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Quesito
Salve padre Angelo,
la considero un riferimento attendibile e importante nel mio percorso di fede, e proprio tale percorso mi porta a pormi una domanda che desidero rivolgerle.
Dato che, leggo in una sua risposta, per andare in paradiso occorre essere “amici di Gesù (e si è suoi amici quando si vive in grazia, in sintonia di pensiero e di volontà, con il cuore aperto all’amore di Dio e all’amore di ognuno del nostro prossimo)”, ma che per esserlo occorre l’assoluzione dai peccati a mezzo della confessione, le chiedo: coloro che sono venuti prima di Gesù come potevano ricevere il perdono dei propri peccati (ossia attingere ai meriti retroattivi di Cristo ristabilendo dunque l’ amicizia con Dio) dato che non era ancora esistente la confessione o comunque, se esistente, non si sapeva essere requisito imprescindibile per il perdono dei peccati dato che solo in seguito Gesù con la sua venuta sulla Terra darà potere in tal senso ai discepoli (e ai futuri ministri facenti loro medesima funzione) dicendo loro che i peccati che rimetteranno sulla Terra saranno rimessi anche in Cielo e stessa cosa per i peccati non rimessi in Terra non lo saranno in Cielo?
Grazie.
Jacopo
Risposta del sacerdote
Caro Jacopo,
1. coloro che sono venuti prima di Cristo hanno potuto ricevere la remissione dei peccati attraverso la fede nel Messia venturo.
Sappiamo che anche nell’Antico Testamento c’erano riti particolari, sacrifici, preghiere.
Tutte queste pratiche non potevano espiare i peccati.
“E questo perché l’espiazione dai peccati la può compiere soltanto Cristo, “che toglie i peccati del mondo”, come dice il Vangelo (Gv 1,29).
E poiché il mistero dell’incarnazione e della passione di Cristo non si era ancora realmente compiuto, le cerimonie dell’antica legge non potevano contenere in sé realmente, come i sacramenti della nuova legge, la virtù che emana dal Cristo incarnato ed immolato. Perciò esse non potevano purificare dal peccato, come l’Apostolo insegna, essendo “impossibile che sangue di tori e di capri tolga le colpe”. Ed ecco perché l’Apostolo le chiama “deboli e poveri elementi” (Gal 4,9): deboli, perché non possono purificare dal peccato; e, come conseguenza della loro debolezza, anche poveri, dal fatto che esse non contengono la grazia” (San Tommaso, Somma teologica, I-II, 103, 2).
2. San Tommaso aggiunge: “Tuttavia nel tempo della legge l’anima dei fedeli poteva unirsi con la fede a Cristo incarnato ed immolato: e così dalla fede essi venivano giustificati. E di questa fede l’osservanza delle cerimonie era una professione, in quanto esse prefiguravano il Cristo. Ed ecco perché nell’antica legge venivano offerti dei sacrifici per i peccati: non perché essi stessi mondavano dal peccato, ma perché erano professioni di quella fede che mondava dal peccato. La legge stessa lo lascia comprendere dal suo modo di esprimersi. Nel Levitico infatti si legge, che nell’oblazione delle vittime per il peccato “il sacerdote pregherà per lui, e gli sarà perdonato”; come per dire che il peccato non era perdonato in forza del sacrificio, ma per la fede e la devozione degli offerenti” (Ib.).
3. Tra i riti che cooperavano alla remissione dei peccati vanno menzionati in modo particolare la circoncisione e l’offerta del sacrificio per il peccato.
Per la circoncisione San Tommaso scrive: “Nella circoncisione veniva conferita la grazia rispetto a tutti gli effetti di essa, ma in modo diverso che nel battesimo.
Infatti nel battesimo la grazia è concessa in virtù dello stesso sacramento, virtù che il battesimo ha in quanto strumento della passione di Cristo già compiuta.
La circoncisione invece conferiva la grazia in quanto era simbolo della fede nella passione futura di Cristo, nel senso che l’uomo ricevendo la circoncisione dichiarava di abbracciare tale fede; o direttamente, come facevano gli adulti, o per mezzo di altri, nel caso dei bambini.
Per questo anche l’Apostolo dice che «Abramo riceve il segno della circoncisione come segno della giustizia della fede» (Rm 4,11), appunto perché la giustizia veniva dalla fede significata, non dalla circoncisione significante. E quindi, poiché il battesimo, a differenza della circoncisione, opera strumentalmente in virtù della passione di Cristo, il battesimo imprime il carattere che incorpora l’uomo a Cristo e conferisce più grazia della circoncisione: maggiore è infatti l’effetto di una realtà già presente che quella della sua speranza” (Somma teologica, III, 70, 4).
4. C’era poi il sacrificio per il peccato che veniva offerto per la remissione dei peccati.
Talvolta veniva offerto in maniera cruenta, e cioè con l’immolazione di un animale e con il suo sangue, che era prefigurazione del sangue di Cristo.
A volte invece il sacrificio per il peccato veniva offerto in maniera incruenta, come quando si prendeva un capro, lo si poneva in mezzo all’assemblea, su di esso venivano riversati i peccati del popolo, e poi lo si spedivanel deserto in pasto al diavolo, dove si pensava che questi vi abitasse.
5. C’era anche un’altra pratica tenuta in grande considerazione per la remissione dei peccati: l’elemosina.
Daniele si rivolge a Nabucodonosor così: “Perciò, o re, accetta il mio consiglio: sconta i tuoi peccati con l’elemosina e le tue iniquità con atti di misericordia verso gli afflitti, perché tu possa godere lunga prosperità” (Dan 4,24).
Nella Sacra Scrittura si legge ancora: “L’acqua spegne il fuoco che divampa, l’elemosina espia i peccati” (Sir 3,30).
L’elemosina veniva equiparata all’offerta di un sacrificio: “Chi osserva la legge vale quanto molte offerte; chi adempie i comandamenti offre un sacrificio che salva” (Sir 35,1-2).
6. Il medesimo discorso vale in qualche modo per quelli che appartengono ad altre religioni. Anch’essi possono pregare, pentirsi dei loro peccati, compiere atti di pazienza, di elemosina…
Anch’essi li possono compiere in espiazione dei loro peccati.
Possiamo sperare che il Signore accompagni questi loro atti con la grazia santificante che comporta la remissione dei peccati, anche se essi non hanno la minima nozione di grazia santificante.
Sappiamo che Dio vuole salvi tutti gli uomini (cfr. 1 Tm 2,4). È proprio perché li vuole salvi, va loro incontro comunicando segretamente la grazia.
7. Tanto per l’Antico Testamento quanto per coloro che non fruiscono del sacramento della confessione c’è da appellarsi dunque alle vie straordinarie della salvezza.
Le vie ordinarie sono costituite dai sacramenti.
Con l’augurio di un buon Avvento ormai prossimo, ti benedico e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo