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Quesito
Caro Padre Angelo,
le scrivo perchè vorrei tanto sciogliere un dubbio riguardante l’intervento presente e continuo di Dio nel mondo a favore delle Sue creature, insidia che mi impedisce di credere e di pregare al nostro Signore con sincera e totale apertura. Vado alla mia questione.
Se siamo responsabili delle nostre azioni, cioè se in ogni attimo della nostra esistenza in cui agiamo la nostra volontà è il principio primo che determina dal nulla la nostra scelta fra due opzioni date (aut aut) nel momento stesso in cui si traduce in atto, come si può parlare di Provvidenza divina diretta in ambito sociale? In soldoni: ho un bisogno e una persona mi viene in soccorso, magari dopo tante preghiere fatte da parte mia. Come si può affermare che Dio abbia in questo caso esaudito la mia richiesta se l’evento è partito dal soccorritore, agente responsabile dell’aiuto nei miei confronti? Siamo liberi di scegliere, cioè ci autodeterminiamo responsabilmente con le nostre azioni, o le nostre azioni sono determinate da Dio? Perchè mi pare che attribuire a Dio l’essere causa di tutto ciò che ci capita non renda conto del fatto che siamo noi determinare ciò che viviamo attraverso il nostro libero arbitrio. Che posto occupa la Provvidenza in questo mondo e come si destreggia per le vie umane? Forse Dio è causa di ciò che ci accade senza determinare le nostre azioni? Ma come ammettere questo? Come può la previsione essere causa della determinazione dell’azione? Se la mia azione è libera è imprevedibile, perchè non esiste prima di se stessa se non come possibilità. Però a quanto pare per Dio è prevedibile, o meglio già prevista. Davvero il discorso della prescienza divina è incomprensibile per me ora come ora ma spero che mi si squaderni presto negli occhi nella sua forma (il contenuto lo lascio a Dio) in tutto e per tutto. Le chiedo aiuto. Ma come può Dio aver già previsto che lei, nel momento in cui io leggerò eventualmente la sua risposta, riuscirà finalmente a farmi aprire gli occhi su questa piccola grande questione? E perchè dovrò rendere grazie a Dio se così sarà, ammettendo la sua attiva partecipazione in questo nostro incontro?
Sperando che mi risponda presto, la saluto!
E.
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. c’è un punto nella tua mail dove è nascosta l’insidia che ti impedisce di comprendere come si compongano prescienza divina e libero arbitrio.
Scrivi infatti: “Se siamo responsabili delle nostre azioni, cioè se in ogni attimo della nostra esistenza in cui agiamo la nostra volontà è il principio primo che determina dal nulla la nostra scelta fra due opzioni date”.
2. Ebbene, il principio primo delle nostre scelte non sta in noi, nella nostra libertà, ma in Dio.
Se Dio non ci desse la possibilità di passare dalla potenza all’atto in continuazione (i medievali la chiamavano “premozione fisica”) e se Dio non ci fornisse i contenuti delle nostre scelte, noi non potremmo fare assolutamente nulla.
3. “È Dio infatti che suscita in voi il volere e l’operare secondo i suoi benevoli disegni” (Fil 2,13).
Commenta Sant’Agostino: “non bisogna pensare che egli abbia eliminato il libero arbitrio, perché ha detto: E’ Dio che opera in voi il volere e l’operare, secondo il suo beneplacito. Se fosse così non avrebbe detto sopra: Adoperatevi alla vostra salvezza con tremore e timore (Fil 2,12).
Quando infatti si ordina ad essi di adoperarsi, si chiama in causa il loro libero arbitrio; ma se dice: con tremore e timore, è perché non si attribuiscano il fatto di operare bene e non si glorino delle opere buone come se appartenessero a loro. Ma l’Apostolo, come se gli fosse rivolta la domanda: Perché hai detto: con tremore e timore? fornisce la spiegazione di queste parole con la frase: E’ Dio che opera in voi. Infatti se voi temete e tremate, non vi potete gloriare delle opere buone come se fossero vostre, perché è Dio che opera in voi” (De gratia et libero arbitrio, 9).
4. Dio suscita in noi il pensiero, la volontà e il libero arbitrio.
Proprio per questa nostra cooperazione con Lui le nostre azioni sono “nostre”, ma sono anzitutto dono suo.
Noi non potremmo fare niente se Dio non ci facesse passare dalla potenza e all’atto e non ci soccorresse in continuazione nel medesimo modo in cui il raggio non può esistere, non può illuminare e non può riscaldare se non perché continuamente irrorato dalla sorgente luminosa.
5. Mentre però il raggio è del tutto passivo nei confronti della sorgente luminosa, noi invece attraverso il libero arbitrio collaboriamo in maniera attiva.
Sicché, a seconda delle disposizioni del libero arbitrio, noi collaboriamo in maniera più o meno ampia con Dio.
Torna di nuovo a proposito l’analogia del raggio: come il raggio può illuminare e riscaldare a seconda delle disposizioni dell’atmosfera e della disposizione della terra, così analogamente Dio opera con noi a seconda delle nostre disposizioni.
Per cui può capitare anche questo: che sebbene Dio ispiri in noi il bene, a motivo dell’insufficienza e della malizia delle nostre disposizioni noi volgiamo le sue ispirazioni al compimento del male.
6. In conclusione due sono gli artefici delle nostre azioni: Dio come causa prima e noi come cause seconde.
Un po’ come quando un pittore dipinge: è il pittore la causa prima, mentre il pennello è la causa seconda.
A seconda delle disposizioni del pennello, la figura viene fuori più o meno bella.
Questo però non dipende dal pittore, ma dal pennello.
Mutatis mutandis, questo avviene anche tra noi e Dio.
Precisando però che noi non interagiamo con Dio semplicemente come il pennello nelle mani del pittore, ma in maniera attiva attraverso il libero arbitrio.
7. Purtroppo non sono riuscito a risponderti presto.
Ma rimanendo in tema: Dio ha previsto che ti rispondessi solo oggi forse perché adesso sei maggiormente disposto a comprendere.
Oppure perché io non ho avuto buona volontà nel corrispondere alle sue inspirazioni. E per questo la mia risposta avrebbe potuto essere più tempestiva e migliore.
8. Se però abbiamo fatto quanto era in nostro potere, diamo a Dio la gloria e il rendimento di grazie per tutto.
E a noi diamo il merito o il demerito a seconda della nostra buona volontà e delle nostre disposizioni.
Ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo