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Quesito
Reverendo Padre Angelo,
sono un ragazzo di 16 anni di L., piccolo paese della Provincia di …, sto pensando da qualche tempo a questa parte, di diventare Sacerdote.
Voglio chiederle: come posso coltivare la mia vocazione? Io ho già parlato con il mio Parroco, ma gradirei, comunque, un suo gentile parere.
Certo del suo aiuto, aspetto la sua risposta e la saluto e la ringrazio.
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. sono contento che il Signore ti stia chiamando.
È come se avesse posato gli occhi su di te e ti avesse amato di più.
Lo capirai meglio quando sarai sacerdote e più avanti negli anni.
2. Per coltivare la tua vocazione ti consiglio soprattutto due cose:
la prima è la preghiera.
E perché il richiamo non rimanga vago, ti indico espressamente la preghiera del Santo Rosario e la coroncina della divina Misericordia.
3. Con il Rosario ti metti ogni giorno espressamente in comunione col Signore e la beata Vergine.
Nel Vangelo di Marco (Mc 3,14) leggiamo che il Signore sceso dalla montagna chiamò a sé quelli che volle perché stessero con lui e poi anche per mandarli a predicare e a cacciare i demoni.
Come puoi notare dalle sue stesse parole, il primo motivo per cui li ha chiamati è perché stessero con lui.
Noi stiamo sempre insieme con lui vivendo in grazia. Ma ci mettiamo in dialogo e in intimità con lui soprattutto nella preghiera.
Ora recitando il Santo Rosario programmi la tua giornata stabilendo che per un tot di tempo stai in intimità con nostro Signore.
Ti accorgerai ben presto che sarà il momento più alto e più proficuo della tua giornata.
4. Mi piace ricordarti quanto ha detto Giovanni Paolo II: “Fin dai miei anni giovanili questa preghiera ha avuto un posto importante nella mia vita spirituale. (…).
Il Rosario mi ha accompagnato nei momenti della gioia e in quelli della prova.
Ad esso ho consegnato tante preoccupazioni, in esso ho trovato sempre conforto”.
Consegnare al Rosario tante preoccupazioni significa consegnarle a Gesù e a Maria, alla loro preghiera e al loro aiuto.
5. Poi ha soggiunto: “Ventiquattro anni fa, il 29 ottobre 1978, ad appena due settimane dall’elezione alla Sede di Pietro, quasi aprendo il mio animo così mi esprimevo: «Il Rosario è la mia preghiera prediletta.
Preghiera meravigliosa!
Meravigliosa nella sua semplicità e nella sua profondità. (…).
Sullo sfondo delle parole Ave Maria passano davanti agli occhi dell’anima i principali episodi della vita di Gesù Cristo. Essi si compongono nell’insieme dei misteri gaudiosi, dolorosi e gloriosi, e ci mettono in comunione viva con Gesù attraverso – potremmo dire – il Cuore della sua Madre” (Ib.).
6. “Nello stesso tempo il nostro cuore può racchiudere in queste decine del Rosario tutti i fatti che compongono la vita dell’individuo, della famiglia, della nazione, della Chiesa e dell’umanità.
Vicende personali e vicende del prossimo e, in modo particolare, di coloro che ci sono più vicini, che ci stanno più a cuore.
Così la semplice preghiera del Rosario batte il ritmo della vita umana” (Ib.)..
7. Anche per te, dunque, fin dai tuoi anni giovanili prendi in mano questa corona.
Se chiamato a diventare uomo di preghiera e che insegna a pregare.
8. Ti indico anche la coroncina della Divina Misericordia, che è breve e nello stesso tempo è tanto efficace.
La coroncina è essenzialmente una preghiera di intercessione.
È vero che l’intercessione la puoi fare anche recitando il Rosario.
Ma il Rosario è essenzialmente una preghiera di intimità, di colloquio, di comunione e in questa comunione si domanda.
La coroncina invece per la sua stessa struttura è preghiera di intercessione.
Il sacerdote è chiamato a pregare per il popolo che gli è affidato.
E tu devi allenarti a fare questo fin d’ora.
9. È sottinteso che, se puoi, ti raccomando la Messa quotidiana.
San Gregorio Magno diceva che “per la partecipazione alla Messa l’uomo viene liberato da molti mali”.
E insieme con la Messa ti raccomando anche la confessione settimanale.
La confessione ha una potenza straordinaria. Istituita principalmente nel giorno della risurrezione del Signore (Gv 20,22-23) di volta in volta ti investe della potenza della sua risurrezione e ti rinnova.
10. La seconda cosa che ti raccomando è la purezza.
Ecco che cosa scriveva sulla purezza il seminarista Angelo Roncalli, il futuro papa e Santo Giovanni XXIII:
“Un globo di purissimo cristallo, irradiato dalla luce del sole, mi dà l’idea della mondezza del cuore dei sacerdoti. L’anima mia deve essere come uno specchio che deve riflettere l’immagine degli angeli, di Maria santissima, di Gesù Cristo.
Se lo specchio si appanna, per quanto leggermente, io sono degno di essere fatto a pezzi e gettato nell’immondezzaio” (Il giornale dell’anima, esercizi spirituali, 1902, n. 8).
Il sacerdote deve riflettere nel suo comportamento la presenza di Gesù, di Maria e del cielo che abita nella sua anima.
Qualora il seminarista o il sacerdote non fosse puro queste realtà non le riflette più.
Non bastano le parole per farle riflettere.
È necessaria e insostituibile la propria condotta.
Quando un sacerdote è puro questa presenza è riflessa dalla sua vita, senza che se ne accorga.
Ed è riflessa anche dal suo sguardo, che brilla di una particolare luminosità.
Accompagno volentieri queste indicazioni con una bella preghiera perché il Signore ti faccia tutto suo e perché il tuo futuro sia una benedizione per tutti.
Ti abbraccio e ti benedico.
Padre Angelo