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Quesito
Gent.mo padre,
innanzitutto grazie per la risposta precedente; volevo chiederle questo e cioè la chiesa prima attribuiva ad ogni preghiera un’indulgenza parziale quantificata in anni o giorni ad esempio alla salve Regina 7 anni di indulgenza.
Le volevo chiedere dato che a santa Francesca Romana è stato rivelato che ad ogni peccato mortale perdonato Dio in media attribuisce 7 anni di purgatorio le volevo chiedere se io commetto un peccato mortale, lo confesso e dico una Salve Regina se dovessi morire solo con quel peccato Dio mi dovrebbe mandare subito in paradiso senza passare per il purgatorio in quanto ho pagato il peccato mortale commesso con la Salve Regina, e così dunque che funziona oppure ho omesso qualcosa? La ringrazio e saluto cordialmente.
Ornella
Risposta del sacerdote
Cara Ornella,
1. dal momento che nel libro dell’Apocalisse si legge che nella Gerusalemme celeste, vale a dire in paradiso, “non entrerà nulla di impuro” (Ap 21,27), finché c’è qualche attaccamento al peccato in paradiso non si entra.
Questo attaccamento talvolta c’è anche se non ce ne rendiamo conto. Si pensi ad esempio a perdoni dati solo a metà, perché siamo pronti a rimuginare con cattivi sentimenti il male ricevuto o a rinfacciare al prossimo quanto ha fatto.
2. Se le cose stanno così, non basta essere confessati per avere la certezza di entrare subito in paradiso.
Ed è per questo che il sacerdote in ogni confessione, oltre all’assoluzione dei peccati, dà anche una penitenza sacramentale da compiere.
Infatti come osservava San Giovanni Paolo II, “anche che dopo l’assoluzione rimane nel cristiano una zona d’ombra, dovuta alle ferite del peccato, all’imperfezione dell’amore nel pentimento, all’indebolimento delle facoltà spirituali, in cui opera ancora un focolaio infettivo di peccato, che bisogna sempre combattere con la mortificazione e la penitenza. Tale è il significato dell’umile, ma sincera soddisfazione” (Reconciliatio et paenitentia, 31,III).
3. È vero che le indulgenze vengono incontro alle necessità di chi si trova in purgatorio.
Ma gli effetti delle indulgenze dipendono anche dalla disposizione del soggetto che le riceve.
Allora non è lontano dalla verità pensare che gli effetti dell’indulgenze possano essere talvolta anche quelli di far prendere consapevolezza delle imperfezioni che ci sono nella nostra anima e che la rendono ancora incapace di essere una sola cosa con Dio.
4. Il santo Papa Paolo VI ha ricordato la necessità di queste disposizione nella Costituzione Apostolica Indulgentiarum doctrina.
Al numero 8 di tale Costituzione si legge: “Nell’indulgenza, infatti, la Chiesa, facendo uso del suo potere di ministra della redenzione di Cristo Signore, non soltanto prega, ma con intervento autoritativo dispensa al fedele debitamente disposto il tesoro delle soddisfazioni di Cristo e dei Santi in ordine alla remissione della pena temporale” (n.8).
E: “Le indulgenze, sebbene siano delle elargizioni gratuite, sono tuttavia concesse sia per i vivi che per i defunti solo a determinate condizioni. Per l’acquisto di esse invero si richiede, da una parte, che le opere prescritte siano state compiute e, dall’altra, che il fedele abbia le necessarie disposizioni; e cioè, ami Dio, detesti il peccato, riponga la sua fiducia nei meriti di Cristo e creda fermamente nel grande aiuto che viene dalla comunione dei Santi” (n. 10).
5. Nelle Norme che seguono alla Costituzione apostolica si legge: “Per acquistare l’indulgenza plenaria è necessario eseguire l’opera Indulgenziata e adempiere tre condizioni: confessione sacramentale, comunione eucaristica e preghiera secondo le intenzioni del Sommo Pontefice. Si richiede inoltre che sia escluso qualsiasi affetto al peccato anche veniale.
Se manca la piena disposizione o non sono poste le predette tre condizioni, l’indulgenza è solamente parziale, salvo quanto è prescritto per gli impediti” (n.7).
6. Tuttavia anche nell’indulgenza parziale il maggiore o minore effetto dipende non solo dall’opera compiuta ma anche dal grado di carità.
Per questo è erroneo pensare che tutto funzioni secondo un meccanismo automatico.
La perfetta comunione con Dio, alla quale mira l’indulgenza, rimane sempre legata al grado di carità del soggetto che compie l’opera e alle disposizioni di colui che ne beneficia.
Ti benedico, ti ricordo nella preghiera e ti auguro ogni bene.
Padre Angelo