Questo articolo è disponibile anche in: Italiano

Quesito

Caro Padre Angelo,
mio figlio è morto in un drammatico incidente in modo violento, quasi incredibile e raccapricciante, da circa un mese.
Non posso dire di essere un credente doc, ma questo evento non mi ha allontanato dalla fede.
Stento a contemplare l’esistenza di un disegno superiore nei fatti accaduti e cerco sollievo nel pensare che il mio caro ragazzo sia in cielo non in difficoltà, augurandomi di poterlo rivedere quando sarà il mio turno (spero presto).
È tale l’incredibile coincidenza di eventi che, sincronizzati, hanno causato l’incidente che mi è sorto il dubbio che sia accaduto quasi per infliggere una punizione a noi parenti rimasti, mi sono addirittura domandato se non fosse stata opera di un maleficio…..
È possibile che le colpe dei genitori possano ricadere sui figli in modo così crudele?
Cosa posso, se posso, fare per mio figlio nella sua nuova condizione ?

La ringrazio per l’eventuale risposta.

Un saluto, M.


Risposta del sacerdote

Carissimo M.,
solo oggi sono giunto alle mail del  …. Mi dispiace molto per il ritardo e te ne domando scusa.
Avrei desiderato farti prima le mie condoglianze per la morte di tuo figlio e assicurare il mio ricordo nella preghiera per te e per il tuo carissimo figlio.

2. A noi non sono conosciuti i disegni di Dio.
Ma, ed è il minimo che possiamo dire, Dio non vuole il male e non voleva neanche che tuo figlio morisse così.
La morte di tuo figlio è stata causata dall’imprudenza degli uomini.
Tu, da uomo credente, giustamente non hai chiamato in causa Dio.
Pensi a tuo figlio e ti auguri che sia in cielo, “non in difficoltà”.
Anche noi ci auguriamo che sia così. Ma non lo possiamo dire con certezza.

3. In ogni caso ci auguriamo che si sia salvato anche in virtù di quello che avreste fatto voi nel caso di una sua morte improvvisa e impreparata.
E qui giungo a quanto il Catechismo della Chiesa Cattolica ci suggerisce di fare per il riposo eterno dei nostri cari: “Fin dai primi tempi, la Chiesa ha onorato la memoria dei defunti e ha offerto per loro suffragi, in particolare il sacrificio eucaristico, affinché, purificati, possano giungere alla visione beatifica di Dio.
La Chiesa raccomanda anche le elemosine, le indulgenze e le opere di penitenza a favore dei defunti” (CCC  1032).

4. A proposito del sacrificio eucaristico e cioè della Santa Messa che è la perpetuazione del sacrifico espiatorio compiuto da Gesù, mi piace ricordare un particolare convincimento di San Giovanni Crisostomo: “se Giobbe offriva annualmente un  sacrificio espiatorio per le colpe dei suoi figli ancora viventi, perché non possiamo offrirlo noi per i nostri cari defunti?”.
Ora il nostro sacrificio è ben più prezioso di quello di Giobbe: offriamo i meriti di Cristo stesso, quelli della sua passione e morte, a vantaggio della persona cara defunta.
Ecco le testuali parole del santo: “Rechiamo loro soccorso e commemoriamoli.
Se i figli di Giobbe sono stati purificati dal sacrificio del loro padre,1 perché dovremmo dubitare che le nostre offerte per i morti portino loro qualche consolazione?
Non esitiamo a soccorrere coloro che sono morti e ad offrire per loro le nostre preghiere” (Homiliae in primam ad Corinthios, 41, 5).

5. San Giovanni Crisostomo parla di preghiere, e tra queste indubbiamente la più eccellente è la S. Messa.
Ne abbiamo anche altre, come ad esempio il santo Rosario.
Perché non  recitare tutti i giorni il santo Rosario per tuo figlio?
Sarebbe una straordinaria e quotidiana comunione di vita tra te e lui.

6. Abbiamo poi l’elemosina di cui la Sacra Scrittura dice: “L’acqua spegne il fuoco che divampa, l’elemosina espia i peccati” (Sir 3,30).
E ancora: “L’elemosina salva dalla morte e purifica da ogni peccato. Coloro che fanno l’elemosina godranno lunga vita” (Tob 12,9).

7. Abbiamo le indulgenze, di cui il Catechismo della Chiesa Cattolica dice: “Poiché i fedeli defunti in via di purificazione sono anch’essi membri della medesima comunione dei santi, noi possiamo aiutarli, tra l’altro, ottenendo per loro delle indulgenze, in modo tale che siano sgravati dalle pene temporali dovute per i loro peccati” (CCC 1479).
Abbiamo inoltre le varie pratiche di penitenza che unite ai meriti di Cristo ricevono un potere immenso di intercessione e di espiazione.

8. Accenni infine al maleficio e alla possibilità che qualcuno per vendicarsi su di voi abbia fatto morire vostro figlio.
Nelle vicende umane non possiamo escludere a priori il maleficio che viene fatto non solo per vendetta ma anche per pura invidia.
Dico che non lo si può escludere, ma nel caso concreto è pericoloso anche solo pensarlo.
Si corre il rischio di fare dei giudizi temerari gravi.
E poi non porta alcun rimedio.

9. Temi che le colpe dei padri ricadano sui figli.
Ebbene, di fronte alla mentalità degli antichi ebrei secondo i quali le colpe dei padri sarebbero state scontate dai figli, Dio dice per bocca del profeta Ezechiele: “Chi pecca morirà; il figlio non sconterà l’iniquità del padre, né il padre l’iniquità del figlio. Sul giusto rimarrà la sua giustizia e sul malvagio la sua malvagità” (Ez 18,20).
Le colpe dei padri dunque non ricadono sui figli. Sarebbe ingiusto.

10. Rimuovi decisamente i pensieri di questo tipo che si possono affacciare alla tua mente. Non  ti fanno bene. Farebbero solo il gioco del nostro comune avversario al quale piace mettere veleno nei nostri cuori.
Piuttosto comportati così: dal momento orche ormai la situazione è irreversibile, offri a Dio la pena che provi per un eventuale avvenuto maleficio perché conceda a tuo figlio il perdono di tutti i suoi peccati e lo accolga il più presto con Sé in Paradiso.
Il Signore ti ricompenserà.

Ti assicuro di nuovo la mia preghiera e ti benedico.
Padre Angelo

1 Cf Gb 1,5.