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Quesito
Caro Padre Angelo,
vorrei sapere se tra la morte di un Papa e l’elezione del successore il Magistero ordinario e universale, posto in essere dai vescovi dispersi su tutta la terra, sia infallibile o se per l’infallibilità del Magistero sia sempre e comunque necessario l’assenso espresso o tacito del Papa. Può dirsi che nel suddetto periodo di tempo l’assenso del Papa sia “presunto”, adducendo a sostegno di ciò che il Capo dell’Episcopato è virtualmente incluso nel collegio dei vescovi? Istintivamente risponderei di no, perché la Chiesa è fondata su Pietro, al quale solo Gesù disse “Pasci i miei agnelli”, “Pasci le mie pecorelle” e al quale è stato conferito il potere di confermare i fratelli nella Fede (ovviamente, però, in tal modo, bisogna concludere che – limitatamente al periodo di tempo sopra considerato – manca in atto, nella Chiesa, un Magistero infallibile, sebbene rimanga quello dei predecessori).
La ringrazio e la saluto cordialmente.
Giuseppe
Risposta del sacerdote
Caro Giuseppe,
1. il tempo che passa tra la morte di un papa e l’elezione del suo successore è così esiguo che non si può dire che la Chiesa manca di magistero infallibile.
Come tu stesso hai osservato, il magistero precedente rimane.
In buona teologia si afferma: quod semel verum, semper verum (quello che viene fissato come vero una volta, rimane vero per sempre).
2. Il Concilio Vaticano II, nel n. 25 della Lumen gentium, ricorda che l’infallibilità del collegio episcopale è legata alla presenza di Pietro. Senza Pietro non vi è collegio episcopale: “Quantunque i singoli vescovi non godano della prerogativa dell’infallibilità, quanto tuttavia, anche dispersi per il mondo, ma conservanti il vincolo della comunione tra loro e con il Successore di Pietro, nel loro insegnamento autentico circa materie di fede e di morale convengono su una sentenza da ritenersi come definitiva enunciando infallibilmente la dottrina di Cristo” (LG 25).
Per questo, anche qui in buona teologia, si afferma che vi è collegio solo cum Petro et sub Petro (con Pietro e sotto Pietro).
3. Mi chiedi se il ruolo di Pietro sia incluso almeno virtualmente nel collegio episcopale.
Ebbene, è vero che Pietro fa parte del Collegio episcopale, ma non come un qualsiasi altro vescovo.
Perché è Lui il fondamento del collegio episcopale.
E ugualmente il collegio episcopale non è sopra di lui.
E neanche gli sta alla pari.
Ripeto: c’è collegio solo cum et sub Petro (con Pietro e sotto Pietro).
Le tue osservazioni pertanto sono giuste.
Ti saluto cordialmente, ti prometto un ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo