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Quesito
Salve Padre,
volevo chiederle: da qualche tempo ho deciso, per pregare giornalmente, di seguire la liturgia delle ore in una forma ridotta: lodi mattutine, vespri e compieta.
A volte mi capita, magari perché vado a cena fuori, di tornare a casa la sera molto tardi e di recitare i vespri e la compieta quando vado a letto.
Considerato che i vespri dovrei recitarli circa al tramonto o comunque prima di cena, ha senso recuperarli così tardi? Dovrei forse, in questo specifico caso, (anche perché magari spesso sono stanco e svogliato se torno a certi orari) recitare solamente le preghiere previste per la compieta?
Lei cosa mi consiglia?
Grazie anticipatamente, un abbraccio fraterno e sia lode a Gesù Cristo.
Cordiali saluti
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. Sono contento per questa tua bella determinazione nella vita spirituale.
È una grazia che il Signore ti ha ispirato e che tu, sempre per grazia sua, hai accolto.
2. Sebbene tu non sia obbligato ex officio a pregare con la Liturgia delle ore come lo sono i sacerdoti e i consacrati, qualora ti trovassi in ritardo nel celebrare i vespri, piuttosto di saltarli, ti consiglio di recitarli in ritardo.
Da quella preghiera tutta la Chiesa riceve sempre grande beneficio, anche se non sono fatti nel momento preciso.
3. Inoltre puoi collegarti spiritualmente con quelli che in quell’ora in alcune parti del mondo stanno recitando i vespri e stanno ringraziando a nome di tutta la chiesa per i benefici ricevuti durante la giornata. Pensa ad esempio alla preziosità del cantico di ringraziamento del Magnificat.
4. La volontà di non tralasciarli mai diventa benefica anche per un altro motivo perché capita non di rado di avere qualche contrattempo proprio nel momento in cui siamo soliti recitare i vespri.
E allora piuttosto di posticiparli, li si anticipa. Così ci si rifocilla spiritualmente, si aiuta la Chiesa e si ha un pensiero in meno per quando nella giornata si farà tardi.
5. Colgo l’occasione per ricordare quanto il santo Papa Giovanni XXIII diceva a proposito del Breviario, oggi chiamato Liturgia delle ore.
Nell’esortazione “Sacrae Laudis” del 6 gennaio 1962 parlando di questa preghiera diceva che è “di incomparabile e incoraggiante letizia” ed è “pregustamento della celeste conversazione che l’attende nella Chiesa dei santi”.
Diceva anche che è “il grande poema divino offerto al canto della umanità redenta da Cristo Gesù” e che “il devoto dispiegarsi delle pagine di questo poema è letizia per l’intelligenza, magistero quotidiano di vita, sollievo e conforto fra le difficoltà e le stanchezze delle umane vicissitudini e tentazioni, oltre che riconfermata certezza delle gioie future”.
“Dolcemente sollevato in questa atmosfera di cattolicità, cioè di universalità che spira dalle sue pagine, ove tutto splende e tutto canta… il breviario quotidiano è sorgente inesausta e inesauribile di luce e di grazia”.
6. Ricordava infine che questa preghiera ci unisce alla liturgia che in quel momento si sta facendo in cielo.
E dopo aver menzionato quanto si legge in un passo dell’Apocalisse: “Venne un altro angelo con un incensiere d’oro, e si fermò presso l’altare; gli furono date molte specie di aromi, perché le comunicasse alle preghiere di tutti i santi sull’altare d’oro posto davanti al trono. E il fumo degli aromi dalle mani dell’angelo salì con le preghiere dei santi avanti a Dio. Poi l’angelo prese l’incensiere, lo riempì del fuoco dell’altare e lo gettò sulla terra” (Ap 8,3-5) volle ricordare che l’incensiere riempito di fuoco e gettato sulla terra è una “suggestiva immagine dell’influsso che le preghiere dei santi, cioè della Chiesa, per bontà e misericordia di Dio, hanno sul corso degli avvenimenti e della storia umana”.
Come si vede, è un bene molto grande quello che si fa pregando con i vespri, anche se fatti in ritardo.
Esortandoti a perseverare sempre così, ti assicuro la mia preghiera e ti benedico.
Padre Angelo