Questo articolo è disponibile anche in: Italiano

Quesito

Rev.mo P. Angelo
Sono un giovane di 19 anni, nell’anno precedente ho deciso di intraprendere il cammino seminariale e subito dopo gli studi superiori sono entrato nell’ anno propedeutico, un anno dedito particolarmente al discernimento che ho vissuto davvero bene, ma nonostante ciò nel corso di questo ed ancora nel  periodo delle vacanze estive mi ritrovo ad interrogarmi sempre di più se la mia vocazione sia al sacerdozio secolare o regolare. Alcuni ordini religiosi mi attraggono particolarmente, come i benedettini o i carmelitani scalzi, ho anche fatto alcune brevi esperienze abbastanza positive in questi ordini ma non riesco a comprendere bene, sopratutto perchè spesso i confini sono molto sfumati grazie anche alla buona riuscita di entrambe le esperienze, da una parte spesso i religiosi hanno delle parrocchie a carico e dall’altra i sacerdoti diocesani possono incarnare la spiritualità di un particolare ordine religioso, a volte il desiderio di pace, ritiro, meditazione, silenzio si fanno spazio in me, altre invece la bellezza del contatto con la gente e la vicinanza con il mondo hanno la meglio, potrebbe aiutami a capire meglio?
Distinti saluti!


Risposta del sacerdote

Carissimo,
1. mi compiaccio anzitutto per il fatto che il Signore abbia posato il suo sguardo sopra di te per chiamarti al sacerdozio.
Non si tratta semplicemente di una funzione tra le tante all’interno del Regno di Dio, ma di una vocazione la cui portata la comprenderemo solo nell’eternità, come diceva il santo Curato d’Ars.
Come abbiamo sentito nel Vangelo della domenica 15 del tempo ordinario (anno b) il Signore chiamò i discepoli e “dava loro il potere…” (Mc 6,7) ).
Si tratta di un potere divino che il Signore trasmette ad alcuni uomini a favore dell’umanità.
Nelle altre religioni quelli che fungono in qualche modo da sacerdoti sono semplicemente dei funzionari del culto, mediatori, uomini insigniti di un particolare incarico conferito dagli uomini.
Nella Chiesa invece i sacerdoti sono persone che hanno ricevuto da Cristo dei poteri divini.
Questi poteri divini Gesù li può comunicare perché è Dio.

2. E mentre lodiamo la sua amabilità perché non tiene questi poteri  solo per sé ma li comunica ad alcuni uomini a favore di tutti, lodiamo anche la sua tenerezza verso di te, perché ti ha scelto e ti sta preparando a questo.
Mi pare che su questo punto non vi siano incertezze nella tua vita.
L’anno di vita seminaristica che hai terminato è stato proficuo. Ha permesso a te e soprattutto a coloro che sono stati incaricati di svolgere il discernimento insieme con te di poter riconoscere i segni della divina chiamata.

3. Tuttavia, all’interno di questa chiamata, ti senti portato sia verso il sacerdozio secolare (preti diocesani) sia verso quello regolare (preti all’interno di un Ordine o di una congregazione religiosa).
Ti senti attratto sia da una strada (i preti secolari) a motivo del diretto contatto con la gente sia dai preti religiosi che hanno la possibilità di condurre una vita di particolare unione con Dio.
Non mi meraviglio di questo, perché in molti fra noi vi è una pluralità di vocazioni.
Chi è sacerdote secolare riconosce che potrebbe essere un buon  padre di famiglia e un buon laico cristiano. Così pure riconosce che riuscirebbe bene a vivere da monaco o da religioso.

4. Se la vocazione è quello che uno è nelle sue inclinazioni e nelle sue capacità, se la vocazione è ciò per cui uno è fatto, dobbiamo riconoscere – se vogliamo prendere a prestito l’esempio delle chiavi – che come alcune sono fatte solo per una particolare serratura, ve ne sono altre che sono adatte ad aprire diverse serrature. Sono le cosiddette comunelle.
Queste ultime non sono di serie b. Manifestano semplicemente la capacità di esprimersi bene in diversi ruoli.
Se vogliamo mutuare un esempio dalla bioetica: come vi sono cellule differenziate  (quelle di un determinato organo o categoria), così vi sono cellule pluripotenti (che possono svilupparsi in diversi organi) e addirittura cellule totipotenti (possono svilupparsi in qualunque organo).
Ebbene un fenomeno analogo avviene anche per le vocazioni che possono svilupparsi molto bene di diverse direzioni.

5. Che fare in questa situazione?
Ricordando che la vocazione è una chiamata del Signore, è necessario supplicare il Signore perché sia Lui stesso a farla sviluppare nella direzione per la quale ha deposto il germe.
È necessario dunque che tu preghi insistentemente perché il Signore manifesti la sua volontà.
A questo proposito di chiedo di partecipare all’Eucaristia quotidiana. Qui il Signore si concede e si manifesta.
Abbiamo sentito ieri (19 luglio) il salmo 22 (domenica 16 del tempo ordinario, anno b).
Questo salmo è stato composto da Davide quand’era anche un pastorello. Aveva capito che nel modo in cui un pastore conduce le sue pecore, così il Signore conduce il suo popolo e ognuno di noi.
Ebbene, in questo salmo si legge: “Davanti a me tu prepari una mensa sotto gli occhi dei miei nemici. Ungi di olio il mio capo; il mio calice trabocca” (Sal 22,5).
La mensa che il Signore prepara davanti a noi è l’Eucaristia.
E come gli antichi di un certo rango nel bel mezzo del pranzo mandavano i servi ad ungere i capelli degli invitati, così il Signore durante la celebrazione manda i suoi Angeli a ricolmare la nostra anima di ogni genere di grazie in modo che diventi come un calice che trabocca.
Questo dunque è il momento favorevole per chiedere lumi al Signore.

6. Ti suggerisco anche di recitare il santo Rosario ogni giorno.
Sempre nel Vangelo di ieri abbiamo sentito che Gesù aveva detto agli Apostoli di andare in un luogo desertico per riposarsi e stare con lui.
Ed essi presero la barca (Mc 6,32) e si recarono in una determinata direzione. Una barca che noi dobbiamo prendere per andare in questo luogo desertico e riposare col Signore è certamente il santo Rosario.
Durante questa preghiera il Signore illumina.
Illumina anche sulla direzione da prendere nella nostra vita.
E dopo aver illuminato, riscalda il cuore e rende contenti per la direzione indicata.
E poi fa ritornare il pensiero incessantemente su questa direzione fino al punto da sentirla come totalmente nostra, senza ombra di dubbio.

7. Venendo a te, dal momento che mi parli della necessità di stare vicino alla gente, escluderei gli ordini più monastici e focalizzerei l’attenzione fra i sacerdoti diocesani e quelli degli ordini religiosi di carattere apostolico.
Se persevererai nella preghiera come ti ho suggerito, il Signore ti indicherà la strada in un modo che avrà qualche somiglianza con quella con cui illuminò santa Caterina da Siena quando il babbo le lasciò via libera per servire il Signore come voleva.
Questa Santa provava già un certo fascino per san Domenico perché aveva inviato i suoi con solidità di dottrina incontro alla gente.
Ed ecco che cosa avvenne: “Parve dunque all’ancella di Cristo di vedere in sogno molti santi Padri e fondatori di diversi Ordini, fra i quali era il beatissimo Domenico. Lo riconobbe a prima vista perché aveva in mano un bianchissimo e bellissimo giglio, il quale, come un altro roveto di Mosè, visibilmente ardeva senza consumarsi.
Mentre tutti ad uno ad uno la consigliavano, per maggior merito suo, ad entrare in uno dei propri ordini, ella, indirizzando i passi e gli occhi verso san Domenico, vide il Padre santo venirle subito incontro tenendo in braccio l’abito delle sorelle, che si dicono della Penitenza di san Domenico, delle quali nella città di Siena ve n’è stato e ve n’è tuttora un gran numero. Come le fu vicino, la confortò con queste parole: «Dolcissima figliuola, fatti coraggio: non temere alcun impedimento, perchè, come desideri, indosserai con certezza quest’abito». Tali parole la riempirono di santa letizia, e con lacrime di gioia ringraziò l’Altissimo, e l’inclito atleta Domenico, che l’aveva consolata in modo tanto sublime. Quando si riscosse e riprese i sensi, piangeva ancora” (Beato Raimondo da Capua, Santa Caterina da Siena, Legenda maior, 53).

Ti assicuro volentieri la mia preghiera perché il Signore ti illumini in maniera radiosa, senza alcun dubbio.
E pieno di entusiasmo possa subito metterti a servizio del Signore perché ti plasmi per diventare sacerdote secondo il suo  Cuore.
Ti auguro ogni bene e ti benedico.
Padre Angelo