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Quesito

Buona Sera Padre Bellon,
Le scrivevo per un chiarimento:
Le lettere di S. Paolo alle varie chiese fanno parte delle sacre scritture alla stregua dei Vangeli veri e propri oppure sono da considerarsi meno importanti?
Sempre queste lettere possono essere considerate al livello dottrinale come pronunciamenti Ex-Cathedra? (cioè materia immutabile e irreformabile della dottrina Cattolica).
La ringrazio per la sua attenzione e la prego di accettare i miei più Cordiali Saluti.
Davide


Risposta del sacerdote

Caro Davide,
1. è necessario fare una distinzione.
Tutti libri della Sacra Scrittura hanno Dio come autore principale.
Sotto quest’aspetto le lettere di san Paolo non sono di serie b rispetto ai Vangeli.
San Paolo era la causa umana, strumentale. Ma è sempre Dio che parla attraverso di lui.
Al termine della proclamazione di tutti i testi delle Scritture, fatta eccezione dei Vangeli, nella liturgia della Chiesa viene detto: Parola di Dio.
Per il Vangelo c’è un’espressione diversa: Parola del Signore (di Cristo), ma è la stessa cosa.

2. Se invece si guarda ai contenuti, indubbiamente i Vangeli hanno un posto tutto particolare.
Lo ricorda in maniera esplicita la costituzione Dogmatica Dei Verbum (sulla divina rivelazione) del Concilio ecumenico Vaticano II.
Vi si legge: “A nessuno sfugge che tra tutte le Scritture, anche quelle del Nuovo Testamento, i Vangeli possiedono una superiorità meritata, in quanto costituiscono la principale testimonianza relativa alla vita e alla dottrina del Verbo incarnato, nostro Salvatore.
La Chiesa ha sempre e in ogni luogo ritenuto e ritiene che i quattro Vangeli sono di origine apostolica. Infatti, ciò che gli apostoli per mandato di Cristo predicarono, in seguito, per ispirazione dello Spirito Santo, fu dagli stessi e da uomini della loro cerchia tramandato in scritti che sono il fondamento della fede, cioè l’Evangelo quadriforme secondo Matteo, Marco, Luca e Giovanni” (DV 18).

3. Questo è stato il pensiero di sempre.
Ecco le motivazioni che Sant’Agostino porta per ricordare la preminenza dei Vangeli su tutti gli altri testi sacri: “Ciò che la Legge e i Profeti annunciano come futuro, nel Vangelo è presentato come avvenuto.
Gli Apostoli, che videro lo stesso Signore e Salvatore nostro Gesù Cristo carnalmente presente, furono di ciò i primi predicatori.
Essi non solo ricordavano le cose udite dalla sua bocca od operate sotto i loro occhi – sia i detti che le azioni cioè – ma poterono pure cercare e conoscere, mediante notizie sicure e testimonianze fedelissime, sia da Lui stesso, sia dai suoi parenti, anche quelle cose divinamente verificatesi nella nascita, nell’infanzia e nella puerizia, prima cioè di unirsi a lui, mediante il discepolato.
Allorché poi venne imposto loro l’ufficio di evangelizzare, si premurarono di annunciano al genere umano” (De Consensu Evangelistarum, 1).

4. In una parola si può dire che i Vangeli costituiscono il culmine della Rivelazione e hanno per oggetto la persona stessa di Cristo.
Tutto quello che è avvenuto prima è stato preparato in vista di Lui.
Quanto è  avvenuto dopo per opera della predicazione degli Apostoli ha per oggetto l’applicazione della vita di Cristo all’uomo nella sua vita personale e nella vita della Chiesa. Questo è il contenuto degli altri scritti del Nuovo Testamento.

5. La Dei Verbum dice di questi scritti: “Il canone del Nuovo Testamento, oltre i quattro Vangeli, contiene anche le lettere di san Paolo ed altri scritti apostolici, composti per ispirazione dello Spirito Santo; questi scritti, per sapiente disposizione di Dio, confermano tutto ciò che riguarda Cristo Signore, spiegano ulteriormente la sua dottrina autentica, fanno conoscere la potenza salvifica dell’opera divina di Cristo, narrano gli inizi della Chiesa e la sua mirabile diffusione nel mondo e preannunziano la sua gloriosa consumazione. Il Signore Gesù, infatti, assisté i suoi apostoli come aveva promesso (cfr. Mt 28,20) e inviò loro lo Spirito consolatore, il quale doveva introdurli nella pienezza della verità (cfr. Gv 16,13)” (DV 20).

6. Mi chiedi infine se le lettere degli Apostoli possano essere considerate al livello dottrinale come pronunciamenti Ex-Cathedra.
Sarebbe riduttivo affermare che gli altri libri del Nuovo Testamento siano come pronunciamenti Ex-Cathedra.
I pronunciamenti Ex-Cathedra li dà la Chiesa. Per quanto autorevoli e  garantiti dall’Alto, sono pur sempre parole umane.
Ma i testi del nuovo Testamento non sono parola umana, ma parola divina espressa con un linguaggio umano.
Di fronte ai testi sacri è Dio che parla.
Di fronte ai pronunciamenti Ex-Cathedra è la Chiesa che parla, con l’autorità e la garanzia che le ha dato Nostro Signore.

7. I testi sacri sono la regola normante.
Il Magistero della Chiesa è una regola normata dai testi sacri.
Siamo decisamente ad un livello inferiore, per quanto esso sia essenziale e necessario per comprendere la Divina Rivelazione secondo il pensiero stesso di Dio.

Ti ringrazio  per i quesiti che mi hai posto, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo