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Quesito
Ave Maria!
Carissimo Padre Angelo.
Mi chiamo Carlo e le scrivo perché mi possa chiarire alcuni dubbi sulle disposizioni della Santa Chiesa inerenti la SS. Eucaristia:
1. Quante Comunioni si possono prendere al giorno?
La domanda sorge perché vedo quasi ogni giorno una persona (che poi è di una certa età) che mi sa tanto che ne fa un buon numero. Io sapevo che si può accedere alla SS. Comunione una volta al giorno o in via eccezionale due volte.
2. La Chiesa prevede un ora di digiuno prima della Santa Messa. Ci sono invece disposizioni per quanto concerne il tempo dopo la SS. Comunione? Precisamente in quanto tempo il Corpo di nostro Signore possiamo considerarlo “assimilato”?
La ringrazio in anticipo e le mando un salutone da Trieste.
Sia lodato Gesù Cristo . . .
. . . .sempre sia lodato!!!
Risposta del sacerdote
Caro Carlo,
1. Il codice di diritto canonico al canone 917 dice: “Chi ha già ricevuto la santissima Eucaristia, può riceverla una seconda volta nello stesso giorno, ma solo durante la celebrazione eucaristica alla quale partecipa”.
Pertanto chiunque può fare quando vuole la S. Comunione una seconda volta durante lo stesso giorno, purché sia fatta durante la Messa.
2. Farla più di due volte non è consentito.
In passato si poteva fare solo una volta. Questa disposizione della Chiesa intendeva evitare l’assuefazione e con essa la diminuzione del fervore.
3. Non ci sono disposizioni di tempo sul post comunione analoghe a quella del digiuno.
Le norme liturgiche prevedono una pausa di silenzio durante e dopo la celebrazione della Messa, come ti dirò.
A detta dei teologi, la presenza di Gesù nel sacramento dura tra i 10 minuti e il quarto d’ora.
Sicché per tale tempo conviene stare in adorazione e in vera comunione.
4. La tua domanda mi dà l’opportunità di ricordare la necessità di stare col Signore dopo aver ricevuto la particola consacrata.
Ecco che cosa prescrive l’Istruzione “Inestimabile donum” (3.4.1980): “Si raccomandi ai fedeli di non tralasciare, dopo la Comunione, un giusto e doveroso ringraziamento, sia nella celebrazione stessa, con un tempo di silenzio, con un inno o con un altro canto di lode, sia dopo la celebrazione, rimanendo possibilmente in orazione per un congruo spazio di tempo” (n. 17).
Purtroppo questa disposizione molti neanche la conoscono.
5. Sulla convenienza e sulla necessità di stare il più a lungo in silenzio e in raccolta comunione col Signore l’enciclica Mediator Dei così dice: “Si allontanano dal retto sentiero coloro i quali fermandosi alle parole più che al pensiero, affermano e insegnano che finita la Messa non si deve prolungare il ringraziamento… Anzi, questi atti propri dei singoli sono assolutamente necessari per godere più abbondantemente di tutti i soprannaturali tesori di cui è ricca l’Eucaristia e per trasmetterli agli altri secondo le proprie necessità…
Perché dunque non loderemo coloro che si indugiano in intima familiarità col divino Redentore, non solo per trattenersi dolcemente con lui, ma specialmente per domandargli aiuto, perché tolgano dalla loro anima tutto ciò che può diminuire l’efficacia del Sacramento e facciano da parte loro tutto ciò che può favorire la presentissima azione di Gesù?
Li esortiamo anzi a farlo. Noi dunque, così intimamente stretti a Cristo cerchiamo quasi di immergerci nella sua santissima anima e ci uniamo a lui per partecipare agli atti di adorazione con cui egli offre alla Trinità l’omaggio più grato e accetto” (nn. 120-123).
6. A detta dei maestri di vita spirituale, il ringraziamento o raccoglimento dopo l’Eucaristia è uno dei momenti più santificanti della vita spirituale. Scrive S. Alfonso: “Il direttore spirituale raccomandi che dopo la Comunione ci si trattenga a fare il ringraziamento. Sono pochissimi i direttori spirituali che raccomandano il ringraziamento assiduamente, che inculcano cioè di fare il ringraziamento per uno spazio considerevole di tempo. Il motivo è che sono pochissimi i sacerdoti che fanno il ringraziamento e quindi si vergognano di raccomandare agli altri ciò che essi non fanno. Il ringraziamento, ordinariamente, dovrebbe durare un’ora. Si faccia almeno per mezz’ora in cui l’anima si eserciti nell’amore e nel domandare” (Praxis Confessarii, IX,5,155).
Faccio mio il tuo religioso saluto, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo