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Quesito

Buongiorno padre,
Sono un ragazzo di 19 anni, mi considero un credente nonostante i numerosi peccati che purtroppo commetto ogni giorno. Spero almeno che crescendo, maturando e compiendo buone azioni per la mia comunità possa redimermi e incamminarmi verso la beatificazione. 
Sono, o per meglio dire ero, fidanzato con una ragazza con la quale credevo avrei condiviso la mia vita di fede e sani valori. Purtroppo sono stato lasciato da lei a causa di numerose discussioni riguardo ad attività che mi proponeva che a mio parere mi avrebbero deviato dal fine ultimo della mia vita. Quando la conobbi non mi sembrò vero, in tempi come questi è difficile trovare una persona con cui condividere i miei valori di fede, castità e servizio verso il prossimo e nei primi mesi era meraviglioso, vivevamo il nostro legame con purezza svolgendo le regolari attività del nostro oratorio, mi sentivo realizzato totalmente e già progettavamo un futuro insieme. Purtroppo, alcuni mesi dopo, nonostante avessi bene messo in chiaro cosa volessi o non volessi dalla nostra relazione prima del matrimonio lei iniziò a tentarmi chiedendomi di avvicinarmi più intimamente a lei, ad esempio tramite la masturbazione reciproca. Nonostante i miei sforzi purtroppo cedetti una volta a questa trappola maligna e mi concessi a questo suo desiderio. Inutile dire la vergogna che provai dopo il fattaccio, non riuscivo a guardarmi allo specchio, soprattutto perché in quel momento mi abbandonai al piacere carnale non badando alla salvezza della mia anima. Non accadde più in quanto sono molto pentito di aver lasciato che accadesse tutto ciò. Talvolta mi sento sporco dentro, anche adesso, pur avendo intrapreso un cammino col parroco del mio oratorio per la liberazione dal mio peccato.
Alcune settimane dopo lei mi propose di andare a campeggiare insieme per due giorni, mettendo in chiaro che avremmo dormito nella stessa tenda. Io provai a dissuaderla, prima spiegandole le mie ragioni e poi cercando di contrattare, per esempio convincendola a dormire in tende separate.
Vidi nello sguardo di lei un profondo risentimento nel sentire il mio secco "NO" come risposta alle sue continue e persistenti tentazioni. La sua risposta non fu per niente piacevole. Mi disse che ero malato, che la chiesa mi aveva fatto il lavaggio del cervello, che anche lei era credente ma non accettava certe clausole come il divieto del sesso prematrimoniale o la masturbazione (Da quel che mi risulta vorrebbe infrangere il comandamento "Non commettere atti impuri") e che era stanca delle mie manie, dopodiché dichiarò seccamente di volermi mollare. 
Devo confessare che per me fu un fulmine a ciel sereno, ero felice di aver fatto la cosa giusta per non cadere in tentazione, ma profondamente amareggiato per aver perso la ragazza con cui avrei voluto trascorrere il resto della mia vita.
A volte ci penso ancora e purtroppo, Dio mi perdoni, mi sento quasi in colpa a non aver accettato di soggiornare in quel campeggio con lei perché con i tempi che corrono è difficile trovare un’anima gemella in mezzo a tutte le peccatrici che ho intorno (Basta guardarmi in giro mentre sono in facoltà per provare un profondo senso di amarezza per tutte quelle anime perdute). In sostanza padre ho paura che i miei ripensamenti siano un chiaro segnale della persistenza del peccato da cui volli liberarmi due anni fa. Crede che la vita monastica potrebbe redimermi? La ringrazio in anticipo e attendo una risposta, preghi per me, io farò altrettanto
Cordiali saluti, 


Risposta del sacerdote

Carissimo,
1. per prima cosa desidero riproporti alcune beatitudini che si adattano bene a quanto stai vivendo.
“Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli” (Mt 5,10).
Giustizia in senso biblico significa anzitutto santità.
Sei stato “mollato” perché hai inteso essere fedele al Signore, ma nel frattempo hai ritrovato “il regno dei cieli”.
Per Regno di Dio o per Regno dei cieli s’intende la presenza e il possesso di Dio.
Noi possediamo Dio quando viviamo in grazia. San Tommaso dice che possedere significa “usare e fruire di una determinata realtà come si vuole”.
Ebbene, vivendo in grazia, tu possiedi Dio e puoi usare e fruire della sua bontà, della sua potenza e del suo servizio come vuoi!

2. Quando hai ceduto al peccato di cui hai parlato ti sei sentito povero, nudo, svuotato, senza dignità.
In quel momento avevi perso la presenza e il possesso di Dio.
Ti sei trovato come Adamo ed Eva dopo il peccato originale: senza Dio.
“A motivo del peccato di lussuria l’uomo massimamente si allontana da Dio”. così dice San Tommaso (“per peccatum luxuriae homo maxime videtur a Deo discedere”).
Questa perdita tu l’hai avvertita subito.
Insieme con questa hai sentito che la tua intimità è stata profanata.
E che la tua dignità di persona – che deve essere sempre l’obiettivo dei servizi degli altri – è stata umiliata ed avvilita.
Tutto questo è stato la causa della vergogna che hai provato dopo quel peccato e del fatto che non riuscivi neanche a guardarti allo specchio.

3. La seconda beatitudine è l’ultima di quelle proclamate dal Signore: “Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia” (Mt 5,11).
Hai subito insulti da parte della tua ragazza a motivo della tua fede. Sei stato ridicolizzato come uno al quale è stato fatto il lavaggio del cervello.
Hai dovuto subire la doppia umiliazione di essere insultato e poi di essere lasciato.
Il Signore ti ha dato forza nel momento della prova e sono certo che te la darà ancora a dispetto di tante tentazioni.
Il Signore si ricorderà delle sofferenze che hai patito per restargli fedele.
Hai perso la ragazza, ma intanto hai riguadagnato il Signore e hai cominciato ad avere nel tuo parroco anche una guida spirituale. Questa è una grande grazia.

4. La terza beatitudine che ti ricordo è la seguente: “Beati i puri di cuore perché vedranno Dio” (Mt 5,8).
San Tommaso dice che chi supera le tentazioni merita di essere servito dagli Angeli, come è successo per Nostro Signore dopo che i demoni lo tentarono nel deserto: “Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco, degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano” (Mt 4,11).
A motivo della purezza continui ad avere sensibilità nei confronti di Dio. E questo è uno dei servizi che gli Angeli ti stanno rendendo.
Mi dici che di tanto in tanto senti la tentazione di rinnegare i passi che hai compiuto.
Ti esorto a rinnovare la tua fedeltà a Cristo e continuerai a sperimentare i servizi degli Angeli in tutti i campi.

5. Continua ad essere determinato, come mi pare di evincere anche dal tuo scritto.
Questa determinazione è frutto e nello stesso tempo causa della purezza.
Il Magistero della Chiesa dice che la purezza o castità “è energia spirituale che libera l’amore dall’egoismo e dall’aggressività” (pontificio consiglio per la famiglia, Sessualità umana: verità e significato, 19).
La tua ragazza in tutto il suo comportamento ha mostrato di amare solo se stessa. Anzi, di amare la propria concupiscenza. E anche questo non è vero amore.
Se ti avesse amato, ti avrebbe rispettato, sarebbe stata contenta e orgogliosa di te, della tua amicizia, delle tue idee e della tua determinazione.
E invece se ne è andata dandoti l’ultimo colpo.
Anche questo (che se ne sia andata) a conti fatti è una grazia. Forse troppo tardi ti sei accorto che voleva solo se stessa.

6. Mi chiedi infine se la vita monastica possa redimerti dalle tentazioni.
No. Non è la vita monastica che in se stessa libera una persona dalle tentazioni. Anzi, vediamo che nella vita di santi monaci le tentazioni sono state talvolta violentissime.
Ciò che aiuta a superare le tentazioni è l’amore di Cristo. O, per meglio intenderci, è l’esperienza di Gesù Cristo nel nostro cuore, di Gesù che si concede a chi lo cerca e lo ama.
Si concede”: non c’è niente di più bello di questo!
Certo, nella vita monastica il Signore si concede più facilmente e più diuturnamente. È questa la sua bellezza e questo è il segreto del suo fascino.

7. Vivi dunque intensamente l’esperienza dell’unione di Gesù.
Soprattutto dopo la Santa Comunione e nella recita del Santo Rosario approfitta di Gesù si concede e nello stesso tempo concede tutto, perché è la fonte di ogni bene.
Ti concederà anche quello che a te in questo momento sembra introvabile.

8. Approfitta di questi momenti per concederti a tua volta a Nostro Signore.
Sant’Ignazio di Loyola si concedeva quotidianamente recitando questa bella preghiera: “Ricevi, Signore, l’intera mia libertà. Ricevi la memoria, il mio intelletto e la volontà tutta.
Quanto ho o possiedo, tu me l’hai donato; tutto io ti restituisco e rimetto interamente al governo della tua volontà.
Dammi solo il tuo amore con la tua grazia, e io sono ricco abbastanza, né domando più altro”.

9. Intanto a Gesù che “si concede” chiedi i cuori dei tuoi compagni e delle tue compagne di studio. Si legge nel libro dei Proverbi: “Il cuore del re è un corso d’acqua in mano al Signore: lo dirige dovunque egli vuole” (Pr 21,1).
Anche i cuori dei tuoi amici sono in mano al Signore ed Egli li può dirigere dovunque vuole.
E se tu possiedi il cuore di Dio mediante la grazia, mediante una preghiera ardente e una vita retta Egli li può dirigere anche dove vuoi tu.
La testimonianza dei Santi ce lo conferma.

Ti auguro tutto questo, ti assicuro volentieri la mia preghiera e ti benedico.
Padre Angelo