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Quesito
Padre Angelo buon pomeriggio,
perdonami, sono qui a chiedere un chiarimento. Tempo fa in una parrocchia vicino la mia zona vi è stata una Messa con l’amministrazione del Sacramento degli infermi.
Di questo Sacramento mi fu detto che, sia per età che per salute, non ne avevo diritto.
Nonostante ciò al momento opportuno mi misi in fila e ne usufruii. Oggi ne è uscito il discorso con mia madre.
Devo dire anche per correttezza che il parroco che mi aveva avvisato prima.
Anche l’indomani mi fece notare che avevo sbagliato. In pratica ho agito in maniera consapevole e quindi è stata un’azione non corretta da parte mia.
È passato circa un anno e oggi mi è venuto dubbio se dovevo confessarmi, e penso tutte le comunioni fatte da allora sino ad oggi.
Padre Angelo ti ringrazio.
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. questo sacramento si chiama Unzione degli infermi.
È una medicina spirituale per coloro che sono malati.
San Giacomo è chiaro quando dice “chi è malato, chiami presso di sé i presbìteri della Chiesa ed essi preghino su di lui, ungendolo con olio nel nome del Signore. E la preghiera fatta con fede salverà il malato: il Signore lo solleverà e, se ha commesso peccati, gli saranno perdonati” (Gc 5,14-15).
2. San Tommaso: “L’Unzione degli infermi è una medicina spirituale che però viene simboleggiata da una specie di medicazione corporale.
Perciò questo sacramento non può essere amministrato ai sani, che non hanno bisogno di un medicamento corporale” (Supplemento alla Somma teologica, 32,1).
3. Il Catechismo della Chiesa Cattolica dice a proposito dell’Unzione degli infermi: “Con la sacra unzione degli infermi e la preghiera dei presbiteri, tutta la Chiesa raccomanda gli ammalati al Signore sofferente e glorificato, perché alleggerisca le loro pene e li salvi, anzi li esorta a unirsi spontaneamente alla passione e alla morte di Cristo, per contribuire così al bene del popolo di Dio” (CCC1499).
4. Ugualmente ricorda che “il sacramento dell’Unzione degli infermi viene conferito ai malati in grave pericolo, ungendoli sulla fronte e sulle mani con olio debitamente benedetto – olio di oliva o altro olio vegetale – dicendo una sola volta: Per questa santa unzione e per la sua piissima misericordia ti aiuti il Signore con la grazia dello Spirito Santo, e liberandoti dai peccati, ti salvi e nella sua bontà ti sollevi” (CCC 1513).
5. “L’Unzione degli infermi non è il sacramento di coloro soltanto che sono in fin di vita. Perciò il tempo opportuno per riceverla si ha certamente già quando il fedele, per malattia o per vecchiaia, incomincia ad essere in pericolo di morte” (CCC 1513).
6. “La grazia fondamentale di questo sacramento è una grazia di conforto, di pace e di coraggio per superare le difficoltà proprie dello stato di malattia grave o della fragilità della vecchiaia. Questa grazia è un dono dello Spirito Santo che rinnova la fiducia e la fede in Dio e fortifica contro le tentazioni del maligno, cioè contro la tentazione di scoraggiamento e di angoscia di fronte alla morte. Questa assistenza del Signore attraverso la forza del suo Spirito vuole portare il malato alla guarigione dell’anima, ma anche a quella del corpo, se tale è la volontà di Dio. Inoltre, «se ha commesso peccati, gli saranno perdonati» (Gc 5,15)” (CCC 1520.)
7. Non essendo tra le persone che possono ricevere con frutto questo sacramento, lo hai esposto all’infruttuosità.
Ora, esporre all’infruttuosità un sacramento è come vanificarlo. Di per sé è un peccato grave, perché si tratta della profanazione di una realtà sacra.
Per te certamente vi è una diminuzione di responsabilità perché l’hai fatto in buona fede, sebbene il parroco ti avesse ammonito di non riceverlo.
Pertanto fai bene a confessartene.
Con l’augurio di ogni bene, ti benedico e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo