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Quesito
Come vuole il Signore!
Caro Padre Angelo, ho un dilemma se così si può chiamarlo. 50enne cattolica con-vinta praticante ho un problema con mio marito, non credente: non è per nulla accondiscende né accomodante riguardo alla mia fede.
Non capisce il motivo di andare tutte le domeniche a messa. Figuriamoci poi in settimana. Io, se potessi, vi parteciperei anche 2 volte al giorno… talmente sono assetata di Gesù.
In settimana, quando riesco a parteciparvi, le chiamò messe "rubate" perché lui non lo sa.
Sapesse come è triste amare Dio da sola!
Il problema è che spesso la domenica siamo invitati o invitiamo amici o figli. Questo mi impedisce di partecipare alla messa festiva. Vivo in un piccolo paese e di conseguenza non ci sono scelte di orari per la messa: ce n’è una sola.
Non sempre riesco partecipare alla prefestiva, a volte per lavoro a turni che ho, a volte per causa del marito che ha bisogno di me. Che fare… Litigare per andare a messa? Che senso ha… partecipare dopo un litigio. E con che stato d’animo… Adesso che si avvicina la bella stagione lui vorrà andare spesso in montagna (dal figlio che ha una cascina), questo significa dover rinunciare, mio malgrado, alla messa. Questa rinuncia mi crea una grande sofferenza: e per la mancanza dell’eucarestia e per l’omissione di non avere santificato la festa.
Nello stesso tempo mi chiedo, anche se non è per colpa mia deliberatamente, se sono nel peccato per l’omissione del precetto.
A volte mi sento come la sacra famiglia nascosta in Egitto in attesa di tempi maturi. Tutto di nascosto! Sarebbe così bello poter partecipare insieme e poi andare dove si è deciso!
Ma non è forse scritto: mogli siate sottomesse al marito? E l’obbedienza a Dio? di santificare la festa….
Io non so cosa fare né come comportarmi… Non ho la stoffa del martire. Forse una "martire bianca" nel senso che non mi impongo e tengo tutto dentro; soffro senza versare sangue.
Io non so se sono riuscita a rendere il mio problema, lo Spirito Santo le illumini la risposta.
Un abbraccio nel Signore
Anna
Risposta del sacerdote
Cara Anna,
1. adesso puoi comprender meglio come mai la Sacra Scrittura, e cioè Dio, dica di sposarsi “nel Signore” (1 Cor 7,39), vale a dire: “tra cristiani”, come annota in questo passo la Bibbia di Gerusalemme.
Qualcuno interpreta quel “nel Signore”così: purché possa osservare la legge del Signore.
2. In ogni caso è vero quello che dici: “Sapesse come è triste amare Dio da sola!”.
Non c’è niente quanto l’esperienza di comunione con Dio che esiga di essere condivisa.
Abbiamo sentito in queste domeniche di avvento che quando la parola di Dio scese su Giovanni Battista (Lc 3,2) questi subito si mise a predicare. La aprola di Dio lo mise subito in movimento.
Della Madonna sappiamo che dopo aver ricevuto l’annuncio dall’Angelo “si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda” (Lc 1,39).
Anche tu come Geremia puoi dire: “Quando le tue parole mi vennero incontro, le divorai con avidità; la tua parola fu la gioia e la letizia del mio cuore,” (Ger 15,16).
Ora quando il cuore è pieno di gioia e di letizia sente l’esigenza di condividere quanto sperimenta. È duro non poterlo comunicare.
3. Questo deve renderci attenti prima del matrimonio per poter verificare se si possa crescere insieme nel Signore.
Può capitare invece che ci si sposi con poca fede e che poi questa divampi nell’uno o nell’altro, come potrebbe essere stato per il tuo caso.
Che fare allora in questa situazione?
San Pietro a nome di Dio dà una giusta indicazione: “Ugualmente voi, mogli, state sottomesse ai vostri mariti perché, anche se alcuni si rifiutano di credere alla parola, vengano dalla condotta delle mogli, senza bisogno di parole, conquistati considerando la vostra condotta casta e rispettosa” (1 Pt 3,1-2).
Ciò significa che hai un marito da conquistare al Signore.
E il mezzo per conquistarlo è “la condotta casta e rispettosa”
4. Concretamente: quando sai che dovete andare da amici o ricevere in casa amici devi provvedere a saziare la tua anima di Dio andando a Messa la sera del sabato o della sera precedente la festa.
Se questo fosse impossibile, come d’estate quando vai in montagna, allora chiedi al parroco di dispensarti dalla partecipazione alla Messa per evitare bisticci e situazioni incresciose che rendono difficile stare serenamente col Signore.
Il Catechismo della Chiesa Cattolica, dopo aver ribadito diverse volte l’obbligo di partecipare alla Messa la domenica e nelle altre feste di precetto, dice che “i fedeli sono tenuti a partecipare all’Eucaristia nei giorni di precetto, a meno che siano giustificati da un serio motivo (per esempio, la malattia, la cura dei lattanti o ne siano dispensati dal loro parroco)” (CCC 2181)
Il Parroco in questo caso ti potrà dire come puoi nutrirti di Dio in maniera alternativa alla Messa. Perché si può essere dispensati dal precetto della Messa, ma non dal santificare la festa saziando la propria anima di Dio.
Diversamente si rimarrebbe del tutto denutriti ed esposti alla morte spirituale.
5. Il Parroco tranquillizzerà la tua anima, tanto più che vede che sei sitibonda di Dio e con i fatti puoi dire insieme con Davide: “L’anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente” (Sal 42,3).
Nello stesso tempo con la tua “condotta casta e rispettosa” porrai le premesse per guadagnare al Signore il cuore di tuo marito e custodirlo per la vita eterna.
Ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo