera di san Domenico, uno al quale Dio per un suo dono straordinario, concede di comprendere la Verità delle sue parole e di non allontanarsi mai dalla Verità.
Anche “in questo tribolatissimo tempo per la Chiesa” si rende necessario il carisma proprio dei domenicani, sulla cui fedeltà Dio – per dono straordinario suo – può contare.
Girando i suoi occhi tra i molti giovani del nostro mondo il Signore ha voluto posare il suo sguardo su di te per attrarti “intensamente ed amorevolmente all’Ordine dei Frati Predicatori” così come sta facendo con molti altri giovani in maniera sempre crescente.

9. Adesso vengo a rispondere ad alcune domande più specifiche che mi hai fatto.
Per quanto concerne il canto gregoriano ecco che cosa dicono le costituzioni: “È bene che almeno qualche parte dell’ufficio divino sia cantata, soprattutto quegli elementi che per loro natura specificamente richiedono il canto” (Costituzioni n. 65).
Dunque almeno qualche parte dell’Ufficio divino viene sempre cantata. Ma a volte, come nelle solennità, anche tutto.
In passato – quando la recitazione era in latino – c’era solo la melodia gregoriana.
Oggi, a motivo delle lingue vernacole (locali), si usano anche altre melodie. Ma queste non sono esclusive, anche perché alcuni cantici o inni talvolta vengono cantati in  latino.

10. Circa il Vetus Ordo (il Rito  antico): va ricordato che l’Ordine domenicano ha un Rito proprio, un Rito che non è mai stato soppresso.
Con la Riforma liturgica voluta dal Concilio Vaticano II si è introdotta la lingua vernacola (locale).
Col Vetus Ordo i fedeli partecipavano direttamente alla celebrazione solo nella Messa cantata col canto del Kyrie, del Gloria, del Sanctus, dell’Agnus Dei e alle varie acclamazioni.
Nella Messa non cantata (detta anche “messa bassa”) rispondevano solo i ministranti.
Adesso invece vi partecipano tutti.
Ma nel Rito  antico le acclamazioni non erano identiche nel Rito romano e nel Rito domenicano. La loro traduzione in italiano è stata la stessa cosa che mettere i fedeli in disagio: si sarebbero trovati molto ingarbugliati a rispondere ora in un modo ora in un altro.
Inoltre anche alcuni riti della Messa erano diversi.
Per facilitare la partecipazione attiva dall’Eucaristia l’Ordine domenicano ha chiesto alla Santa Sede di potersi avvalere del Rito Romano. E così si è fatto in tutte le nostre chiese.

11. Attualmente ogni domenicano per conto proprio può celebrare col Rito proprio dell’Ordine e può celebrare con questo Rito anche con alcuni gruppi di fedeli.

12. Tra i requisiti necessari per entrare nell’Ordine si richiedono 17 anni di età (Costituzioni n. 168,1) e  la conclusione degli studi che consentono di accedere all’università (Costituzioni n. 169).
Inoltre gli aspiranti all’Ordine, prima di essere ammessi al noviziato, devono essere preparati per un certo periodo di tempo (Costituzioni n. 167).
A questo si provvede attraverso il prenoviziato che è come un primo passo nel cammino di formazione alla vita religiosa.
Questo periodo è richiesto per preparare l’aspirante al noviziato con un’adeguata istruzione catechetica, per aiutarlo a inserirsi nella vita comunitaria e anche per dare all’Ordine e al candidato stesso l’opportunità di conoscersi meglio perché l’ingresso in noviziato avvenga con fondata speranza di successo.

Molto volentieri ti sarò vicino con la preghiera, a cominciare dal ricordo particolare che avrò per te nella Messa che tra breve celebrerò.
Ti ringrazio per la preghiera che fai per me e “per tutti i fratelli che, ancora nel XXI secolo, hanno il coraggio e la Fede di richiamare l’Uomo al suo primario Senso e alla sua Bontà”, che è quanto dire alla conversione e alla santità.
Ti benedico invocando l’intercessione del comune Padre San  Domenico.
A presto!
Padre Angelo