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Quesito
Caro Padre Angelo,
mi chiamo Mimmo ed ho 37 anni. La mia vera vita è iniziata cinque anni fa, quando pensavo di essere finito nell’abisso, e ci sono finito davvero, ma poi ho scoperto quanto sia bello l’abisso se lì c’è Dio ad aspettarti, e ti lasci amare da Lui. La mia idea di Dio si è ben presto trasformata in una presenza viva e vera, Gesù, che io ho sempre trovato in un solo posto, nell’Eucaristia, nell’Adorazione, nella sua Chiesa. Soffro nel vedere fratelli che pensano alla fede "fai da te", ma non credo sia "mia" questa sofferenza. Mi sento di cuore di ringraziare Dio per l’amore che dimostrate nella vostra missione, un amore che traspare dalle tante risposte che ho letto, risposte a domande importanti che riguardano la vita di ogni persona che ha una sola necessità: "essere pienamente felice". Non credo si possa trovare la felicità "piena" se non in Cristo vivo nella Sua Chiesa. Cristo non è un’idea, è lì nella Sua Chiesa che ci aspetta.
Questo io l’ho scoperto anche perchè voi lo proclamate fin troppo bene e in modo chiaro. Grazie, anche se tante volte la verità può "sembrare" dura.
Prego perchè Dio benedica Lei e tutte le persone a Lei care.
Mimmo
Risposta del sacerdote
Caro Mimmo,
Leggendo le prime parole della tua e-mail mi sono venuto in mente le espressioni che si leggono nel Salmo 138 (139):
“Dove andare lontano dal tuo spirito, dove fuggire dalla tua presenza?
Se salgo in cielo, là tu sei, se scendo negli inferi, eccoti.
Se prendo le ali dell’aurora per abitare all’estremità del mare, anche là mi guida la tua mano e mi afferra la tua destra.
Se dico: «Almeno l’oscurità mi copra e intorno a me sia la notte»; nemmeno le tenebre per te sono oscure, e la notte è chiara come il giorno; per te le tenebre sono come luce (Sal 138,7-12).
“Se scendo negli inferi, eccoti”. Tu non sei sceso nell’abisso della terra, ma negli inferi morali. Ma ugualmente lì hai trovato il Signore che ti attendeva con immenso amore, con la sua infinita misericordia. Che cosa c’è di più bello di questo?
E da quella volta hai capito che cos’è il cristianesimo: l’incontro con un Persona, il vivere con una Persona, lo stare insieme con Lui.
È così facile, caro Mimmo, scambiare il cristianesimo con un insieme di principi morali o dottrinali. Se fosse solo così, si tratterebbe di un’ideologia, dove le cose che più contano sarebbero i principi, le parole, le proposizioni, i dogmi, i comandamenti, i precetti…
Tutte queste cose: principi, parole, proposizioni, dogmi, comandamenti, precetti… sono indispensabili e fanno parte del cristianesimo. Ma in realtà essi sono ancora solo una via, anzi la via indispensabile per incontrare Cristo e vivere la sua vita.
Ma se non si giunge all’unione con Lui non si arriva all’essenza, si rimane in superficie.
2. Ritrascrivo la frase principale della tua e-mail: “La mia idea di Dio si è ben presto trasformata in una presenza viva e vera, Gesù, che io ho sempre trovato in un solo posto, nell’Eucaristia, nell’Adorazione, nella sua Chiesa”.
Mi permetto di suggerirti in merito tre consigli.
– Il primo è quello di vivere bene l’Eucaristia. E viverla bene significa prepararla bene e, finita la Messa, stare ancora insieme col Signore.
Procura di andare a Messa portando sempre qualche cosa. Non parlo di soldi, sia chiaro. Gesù ti aspetta perché tu unisca le tue opere buone (un atto di pazienza, un servizio, un silenzio, un atto di umiltà… ) al suo sacrificio ben più prezioso. E sentirai che la Messa è un appuntamento, un incontro, uno scambio di doni, di amore e di vita. C’è il rischio che diventi un rito. Se fosse solo questo, sarebbe ben poca cosa. È come se ad un frutto (pensa ad un arancio) si togliesse tutta la polpa e ne restasse solo la buccia.
Finita la Messa continua a stare in profonda unione con il Signore. Non sbarazzarti della sua presenza. Il Beato Giuseppe Allamano diceva: “Ah, se si ha fede, par proprio di sentire il gusto del sangue di Nostro Signore!”.
– Il secondo consiglio riguarda l’adorazione che molto spesso si identifica con la visita al Santissimo Sacramento. Giovanni Paolo II dice che nell’adorazione noi andiamo a ripetere il gesto compiuto da San Giovanni nell’ultima cena: quello di posare la nostra testa sul petto del Signore.
Quello che il Signore dà in quel momento non si può descrivere. Lo capisce solo chi lo compie. E succede poi che non si riesce più a farne a meno.
– Il terzo riguarda il trovare Gesù all’interno della Chiesa. Anche questo è importante. È così facile deformare il volto del Signore e trovarsi in definitiva soli con se stessi.
Il vero Gesù è quello che ci consegna la Chiesa. È da lei che l’abbiamo ricevuto ed è lei che ce lo custodisce e ce lo trasmette in continuazione.
La Chiesa, secondo una bella espressione di San Paolo, è il corpo di Cristo. Si direbbe che è il suo volto esterno, visibile. Del resto Gesù ha detto della sua Chiesa: “Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato” (Mt 10,40) e “chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me disprezza colui che mi ha mandato» (Lc 10.16).
Ecco, caro Mimmo, le considerazione che mi son permesso di fare alla tua bella testimonianza resa a Gesù Cristo nel nostro sito.
Ti ringrazio per le preghiere fatte per me e per le persone che mi sono care. È davvero un bel dono. Continua ancora.
Da parte mia ti assicuro un ricordo nella S. Messa e ti benedico.
Padre Angelo