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Quesito
Caro Padre Angelo
innanzitutto la ringrazio per il suo servizio pastorale che svolge a favore di molte persone o meglio di molte anime che si rivolgono a lei.
Le scrivo riguardo ad un peccato che io chiamo "atto coniugale irregolare", cioè in altri termini, il peccato di Onanismo di cui parla la Scrittura, ossia la dispersione del seme durante il rapporto coniugale, con lo scopo di evitare procreazione .
Sono sposato da più di venticinque anni e abbiamo due spenditi figli.
Prima che incominciassimo a intraprendere la via del Signore, forse per ignoranza, forse anche per poco interesse, non ci rendevamo conto che questa prassi è contro il volere di Dio.
Ora ci stiamo provando seriamente a cambiare, ma purtroppo ancora non riusciamo a contenere sempre i nostri istinti e quindi ogni tanto ricadiamo con la mia consorte in questo peccato per evitare una gravidanza indesiderata. ( consapevoli che è sbagliato).
Cerchiamo di stare attenti a non procreare (con questo però non voglio certo giustificare il nostro comportamento), anche perché, mia moglie tanti anni fa perse il bambino (o bambina) al secondo o terzo mese di gestazione e anche le altre due precedenti gravidanze avute, sono state portate a termine attraverso serie complicazioni da costringere mia moglie a rimanere ricoverata per lunghi periodi, però grazie a Dio tutto andò bene ed ora come le ho già detto abbiamo due figli ormai grandi (venticinque anni la femmina e diciannove il maschio).
Ora però, dopo aver detto ciò, veniamo al dunque della questione:
Come le dicevo man mano che passa il tempo (grazie anche ad un anziano sacerdote) ci stiamo rendendo conto della gravità di quest’atto davanti a Dio, quindi cerchiamo per quanto possibile di unirci sempre più a lungo possibile e quando ricadiamo in questo peccato andiamo a confessarlo al primo sacerdote che capita a secondo di dove ci troviamo ad ascoltar Messa.
Noto però che anche tra i sacerdoti c’è un pò di confusione e a loro volta la trasmettono a noi. Le dico questo perché alcuni ci dicono di non preoccuparci e di fare secondo coscienza, quindi come meglio crediamo, basta che ci sia amore.
Di sicuro il consiglio che questi sacerdoti ci danno non è da accettare per il fatto che se dovessi seguire la mia coscienza personale, seguirei quella che mi soddisfa di più e cioè la mia natura e di conseguenza non seguirei la vera coscienza e cioè quella cristiana.
Altri sacerdoti invece, ci hanno confermato la gravità del peccato e di conseguenza ci hanno consigliato il metodo naturale e cioè aspettare di unirci durante il periodo in cui la donna non è feconda, dicendo che secondo loro è appunto per questo che Dio ha fatto la donna non feconda in determinati periodi.
Credo che anche questo ragionamento non sia valido, ma sia da ritenersi come un male minore (che però sempre male rimane).
La mia riflessione e domanda che le faccio è questa:
Se io aspetto il periodo in cui mia moglie non è feconda, già si parte con l’intenzione di non procreare vita, quindi cosa cambia dal farlo e stare attenti e dal farlo ed essere sicuro che non ci sarà procreazione, è come prendere un seme e buttarlo in una strada di cemento sapendo benissimo che non potrà germogliare.
Spero che anche lei mi confermi che sia giusto quello che penso, mi piacerebbe avere il suo parere su questo.
Comunque con mia moglie stiamo valutando ( sperando di riuscirci con l’aiuto di Dio) a provare a vivere in castità e quindi le chiediamo anche una preghiera per noi affinché riusciamo a questo intento.
Certi di una sua benedizione la saluto con affetto.
Sia lodato Gesù Cristo
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. non è la stessa cosa.
Proprio prendendo spunto dal tuo esempio, un seme gettato in una strada di cemento non potrà germogliare.
È vero.
Ma gettato in terreno fertile, anche se non è la stagione, può germogliare.
2. Karol Wojtyla, quand’era ancora arcivescovo di Cracovia, aveva scritto: “Se si esclude dai rapporti coniugali radicalmente e totalmente l’elemento potenziale di paternità e di maternità, si trasforma perciò stesso la relazione reciproca delle persone. L’unione nell’amore slitta verso un godimento comune, o, per meglio dire, verso quello dei due partner” (Amore e responsabilità, p. 216).
E ancora: “Violando le leggi della natura, si viola anche la persona, facendone un oggetto di godimento, anziché farne un oggetto di amore. La disposizione alla procreazione, nei rapporti coniugali, protegge l’amore, è la condizione indispensabile di una vera unione delle persone” (Ib., p. 218).
3. Il di più che c’è e che cambia la natura del rapporto è proprio la disposizione a procreare, che sebbene non desiderata nel momento, non è tuttavia esclusa o rifiutata, come avviene nella contraccezione che palesemente altera il disegno di Dio sull’amore umano e sulla sessualità.
4. Il Signore ti benedirà per non aver seguito l’indicazione di alcuni confessori.
Vale anche per loro purtroppo quanto aveva detto Pio XI nella Casti Connubii: “Perciò come vuole la Suprema Autorità nostra e la cura commessaci di tutte le anime, ammoniamo i Sacerdoti che sono applicati ad ascoltare le confessioni e gli altri tutti che hanno cura d’anime, che non lascino errare i fedeli a sé affidati in punto tanto grave della legge di Dio e molto più che custodiscano se stessi immuni da queste perniciose dottrine e ad esse in qualche maniera non si rendano conniventi.
Che se poi qualche confessore o pastore di anime, che Dio non lo permetta, inducesse in questi errori i fedeli affidati alle sue cure e li confermasse nelle loro convinzioni o approvando o tacendo, sappia di dover rendere conto a Dio Giudice Supremo del tradito suo ufficio, e stimi a sé rivolte le parole di Cristo: “Sono ciechi e guide di ciechi: e quando un cieco guida un altro cieco, tutti e due cadranno in un fosso” (Mt 15,14)” (CC 21; EE 5/504).
5. Le parole del Papa sono pesanti.
Prega per questi sacerdoti perché certamente dovranno rendere conto a Dio Giudice Supremo del tradito loro ufficio.
È una responsabilità grave quella che si sono assunti.
E se la sono assunti con estrema leggerezza.
6. Mi dici che stai valutando la possibilità di vivere in perfetta castità con tua moglie.
Non sareste i primi a farlo.
Penso ai coniugi Maritain, ai Beati Beltrame Quattrocchi e tanti altri che sono conosciuti direttamente dai sacerdoti confessori.
Ti posso assicurare che l’astensione fatta di comune accordo non diminuisce l’intesa e la dedizione coniugale.
Ricordo una coppia che aveva appena celebrato il 50° di matrimonio. Mi dissero in riferimento proprio a questo argomento: “Il nostro amore non è più quello di una volta. Ci amiamo in maniera diversa. Il nostro amore è diventato più forte”.
Ti auguro ogni bene, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo