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Quesito
Salve,
sono Angelo.
Le scrivo per chiederLe se può presentarmi la figura del frate cooperatore nell’ordine e nella società.
La saluto e ringrazio per il tempo che vorrà dedicare a tale risposta.
Angelo
Risposta del sacerdote
Caro Angelo,
1. nella storia otto volte centenaria del nostro Ordine i frati cooperatori hanno espresso la loro vocazione in mille maniere.
Questi frati umili e nascosti rimangono nella memoria dei nostri conventi attraverso alcuni aneddoti, per qualche generazione. Poi scendono nell’anonimato generale. Ma in realtà se ne vanno per Paese in cui ognuno riceve un nome nuovo (Ap 2,17).
2. Vorrei ora mettere a conoscenza dei nostri visitatori alcune figure di frati cooperatori che sono rimaste più note nella storia di quaggiù nell’ambito dell’arte.
3. Cominciando dagli artisti il primo, sotto il profilo cronologico, è il beato Giacomo Griesinger di Ulm, tedesco, che visse nel secolo XV e a Bologna mise in atto la sua arte di dipingere sul vetro. La più bella vetrata che ancor oggi si può ammirare nella Basilica di San Petronio in Bologna è la sua.
La sua arte, e ancor più la sua carità accompagnata da vari miracoli, gli attirò molti discepoli. Morì nel 1491 e riposa nella chiesa di San Domenico in quella città, accanto a colui che lo attirò all’Ordine facendolo predicare dipingendo su vetro.
4. Nei secoli XVII e XVIII il nord e il sud della Francia videro lo sviluppo di una sorprendente diversità di doni tra i domenicani conversi.
Tra i molti architetti, ebanisti, scultori, musicisti domenicani ne ricordiamo qualcuno.
Il più famoso è frère Romain François (1646-1735), architetto del re di Francia. La sua fama fu così grande che il Re Sole lo chiamò per il collegare col Pont-Royal quartiere del Louvre col Faubourg Saint-Germain. Verrà nominato architetto del dominio reale.
Il Priore del convento sulla riva sinistra della Senna, dove frère Romain ha vissuto mezzo secolo, attesta che "il contatto col mondo, quasi sempre contagioso, non ebbe su di lui alcun effetto negativo…Il suo più grande piacere era vivere tra i suoi fratelli, che rendeva bello per la dolcezza del suo temperamento e la sua grande carità".
5. Insieme con lui visse un altro grande frate cooperatore, frère André Jean, detto frère André (1662-1753). Entrato nel noviziato dei domenicani come converso, fu inviato a Roma per sviluppare i suoi talenti di pittore. Si mise alla scuola di Carlo Maratta, pittore ufficiale dei papi e in seguito fu chiamato alla corte di Luigi XIV. Tornando in Francia, nonostante la sua salute delicata, riempì molte chiese monastiche con i suoi bellissimi dipinti sulla vita di Cristo e dei santi.
Molte delle sue opere si possono contemplare a Bordeaux. Nella antica chiesa dei domenicani di quella città si può ammirare anche il suo autoritratto, con lo scapolare nero. Il suo volto è umile e sereno. Tende il braccio nell’atto di mostrare la Beata Vergine che consegna il Rosario a San Domenico.
In quel suo braccio teso verso la beata Vergine e San Domenico è indicata la sua vocazione: essere domenicano e servire la causa della predicazione della Parola di Dio attraverso la pittura.
6. Nel Sud vi è la stessa profusione di artisti.
Il pittore più famoso, fra Baldassarre Tommaso Montcornet (1630-1716) che a Tolosa decora la casa di Pietro Seilhan, il primo compagno di San Domenico. Inviato a Roma, è provetto incisore, disegnatore, pittore.
La sua personalità è altrettanto forte come i suoi fratelli del Nord, e il maestro dell’Ordine gli raccomanda di imitare l’umiltà del Venerabile Giovanni Macias (attualmente san Giovanni Macias), il santo converso del convento di Lima in Perù.
7. A Saint-Maximin, nella Provenza, per abbellire la basilica e il convento, si adopera un numero incredibile di artisti, tra i quali fra Vincenzo Funel († 1694), fra Vincenzo Dureux († 1733) e fra Luigi Le Gaumain († 1720) e fra Luigi Gudet († 1785), ebanista.
La basilica è famosa anche per il suo organo, costruito da fra Jean-Esprit Isnard (1707-1781), molto conosciuto nella Provenza per costruire, restaurare, completare gli organi.
Per le chiese dei Domenicani a Bordeaux, Tolosa, Marsiglia ha ideato i suoi migliori strumenti.
Nel convento reale di Saint-Maximin nel 1773 esibisce il suo capolavoro: un organo con quattro tastiere e quattromila canne, di recente riportato alla sua gloria.
8. In Italia desidero ricordare fra Damiano Zambelli, al cui genio è dovuto il Coro della basilica di San Domenico in Bologna.
Questo coro intarsiato fu definito dai bolognesi e anche da alcuni illustri visitatori, come l´imperatore Carlo V, l"ottava meraviglia del mondo".
Nacque a Bergamo nel 1490. Fu accolto tra i domenicani nel 1528 e morì a Bologna nel 1549.
Alcuni suoi intarsi si possono contemplare anche nella cattedrale di San Lorenzo in Genova e nella Chiesa di San Bartolomeo a Bergamo.
9. Questo sono solo esempi, ma stanno a dire che nel nostro Ordine non viene mortificato nulla di quanto Dio ha dato ai singoli per l’utilità comune.
Si è ben consapevoli che si può predicare in tante maniere e che si può cooperare alla predicazione ugualmente in tante altre maniere, secondo la varietà dei doni che Dio ha dispensato.
Anche questa volta sono contento di aver messo in luce questi tratti di alcuni nostri frati cooperatori, verso i quali ho molti debiti di gratitudine per l’esemplarità di vita, per l’umiltà e per la caritatevole dedizione ai loro fratelli.
Ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo