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Quesito
Caro Padre Angelo,
che Gesù Nostro Signore la benedica.
Porto ancora nel cuore le belle risposte datemi privatamente e per questo la ringrazio; come lei ben sa dal primo di agosto per due settimane (almeno credo) si poteva usufruire dell’indulgenza plenaria, le chiedo l’origine della stessa, e mi domandavo quando sia stata approvata dalla Chiesa Cattolica; inoltre mi chiedo cosa pensa di quelli che dicono che sia una brutto poterne usufruire (per il fatto che non è giusto accorciare le proprie sofferenze in purgatorio) quindi chiedo come potrei rispondere…..
Che Gesù la benedica
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. le indulgenze sono una remissione parziale o totale della pena dovuta ai nostri peccati.
Anche dopo la confessione rimangono in noi quei focolai che precedentemente ci avevano portato a commettere dei peccati.
Dal momento che in Paradiso non entra nulla d’impuro, nella confessione il sacerdote impone al fedele delle opere da compiere perché lo aiutino a guarire le ferite e anche per cooperare insieme con Cristo all’espiazione dei peccati.
2. Si può trovare in embrione un certo inizio della pratica delle indulgenze in questa prassi della Chiesa antica: per la riconciliazione dei fedeli passati all’eresia si chiedeva di pellegrinare sulle tombe dei martiri.
La Chiesa è sempre stata convinta che come i meriti di Cristo possono essere applicati ad ogni fedele, così anche i meriti dei santi possono essere riversati su noi tutti.
3. Soprattutto a partire dal secolo XI, quando per le confessioni erano prescritte determinate penitenze a seconda della qualità dei peccati (le penitenze a quei tempi venivano comandate ad esempio per un mese, per una quarantena, per tre mesi, per un anno, per dieci anni, per tutta la vita) si venne incontro alla difficoltà della penitenza condonandola in parte o totalmente se si compivano altre opere, come ad esempio un pellegrinaggio o la partecipazione alla crociata per riscattare i luoghi santi profanati dai pagani.
In questo orizzonte si comprendono i giorni di indulgenze che troviamo ancora in certe immaginette antiche.
4. La dottrina delle indulgenze poggia su due elementi:
primo, sul fatto che i meriti di Cristi sono infiniti e che ad essi si aggiungono i meriti dei santi, e che questi meriti possono essere riversati su tutti coloro che si dispongono a farli propri,
secondo, sul fatto che Cristo ha dato alla Chiesa ogni potere in cielo e in terra per quanto riguarda la salvezza eterna degli uomini.
5. La Chiesa concede che le indulgenze possano essere applicate anche in aiuto dei defunti, che ormai per abbreviare la loro espiazione possono contare solo sulla nostra cooperazione.
È vero che sono in purgatorio a motivo dei loro peccati e magari anche dei peccati compiuti con la nostra collaborazione. Ma non è questo un motivo sufficiente per abbandonarli.
Se si dovesse ragionare in questo modo, dovremmo dire che neanche a noi nella confessione sacramentale dovrebbero essere dati i meriti di Cristo, perché abbiamo commesso dei peccati e sarebbe giusto che li espiamo. Ma questo modo saremmo destinati tutti all’inferno e non solo in purgatorio.
Cristo invece ha voluto espiare al posto nostro. E noi stessi siamo chiamati a prendere parte con la nostra partecipazione personale alla passione di Cristo a beneficio nostro e della Chiesa.
È quanto dice San Paolo quando scrive: “Perciò sono lieto delle sofferenze che sopporto per voi e completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo che è la Chiesa” (Col 1,24).
6. L’indulgenza della Porziuncola, detta anche “Perdon d’Assisi”, è un’indulgenza plenaria che San Francesco aveva chiesto e ottenuto dal papa per tutti quelli che il due agosto avessero visitato quella Chiesa.
Ecco la storia di quest’indulgenza come l’ho trovata: “Una notte dell’anno del Signore 1216, Francesco era immerso nella preghiera e nella contemplazione nella chiesetta della Porziuncola, quando improvvisamente dilagò nella chiesina una vivissima luce e Francesco vide sopra l’altare il Cristo rivestito di luce e alla sua destra la sua Madre Santissima, circondati da una moltitudine di Angeli. Francesco adorò in silenzio con la faccia a terra il suo Signore!
Gli chiesero allora che cosa desiderasse per la salvezza delle anime. La risposta di Francesco fu immediata: “Santissimo Padre, benché io sia misero e peccatore, ti prego che a tutti quanti, pentiti e confessati, verranno a visitare questa chiesa, conceda ampio e generoso perdono, con una completa remissione di tutte le colpe”.
“Quello che tu chiedi, o frate Francesco, è grande – gli disse il Signore -, ma di maggiori cose sei degno e di maggiori ne avrai. Accolgo quindi la tua preghiera, ma a patto che tu domandi al mio vicario in terra, da parte mia, questa indulgenza”.
E Francesco si presentò subito al Pontefice Onorio III che in quei giorni si trovava a Perugia e con candore gli raccontò la visone avuta. Il Papa lo ascoltò con attenzione e dopo qualche difficoltà dette la sua approvazione”.
7. In seguito questa indulgenza fu estesa a tutti quelli che dal mezzogiorno del primo agosto entro la giornata del 2 avessero visitato una Chiesa parrocchiale, una chiesa francescana o una chiesa che ne avesse l’indulto con le condizioni di pregare per il papa, la recita del Credo, la confessione e la Comunione.
La Confessione può essere fatta nell’arco di quindici giorni prima o quindici giorni dopo la data.
Pertanto non è vero che l’indulgenza del perdon d’Assisi si possa prendere per quindici giorni. Si può prendere solo una volta, con la confessione fatta nell’arco dei 15 giorni prima o dopo.
Va detto anche che per l’indulgenza plenaria è necessario avere un distacco totale del peccato mortale e veniale. Se c’è qualche affetto al peccato, viene a mancare l’essenziale richiesto perché ci venga applicata la remissione della pena.
Ti saluto, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo