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Quesito

Scusi il disturbo Padre Angelo, 
Ho un’incomprensione in seguito ad alcune sue risposte circa il mistero dell’Eucaristia. 
In alcune sue risposte, leggo quanto segue:
– “il Signore offre la sua sofferenza, ma non soffre più.
Giustamente la Chiesa dice che la Messa è lo stesso sacrificio che si è compiuto sul calvario, ma con la differenza che sul calvario c’era la forma cruenta (con le sofferenze), adesso invece sull’altare è presente in maniera incruenta“.
– “Il Signore ti rende contemporaneo ai suoi dolori e alla sua passione.
Ma con la differenza che sulla croce la sua passione era penosissima, adesso invece è beata“. 
Mi chiedo: come mai allora nei miracoli eucaristici troviamo il cuore di Gesù in una sofferenza penosa ed estrema?
Cioè, la scienza dimostra che in tali miracoli si trova un tessuto muscolare cardiaco infiammato, traumatizzato, altamente sofferente (NON viene dunque riscontrata alcuna forma di “beatitudine” o “sollievo”, non so se mi spiego). 
Pertanto, alla luce di questo, in che senso Gesù non soffre più nell’Eucaristia?
Forse potrei trovare la spiegazione in questo suo estratto: “Nel Cristo glorioso sono racchiusi in un istante, quello dell’eternità, tutti gli istanti della sua vita terrena. Nell’Eucaristia il Cristo glorioso ci rende contemporanei della sua passione e della sua morte“.
Ma sinceramente ancora non mi è chiaro come l’estrema sofferenza (riscontrata appunto nei miracoli eucaristici), di cui il Cristo glorioso ci rende contemporanei, possa essere definita “beata”…mi pare un ossimoro. 
Scusi la mia difficoltà nel comprendere. 
Grazie infinite come sempre, una santa giornata. 


Risposta del sacerdote

Carissima,
1. ho già avuto modo di ricordare in alcune risposte che quando il Signore o la Beata Vergine appaiono non lasciano il cielo per venire sulla terra.
Rimangono in cielo con il loro corpo e con la loro anima.

2. Tuttavia in maniera miracolosa attraverso ministero angelico organizzano un corpo con il quale si manifestano e si rendono visibili.
In questo corpo formato in maniera miracolosa, che non è l’identico corpo che c’è in cielo, mostrano segni di sofferenza.
Sicché tanto Cristo quanto la Madonna rimangono in paradiso sempre gloriosi e immune da ogni sofferenza.
Ma mostrano miracolosamente la loro volontà attraverso le apparizioni.
Questa sofferenza è un riverbero di quella che hanno vissuto sulla terra ed è pure un riverbero di quella che sperimenta attualmente il corpo mistico di Cristo che è la Chiesa a causa dei peccati.

3. Per quanto concerne i miracoli eucaristici rimane molto illuminante una pagina della Somma teologica in cui San Tommaso si domanda: “Se quando per miracolo appare in questo sacramento o della carne o un bambino, vi sia veramente presente il corpo di Cristo” (III, 76, 8).
Ed ecco che cosa dice: “In due modi si verificano le apparizioni in cui a volte si vede miracolosamente in questo sacramento della carne, o del sangue, o addirittura un bambino.
Talora infatti il fenomeno si compie soggettivamente negli spettatori: i loro occhi cioè subiscono una mutazione, come se veramente essi vedessero nella realtà esterna della carne o del sangue, o un bambino, senza però che si operi alcuna mutazione nel sacramento. E così sembra accadere quando ad alcuni esso appare sotto l’aspetto di carne o di bambino, mentre ad altri appare come prima sotto le specie del pane; oppure quando a una medesima persona appare per un po’ di tempo sotto la specie di carne o di bambino, e poi sotto le specie del pane.
Tuttavia questo fenomeno soggettivo non rientra nella categoria delle illusioni come i prodigi dei maghi, poiché tale specie viene prodotta da Dio negli occhi per esprimere una verità, cioè per manifestare la reale presenza del corpo di Cristo in questo sacramento…
Altre volte invece tali apparizioni accadono non solo per un’impressione degli spettatori, ma per una reale esistenza del fenomeno che appare al di fuori di essi”.

4. Poi aggiunge: “Il corpo di Cristo non può essere visto nelle proprie sembianze che in un luogo soltanto, in cui è contenuto in modo delimitato. E così, facendosi egli vedere e adorare in cielo nelle proprie sembianze, non può mostrarsi nello stesso modo in questo sacramento.
Inoltre perché il corpo glorioso, che appare quando vuole, scompare anche quando vuole dopo che si è fatto vedere: è scritto così che il Signore “sparì dalla vista dei discepoli” (Lc 24,31). Ciò che invece appare sotto l’aspetto di carne in questo sacramento rimane a lungo; anzi, si legge che a volte venne chiuso e conservato in una pisside per deliberazione di molti vescovi: il che è assurdo pensare di Cristo nelle proprie sembianze.
Dobbiamo perciò concludere che, restando le stesse dimensioni di prima, avvengono miracolosamente delle mutazioni negli altri accidenti, p. es., nella figura, nel colore e in altri simili, così che appaia della carne, o del sangue, oppure un bambino. E questo non è un inganno: perché come si è detto sopra, avviene “per indicare una verità”, cioè per dimostrare con queste miracolose apparizioni che in questo sacramento è veramente presente il corpo e il sangue di Cristo”. 

5. Ancora: “In simili apparizioni non si vedono le sembianze proprie di Cristo, ma delle sembianze prodotte miracolosamente o negli occhi degli spettatori o entro le stesse dimensioni del sacramento” (Ib., ad 2).
È in queste sembianze che si possono manifestare miracolosamente i segni della sofferenza.

6. Rimane pertanto indiscusso che Gesù si rende presente sull’altare con lo stesso identico sacrificio compiuto sul Calvario e che eternamente offre al Padre in cielo.
Ma come in cielo il sacrificio di Cristo è perpetuato in maniera incruenta, e cioè senza spargimento di sangue, così anche sull’altare.

7. E rimane ugualmente chiaro che i segni della sofferenza manifestati nei miracoli eucaristici sono prodotti miracolosamente per volontà di Nostro Signore perché abbiamo dei segni tangibili che si tratta dello stesso e identico sacrificio del calvario.

Ti benedico, ti auguro ogni bene e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo